Al Toro pesano quei due maledettissimi punti che sono costati l’Europa
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
A ripensarci a distanza di tre giorni, quindi non sull’onda delle emozioni, non si cambia idea, e forse non lo si farà neppure fra una settimana, un mese, un anno e neanche dopo. La prima notte dopo l’ultima partita di campionato non é servita, così come il giorno seguente e la notte successiva e altre ventiquattro ore: due punti, solo due punti in più e il Torino sarebbe tornato a calcare i campi d’Europa. Rammarico, rabbia. Questa squadra, senza cambiarne neppure un elemento, poteva farcela, ma doveva crederci un po’ di più. Veramente poco di più.
Analizzando nel suo complesso il campionato del Torino è difficile spiegare come la squadra di Ventura non sia riuscita a conquistare altri due punti che le avrebbero permesso di arrivare alla pari della Sampdoria e, grazie agli scontri diretti, essere in pole position per un posto in Europa League. Come premessa al ragionamento si metta da parte l’Europa League e la Coppa Italia e si considerino le prime tredici giornate come periodo d’assestamento, poiché in estate erano andati via calciatori fondamentali come Immobile e Cerci ed erano arrivati ben dodici nuovi giocatori. Nel periodo che va da dopo la partita d’andata con la Juventus, tredicesima giornata, trenta novembre 2014, all’ultima giornata di campionato ci sono state otto partite, tutte con squadre meno forti di quella granata, e in queste gare il Torino avrebbe senza particolari sforzi potuto ottenere quei due punti in più. Torino-Palermo 2-2; Empoli-Torino 0-0; Chievo-Torino 0-0; Torino-Cagliari 1-1; Udinese-Torino 2-2; Sassuolo-Torino 1-1; Palermo-Torino 2-2; Torino-Empoli 0-1. Qualche buonista ad oltranza potrebbe dire che alcune di queste gare sono avvenute a ridosso d’impegni in Europa League o a fine stagione quando le energie erano ridotte al lumicino. Ha perfettamente ragione, ma si può controbattere che sarebbe bastato al Torino vincere con il Chievo, con tutto il rispetto per i clivensi, il sei gennaio, dopo la sosta per le vacanze natalizie e quando non c’era l’Europa League, per tornare a giocare in Europa anche nella prossima stagione.
Cairo faccia ai tifosi e si faccia la gentilezza di chiedere dettagliate spiegazioni a Ventura sul mancato aggancio alla Sampdoria, quando giovedì incontrerà il mister per programmare la prossima stagione, e poi il presidente soppesi con la massima attenzione le risposte dell’allenatore in modo da capire quanto la rosa andrà rinforzata e quali elementi non sono idonei al progetto. Non si discute sul fatto che l’organico dovrà essere rinforzato adeguatamente, quindi non prendendo solo giocatori giovani di prospettiva e qualche esperto ma verso la fine della carriera oppure calciatori a parametro zero o quasi, tutto questo oltre la sostituzione dei big che andranno via.
Se il mercato estivo andrà nella direzione che auspicano tutti quelli che hanno veramente a cuore le sorti del Toro, Cairo fissi poi con estrema precisione l’obiettivo per la stagione e pretenda che giocatori e allenatore raggiungano il traguardo. Quando si ha la possibilità di ottenere un determinato risultato bisogna crederci senza riserve e non lasciare nulla d’intentato per conseguirlo, chi ha una mentalità diversa non è da Toro.