Alla difesa la palma del recupero palla. L’attacco può fare di più
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
La speciale classifica dei palloni recuperati stilata da Panini Digital e presente sul sito della Lega Calcio Serie A vede Alessandro Lucarelli del Parma al primo posto con 158 palloni recuperati in 7 partite disputate (con una media di 22,57 a gara) e per quel che riguarda i giocatori del Torino il primo è Emiliano Moretti che occupa la venticinquesima posizione con 107 in 7 partite (media 15,28), seguono: Giuseppe Vives al 35° posto con 106 in 6 (17,66), Matteo Darmian 83° con 79 in 7 (11,28), Daniele Padelli 84° con 78 in 7 (11,14), Kamil Glik 95° con 72 in 6 (12), Danilo D’Ambrosio 101° con 68 in 7 (9,71), Guillermo Rodriguez 152° con 52 in 4 (13), Omar El Kaddouri 166° con 48 in 7 (6,85), Cesare Bovo 194° con 38 in 4 (9,5), Matteo Brighi 206° con 35 in 6 (5,83), Alessio Cerci 230° con 30 in 7 (4,28), Migjen Basha 248° con 26 in 3 (8,6), Ciro Immobile 256° con 25 in 6 (4,16), Giovanni Pasquale 294° con 18 in 3 (6), Alexander Farnerud 307° con 16 in 6 (2,66), Riccardo Meggiorini 321° con 14 in 6 (2,33), Nicola Bellomo 334° con 12 in 1 (12), Marcelo Larrondo 353° con 8 in 2 (4), Salvatore Masiello 361° con 7 in 1 (7) e Nikola Maksimovic 414° con 1 in 1 (1).
Osservando i dati di chi recupera più palloni si nota che in media è Vives il giocatore granata che li intercetta e non è un dato che stupisce poiché è posizionato da Ventura nel ruolo di play davanti alla difesa e infatti anche Bellomo, che finora ha disputato una sola partita in campionato, ha all’attivo dodici palle recuperate. Per il resto sono i difensori quelli che hanno il compito di intercettare i palloni interrompendo le manovre offensive avversarie per poi far ripartire la squadra. Il fatto che la maggior parte delle palle recuperate sia ad opera della difesa spiega anche il motivo per cui nelle prime sette giornate il Torino abbia subito dieci gol, non che questo sia un dato particolarmente allarmante in quanto colloca i granata al settimo posto in coabitazione con Hellas Verona, Lazio, Atalanta e Livorno anche se incassare in media 1,42 reti a partita non è del tutto esaltante. Infatti se in difesa si recuperano tanti palloni vuol dire che il reparto è abbastanza attento, però allo stesso tempo significa che abbastanza spesso le squadre avversarie stazionano nella metà campo del Torino tenendolo pressato a ridosso della propria area e arrivano al tiro in porta con una certa frequenza, dato questo che fa della squadra granata una formazione più propensa a difendersi che ad attaccare, nonostante vanti Cerci come capocannoniere. Non per nulla la percentuale di pericolosità del Torino è di 46,6, la dodicesima del campionato, la supremazia territoriale è di 8’:55’’, sedicesima del torneo, e i tiri totali verso la porta avversaria sono 10,1, peggio ha finora fatto solo il Genoa con 8,6. Il Torino si salva con il fatto che ha realizzato dieci gol, tanti quanti ne ha incassati, e ha il 4,7 dei tiri nello specchio della porta che lo colloca al decimo posto.
In vista della ripresa del campionato, dopo la sosta per le gare della Nazionale, con un mini-ciclo di partite con squadre di livello superiore come saranno quelle con Inter, Napoli e Roma, con il solo Livorno come avversario della stessa portata, il Torino che ha molte defezioni in difesa a causa di infortuni (Rodriguez e Bovo, ma anche Maksimovic, che solo a seguito dell’ecografia a cui sarà sottoposto martedì si saprà se sarà possibile utilizzarlo contro i nerazzurri) oltre che alla squalifica per una giornata di Glik dovrà trovare soluzioni valide per tenere lontano da Padelli gli avversari. Per fortuna rientra dalla squalifica Gazzi che è un centrocampista, ma che lo scorso anno aveva dimostrato di essere il giocatore che più di tutti gli altri intercettava i palloni strappandoli dai piedi degli avversari. Magari il Torino potrebbe evitare di essere pressato dalle parti della propria area sfruttando il proverbio: la miglior difesa è l’attacco. In fin dei conti con Cerci, Immobile, Barreto e Meggiorini in attacco le difese avversarie un po’ si possono e si devono tenere in apprensione.