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Alla ricerca dell’equilibrio perfetto a centrocampo

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Si può rinunciare al Gazzi visto contro l’Inter? Chi può garantire più continuità nell’arco dei novanta minuti fra El Kaddouri e Sanchez Miño? Il belga-marocchino e l’argentino possono convivere contemporaneamente? Nocerino può fare la differenza? Vives manterrà gli stessi standard della stagione scorsa? Benassi è un ragazzo da far crescere con calma o può già rappresentare una valida pedina? Ruben Perez di quanto tempo avrà bisogno per abituarsi al gioco di Ventura? Darmian deve dividersi fra la fase difensiva e quella offensiva o puntare di più a diventare uomo cross e assist? Molinaro sulla sinistra con gli stessi compiti di Darmian a destra o con consegne un po’ differenti? Bruno Peres e Masiello possono dare garanzie valide come sostituti di Darmian e Molinaro? Gaston Silva alter ego di Moretti o anche centrocampista d’ordine?  Una volta guarito Basha sarà un’alternativa comunque utile? Farnerud quando avrà ritrovato la condizione post-infortunio come potrà collocarsi nelle gerarchie del mister? Maksimovic e Moretti solo in caso di estremo bisogno in campo in qualità di esterni di centrocampo oppure soluzioni diverse per un cambio parziale di modulo in determinate situazioni? Una sequela d’interrogativi ai quali le risposte giuste permetteranno di dare al Torino quell’assetto e quell’equilibrio che garantirà massima copertura alla difesa e ottimo supporto alle punte.

 

Cinque partite ufficiali e nessun gol preso sono un inizio decisamente promettente però non sono garanzia assoluta perché gli avversari sono stati di caratura non proprio elevata gli svedesi del Brommapojcarna, di poco spessore in attacco i croati dello Spalato che si affidano all’unica punta Bilic, e ancora in fase di rodaggio i nerazzurri interisti che hanno affrontato il Torino con un attaccante di ruolo come Icardi supportato da Kovacic ed Hernanes e che però sono diventati più pericolosi con l’ingresso in campo di Osvaldo. Quindi è evidente che nelle prossime partite ad iniziare da quella con la Sampdoria, che quasi certamente schiererà in attacco il tridente formato da Gabbiadini, Okaka o Bergessio ed Eder, il Torino dovrà mettere alla prova la tenuta della difesa poiché il tasso di pericolosità sarà più elevato che in precedenza.

 

Non subire gol è importante, ma farne forse lo è anche di più e quindi gli attaccanti vanno supportati in modo adeguato. E’ indubbio che Quagliarella e Amauri abbiano bisogno sia di essere supportati dagli uomini di fascia, ma anche per vie centrali dagli interni di centrocampo o dai trequartisti. Chi gioca sulle fasce non solo deve arrivare sulla trequarti per poi accentrarsi e servirli, ma deve anche più e più volte andare sul fondo facendo partire cross e assist che i due possono sfruttare come sanno. Chi agisce per vie più centrali deve metterli nella condizione d’inventarsi la giocata finale sfruttando la loro capacità d’andare incontro al pallone, l’innato senso del gol e la precisione d’inquadrare lo specchio della porta. Con in campo Quagliarella ed Amauri la squadra deve salire di più poi ci penseranno loro a difendere il pallone quando ne entreranno in possesso e a dialogare fra di loro o con qualche altro compagno oppure scegliere di andare direttamente al tiro in porta. Se invece in attacco ci sono Barreto e Martinez o anche Larrondo i movimenti e la velocità negli inserimenti, soprattutto dei primi due, devono essere supportati da un gioco un po’ differente e per certi aspetti più simile a ridosso dell’area di rigore di quello dello scorso anno, senza però contare sulle sgroppate che erano nelle corde di Cerci e anche d’Immobile.
Il centrocampo è da sempre il nucleo fondamentale del gioco e quando il Torino avrà trovato l’assetto e l’equilibrio perfetto nella zona nevralgica si toglierà sicuramente qualche gran bella soddisfazione e patirà molto meno la pressione degli avversari.


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