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Alla scoperta del Torino con la voglia di togliersi qualche sfizio

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Si ricomincia, fra poco più di ventiquattro ore il Torino farà il suo debutto in campionato. Nell’aria si sente quel fremito che è un po’ anelito di sporgere il petto pieno d’orgoglio in fuori e di vivere da protagonisti il campionato e un po’ morsa allo stomaco per il timore che la squadra non sia così forte e che tra alti e bassi vivacchi per l’ennesima stagione con il futuro incerto fino alla fine del torneo.
Prima che finisse lo scorso campionato Ventura disse alla trasmissione della Rai 90° Minuto al termine di Torino-Genoa: “Importante ricordare quello che in questi due anni è stato fatto. Non dimentichiamoci da dove siamo partiti e che in questi due anni avevamo obiettivi ben precisi, come quello di salire e cercare di ridare fiato alla cellula granata. Direi che gli obiettivi sono stati centrati. Per il prossimo anno speriamo di lottare per stare nella parte sinistra della classifica”. Più recentemente, il 22 agosto scorso, in un’intervista rilasciata a La Stampa e a firma Marco Ansaldo parlando del nuovo modulo e dei nuovi giocatori Ventura ha detto: “L’anno scorso giocavamo a memoria, o cercavamo di farlo, adesso dieci uomini su undici devono resettarsi, soprattutto i difensori perché cambiano completamente i movimenti. Ma quando saremo a posto la gente tornerà a guardarci con orgoglio come quando abbiamo messo sotto, nel gioco, l’Inter e il Milan. Cerci ha le qualità fisiche e tecniche per essere grande ovunque. L’anno scorso con il Milan e il Catania fu un’iradiddio per le occasioni che si procurò, per gli assist, per i gol. Quindi può fare quel ruolo (l’attaccante, ndr) e sono convinto che quest’anno in attacco ci daranno più spazio e sarà lui a doverlo sfruttare. Certamente non parlo del Cerci attuale, che è indietro nella preparazione”. E sugli allenamenti a porte chiuse il tecnico granata ha specificato: “Ma se li fanno in tutto il mondo. Vorrei che i tifosi venissero a vederci tutti i giorni, per loro non avrei segreti. Il problema è che in mezzo ci sarebbero le spie. Il calcio è cambiato. Oggi che si vede tutto di tutti, sono i minimi dettagli a dare il vantaggio. Faccio un esempio: l’anno scorso la Juventus ha giocato sempre nello stesso modo, tranne con noi quando Conte ha messo la difesa a quattro. A saperlo si trovava la contromossa. Oppure con il Bari in una partita con il Brescia. Studiai i video ma loro guardarono i nostri allenamenti e nascosero i loro. Risultato: impiegai un tempo per insegnare ai miei che quei movimenti che ci aspettavamo erano cambiati completamente”.

 

La prima uscita ufficiale in Coppa Italia con il Pescara è stata ciccata e il Torino ha detto subito addio a questa competizione. Ora c’è la prima prova del campionato con il Sassuolo, al suo debutto assoluto in serie A. Pur tenendo conto che il Torino ha cambiato modulo, che Cerci, il giocatore di maggior prestigio, non è ancora in piena forma, che la rosa non è al completo e che ci sono ben nove giocatori nuovi rispetto allo scorso anno, è inevitabile che tifosi e addetti ai lavori si attendano da Ventura e dalla sua squadra una prestazione convincente e vincente, visto poi che la partita si svolgerà fra le mura amiche. Gara in casa sì, anche se il clima non sarà del tutto sereno perché i tifosi sono inferociti con la società, non con i giocatori ovviamente, perché negli ultimi giorni si è prospettata la possibilità di ingaggiare Maresca, calciatore assolutamente inviso per l’esultanza irriverente che fece in un derby dopo aver segnato il gol del pareggio all’ultimo minuto, esultanza irriverente in quanto scimmiottò quella tipica del bomber granata Marco Ferrante.

 

Domani sera chi si recherà allo stadio, ma anche chi guarderà la partita in televisione, vorrà capire di che forza è questo Torino. In particolare c’è curiosità di sapere se potrà competere per la parte sinistra della classifica, se il nuovo modulo, il 5-3-2, è valido e se Padelli, Maksimovic, Bovo, Moretti, Farnerud, Bellomo, El Kaddouri, Immobile e Larrondo, o almeno chi di loro giocherà, sono adatti a indossare questa maglia e sono funzionali al gioco dell’allenatore, se la nuova squadra può dirsi tale o è un insieme di giocatori che devono trovare un’identità e se l’allenatore è sulla strada giusta nel plasmare questo nuovo Torino. E’ chiaro che non basterà una partita per giudicare di che pasta è fatto questo gruppo, maggiori certezze potranno esserci dopo cinque o sei partite, però già una primissima idea sarà possibile farsela.
Il Sassuolo ha un organico in linea con l’essere una neo promossa e dover affrontare per la prima volta la serie A con l’obiettivo di provare a rimanerci, farà tanto l’entusiasmo per questo esordio, ma sarà inevitabile anche qualche titubanza dovuta all’emozione e mister Di Francesco e i giocatori dovranno essere bravi a far sì che l’entusiasmo li faccia volare nonostante la zavorra dell’emozione. Il Torino è chiamato a far vedere che tipo di mentalità ha e quale approccio è capace di sfoderare con chi è alla sua portata e dovrà avere un atteggiamento vincente per tutto l’arco della partita, perché cali di tensione non sono ammissibili per una squadra che ha la maggior parte dei giocatori che conoscono la serie A, ben cinque (Cerci, Glik, Maksimovic, Basha e El Kaddouri) che sono nel giro delle rispettive  nazionali e un allenatore che ne è il veterano.
La delusione per l’eliminazione dalla Coppa Italia da parte di una formazione che milita in serie B è stata accantonata dai tifosi e rimarrà solo un passo falso iniziale se il gioco farà tornare loro l’orgoglio di avere una squadra capace di ridare vitalità alla cellula granata e far scordare la cessione di Ogbonna alla Juventus e l’addio a Bianchi passato al Bologna. In attesa che vengano ufficializzati i nomi dei giocatori che completeranno l’organico che le danze abbiano inizio, buon campionato.

 

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