Anche con il Milan un altro finale fatale per il Toro
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Al Torino non è bastato disputare una delle migliori partite della stagione per avere la meglio sul Milan perché all’84 Balotelli, mai veramente entrato in partita, ha sfruttato alla perfezione il cross di Mexes e ha trafitto Gillet, che non ha potuto far nulla sul colpo di testa del rossonero. Su una cosa può recriminare la squadra di Ventura quella di non aver concretizzato le due più grandi occasioni da gol capitate nella partita al 16’ e al 65’ quando Barreto, innescato entrambe le volte da Cerci, si è trovato in area a tu per tu con Abbiati che attentissimo è sempre riuscito a mantenere inviolata la sua porta. Anche Gillet era stato determinante all’8’ con una doppia respinta prima con le mani su tiro dalla distanza di Muntari e poi a seguire con i piedi sul tentativo di Boateng di spedire la palla in rete. Altre vere occasioni da gol nella partita non ci sono state.
Non ci sono dubbi che il Milan ha ottenuto più di quanto prodotto perché la squadra di Allegri è stata lenta, senza idee, con gli attaccanti, El Shaarawy, Balotelli e Boateng, troppo statici che non effettuavano i movimenti per aprire la difesa granata, per l’occasione schierata a cinque con Darmian, Di Cesare, Rodriguez, Ogbonna e Masiello. Al Milan, com’era prevedibile, sono mancate le geometrie di Montolivo sostituito da Muntari affiancato da Nocerino e Flamini, per questo Ventura ha schierato i suoi con un inedito 5-3-2 in modo da arginare il potenziale offensivo rossonero e risparmiare Gazzi che è in diffida per la partita, molto importante per la salvezza, di mercoledì sera con il Genoa. Il mister granata infatti oggi in mediana ha schierato Basha, Vives e Brighi affidando a Cerci e Barreto il compito di creare grattacapi ad Abbiati e alla difesa rossonera formata da Costant, Mexes, Zapata e Abate. Il Torino ha tenuto testa al Milan chiudendo tutti gli spazi e provando, a dir il vero in non molte occasioni, a ripartire. Una domanda sorge spontanea, ma se questo 5-3-2 fosse stato utilizzato anche in precedenza con Napoli, Roma, Fiorentina e Juventus il Torino avrebbe comunque raccolto zero punti in queste gare? Ovviamente a questa domanda non c’è una risposta certa, ma non avere utilizzato questo modulo in altre occasioni è comunque fonte di rammarico.
Nella giornata che vede la Juventus laurearsi campione d’Italia e il Pescara retrocedere in serie B, il Torino, nonostante la quarta sconfitta consecutiva, l’aver conquistato cinque punti nelle ultime dieci partite e trovarsi a un solo punto dal Genoa quartultimo, può essere lievemente ottimista perché il Catania ha battuto il Siena tre a zero inchiodando i toscani al penultimo posto a trenta punti e la Juventus ha sconfitto per uno a zero il Palermo trattenendolo a quattro lunghezze dal Torino. E’ inevitabile che la salvezza del Torino passi all’ottanta, forse novanta, per cento dalla prossima giornata e non solo perché affronterà in casa il Genoa, ma anche perché il Palermo riceverà al Barbera l’Udinese e il Siena all’Artemio Franchi la Fiorentina. Una vittoria granata metterebbe la squadra di Ventura nella condizione di non essere assillata da chi potrebbe ancora strapparle l’opportunità di restare in serie A, poiché il distacco dal Genoa salirebbe a quattro punti e il Palermo, anche in caso di vittoria, non riuscirebbe a superarla e poi basterebbe per completare l’opera ottenere anche meno di tre punti nelle successive due partite.
Il Torino ha nelle sue mani, o meglio nei suoi piedi, il proprio destino e non può più concedersi né errori tattici né errori di deconcentrazione perché la linea fra una stagione sufficiente e una disastrosa è sottile e l’aver dilapidato una tranquilla salvezza costituisce già una colpa attribuibile a tutti, dirigenza, allenatore e giocatori, che dovrà essere ben valutata in previsione futura.
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