Ancora rinvii sul Filadelfia: solo i tifosi vogliono la ricostruzione
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Passa il tempo e il Filadelfia rimane un pezzo di terra con i ruderi di quello che fu lo stadio del Grande Torino, demolito definitivamente il 10 aprile 1998, esattamente 5.443 giorni fa. Ieri si è riunito il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Stadio Filadelfia e non ci sono stati passi avanti perché continua lo stallo causato dal Comune di Torino che si era impegnato a mettere a bilancio negli esercizi 2012-2014 tremilioni e cinquecentomila euro per la ricostruzione dello stadio con annesso centro sportivo, ma che ha bloccato il versamento della prima rata, che doveva essere effettuato a fine 2012, perché vuole prima che venga presentato il progetto definitivo per l’edificazione dell’impianto, che ospiterà il centro sportivo dove si allenerà la squadra granata, e il relativo piano finanziario per sostenere i lavori. Il Comune di Torino è uno dei soci della Fondazione che è nata il 28 marzo 2011e in quanto ente pubblico deve sapere come verranno spesi i soldi che elargisce, ma questo non basta a spiegare perché non sia il primo ad attivarsi in modo concreto nella riqualificazione di un’area della città.
Il vero nodo della questione sta nei quattromila metri quadrati di area commerciale che fanno parte del complesso. Questa superficie che sorgerà sul lato di via Giordano Bruno tra l’altro dovrebbe anche ospitare il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, che non è di proprietà del Torino Fc, ma che è nato e continua ad esistere solo ed esclusivamente grazie ai tifosi del Toro che dedicando tempo e risorse economiche proprie e derivanti da eventi che organizzano per mantenerlo in vita e che attualmente si trova a Grugliasco, un comune confinate con Torino. Che l’area commerciale faccia gola anche a chi non ha nulla a che fare con il Torino inteso come società di calcio o tifosi è facilmente intuibile, quindi è normale che ci siano pressioni per accaparrarsi degli spazi per impiantare un business. Ed è chiaro che questo si scontra con la volontà dei tifosi che inorridiscono al solo pensiero che quella che da sempre considerano la loro casa sia trasformata anche solo in parte in un qualche cosa che non attiene alla loro storia.
Molto amareggiato e deluso, per usare un eufemismo, è Domenico Beccaria, rappresentante dei tifosi nella Fondazione e presidente del Museo del Toro: “Dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Stadio Filadelfia di ieri, traspaiono alcune verità innegabili e preoccupanti. La prima verità è che la Città di Torino, in una lettera del suo Sindaco, ha affermato di aver fatto slittare la prima tranche di stanziamento dei 3,5 milioni di euro deliberati a favore della riedificazione del Filadelfia. Entro il 31 dicembre 2012, nelle casse della Fondazione Stadio Filadelfia, sarebbero dovuti arrivare 1,2 milioni di euro, che non sono stati versati con la scusa che non erano stati presentati né il progetto né il piano finanziario. Richieste della Città di cui, su mio specifico quesito nello scorso CdA della Fondazione, non v’è traccia. Un pretesto per far slittare un pagamento di cui non c’erano né la volontà né le risorse per farvi fronte.
La seconda verità è che il progetto preliminare che ci è stato sottoposto adesso non ha un costo complessivo di 8 milioni di euro bensì di una cifra oscillante tra i 12 e i 14 milioni. Questa differenza è dovuta al costo del lato su via Giordano Bruno, che oscilla tra i 4 e i 6 milioni di euro e di cui non s’è voluto tener conto. I progettisti, su indicazioni provenienti da soggetti diversi dal Collegio del Fondatori o dal Consiglio d'Amministrazione della Fondazione, perché non voglio pensare che lo abbiano fatto di propria iniziativa, hanno ritenuto di ipotizzare lo scorporo in due differenti lotti della realizzazione dell’opera. Ricordo che esclusivamente il Collegio dei Fondatori ha il potere di valutare ed eventualmente deliberare una soluzione del genere.
La terza verità è che si continua a perdere tempo, procrastinando sine die la data del conferimento dei soldi, il vero motivo per cui la ricostruzione del Tempio granata non ha ancora avuto inizio.
Come cittadino e come tifoso mi sento preso in giro da un’amministrazione pubblica che promette a piene mani in tempo di elezioni e poi non mantiene quando è ora. Mi sento tradito, quando non si ha la forza per affermare chiaramente che i soldi che la Città ha deliberato, ovvero i 3,5 milioni di euro, non sono soldi pubblici, distratti da altri capitoli di spesa, ma soldi che la Città incassò e destinò alla riedificazione illo tempore, quando ci fu lo scambio di terreni Filadelfia/Chinino, per evitare di edificare il centro commerciale sul Sacro suolo del Filadelfia. Mi sento offeso quando constato che per una parte del cielo calcistico della città si usa una attenzione e una sensibilità completamente diversa rispetto a quella che si usa per l’altra. Credo che sia ora, una volta per tutte, che i tifosi e i cittadini sappiano con chiarezza, quel che succede su questa vicenda. La mia coscienza e la mia Fede Granata mi impediscono di tacere su questa situazione vergognosa”.
Allo stato attuale la Fondazione in cassa non ha soldi, ma virtualmente dispone: di uno stanziamento da parte del Torino Fc di un milione di euro e l’impegno di accollarsi i costi di gestione e manutenzione dell’impianto; la messa a bilancio negli esercizi 2012-2014 da parte del Comune di Torino di tremilioni e cinquecentomila euro per la ricostruzione dello stadio con annesso centro sportivo; la votazione di una legge da parte della Regione che copra le garanzie fideiussorie e le successive rate del mutuo che verrà accesso dalla Fondazione. Occhio e croce quindi si tratta di potenziali sette-otto milioni di euro.
Il prossimo 25 marzo il CdA della Fondazione si riunirà nuovamente e dovrà decidere se i soci intendono scorporare oppure no la costruzione del centro sportivo dall’area commerciale e come intendono utilizzare quest’ultima area. Il sindaco del comune di Torino, Piero Fassino, in una lettera scritta qualche tempo fa alla Fondazione, aveva posto come limite temporale per la presentazione del progetto definitivo e del relativo piano finanziario il 15 maggio 2013, per la precisione fra settantuno giorni, per poi poter passare in tempi brevi all’avvio delle procedure operative. E il presidente della Fondazione, Luigi Chiabrera, designato dal sindaco Fassino come rappresentante del comune di Torino, ha dichiarato che “per metà-fine maggio potremmo indire il bando per il progetto finanziario”. A parte il fatto che il presidente della Fondazione sia un “uomo” del Comune e che quindi possa esserci una sorta di conflitto d’interessi sulla sua persona, il termine del 15 maggio indicato dal sindaco di Torino è perentorio o indicativo? Cambierebbe parecchio la situazione se il progetto finanziario dovesse anche solo essere presentato, ed esempio, il 20 maggio? Salterebbe tutto e si dovrebbe ricominciare da capo? Oppure salterebbe tutto e addio ricostruzione del Filadelfia? Domande alle quali solo il tempo darà una risposta vera che dirà chi vuole la ricostruzione del Filadelfia e chi invece spera che prima o poi i tifosi del Toro, gli unici da sempre interessati alla rinascita del Fila, non abbiano più la forza per lottare o vengano schiacciati da poteri politico-economici forti e che quel terreno sia destinato ad altro uso.