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Anno nuovo e Toro vecchio: zero gol e il gioco non convince

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

L’avversario odierno della squadra di Ventura era il Chievo che prima dell’inizio della partita aveva un punto in meno ed era al sedicesimo posto in classifica, quindi non proprio una formazione da far tremare le ginocchia. Nonostante un avversario decisamente alla portata il Torino però non è riuscito a ad andare al di là del pareggio e anche in questa partita nessun gol ottenendo così lo scettro di peggior attacco della serie A, in condivisione proprio con quello della squadra di Maran, confermando così che l’attacco granata è asfittico. Sia ben chiaro la colpa non è solo degli attaccanti perché è la manovra offensiva che è quasi inesistente e di conseguenza le punte vengono innescate con il contagocce e sono costrette o a cercarsi palloni giocabili a metà campo, e in qualche occasione anche più indietro, oppure ad aspettare i troppo rari contropiede, giocando comunque lontano dalla porta avversaria e di conseguenza non essere incisive.

 

Le defezioni di Gillet, Masiello ed El Kaddouri per influenza e quella di Amauri, per un problema muscolare durante il riscaldamento pre-partita, non possono costituire un alibi perché Padelli ha fatto il suo facendosi trovare pronto sui tiri di Dainelli (7’), Hetemaj (31’), Paloschi (34’) e Lazarevic (83’). Stesso discorso per Farnerud che ha disputato una gara non inferiore alle ultime uscite di El Kaddouri, anzi persino un po’ meglio visto che ha tirato in porta tre volte (9’, 69’ e 90’) e che ha lottato su parecchi palloni e provato a verticalizzare in qualche occasione. Amauri non avrebbe potuto fare di più di quello che hanno fatto Quagliarella e Martinez, al massimo sfruttando la sua altezza avrebbe conteso qualche pallone in più ai difensori clivensi, cosa impossibile per Martinez a causa dei centimetri che lascia agli avversari. Anche l’assenza per squalifica di Moretti non ha inciso in modo determinante perché Gaston Silva al suo esordio da titolare nel campionato italiano ha ottenuto un voto sufficiente poiché ha rispettato le consegne e non ha commesso particolari errori, potendo anche contare sul supporto di Molinaro prima e Darmian poi e di Glik pronti ad aiutarlo in caso di bisogno. Certo con Moretti in campo il Torino può impostare più efficacemente la manovra da dietro, però Silva è giovane e da lui non si può pretendere più di tanto.

 

Sulla pochezza del gioco offensivo del Torino la dice lunga il possesso palla del primo tempo, 54 per cento per i padroni di casa e 46 per i granata, che inquadra perfettamente il fatto che la squadra di Ventura persevera nel restare rintanata nella sua metà campo in attesa che giunga l’occasione per ripartire in contropiede, senza provare con determinazione ad imporre il proprio gioco. Un po’ più di grinta il Torino ce l’ha messa nella ripresa, infatti il possesso palla è diventato 47 a 53, ma è stato troppo poco e soprattutto senza sufficienti finalizzazioni, il solo tiro degno di questo nome e per di più dalla distanza è arrivato al novantesimo con Farnerud, una vera miseria e se non si tira nello specchio della porta avversaria non si segna, questo lo sanno anche i bambini dell’oratorio. Oltre ai tiri di Farnerud che però non hanno impegnato Bizzarri in parate di particolare rilievo il Torino può annoverare solo due tiri di Quagliarella, uno respinto  dalla difesa seppur violento e da dentro l’area dopo che Vives lo aveva servito con una punizione battuta abbastanza corta (22’) e l’altro (23’) rimpallato sempre dalla difesa dei padroni di casa. Altra azione degna di nota da parte della squadra di Ventura al termine del primo tempo quando Farnerud di tacco ha innescato Quagliarella che ha messo in mezzo per Martinez che però è stato anticipato, recuperata la palla Quagliarella ha tirato lui e sulla respinta l’accorrente Darmian ha finito per sparare alto il pallone sopra la traversa. Non c’è quindi da stupirsi se il numero delle azioni d’attacco e quello dei tiri in porta sia basso e che la via del gol sia difficile come scalare in montagna una parete verticale. Certamente il Chievo avrebbe potuto e dovuto fare di più, però anche se solo di un punto era dietro ai granata in classifica quindi esponendosi maggiormente ai contropiede del Torino avrebbe avuto più da perdere, però Maran deve pretendere più cattiveria dei suoi sottoporta, con qualche tiro più velenoso forse il gol sarebbe arrivato.

 

E’ risaputo anche fra gli esseri unicellulari che vivono negli abissi degli oceani che il Torino ha bisogno almeno di un regista e di due punte e visto che da ieri è ufficialmente aperta la sessione invernale del calciomercato la società non aspetti ancora a dare i rinforzi che servono a Ventura e a pretendere che l’allenatore dia alla squadra un gioco offensivo degno di questo nome: basta con l’attendere nella propria metà campo che l’avversario conceda l’occasione per ripartire. Sarebbe anche meglio che tutti la smettano di sbandierare, gonfiando il petto, che dopo vent’anni il Torino è tornato a giocare in Europa perché se in patria non si riesce a battere neppure chi è di minore o uguale forza e ci si qualifica una tantum per l’Europa League l’exploit di una stagione si trasforma in illusione e rimane una casualità che nulla ha a che vedere con un percorso di crescita e una programmazione verso il consolidamento nella parte sinistra della classifica, tanto più se si ha il peggior attacco della serie A.


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