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Avere una mentalità vincente è il primo obiettivo del Torino

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it

La possibilità data dal calendario di voltare subito pagina dà al Torino l’occasione per riscattare immediatamente la prestazione troppo sotto tono avuta con il Chievo, che ha portato alla prima sconfitta stagionale. In assoluto la sconfitta non è grave, anche se è coincisa con una prestazione negativa e lo scivolare in classifica dal secondo posto in solitario al quarto in coabitazione. Con una vittoria e una prestazione convincente sul piano del gioco con il Palermo la sconfitta con il Chievo sarebbe archiviata come serata storta e non metterebbe nulla in discussione.

Il Torino non era da scudetto, se non nei rosei sogni-illusioni di chi lo vorrebbe già vedere a certi livelli, e non è una squadra che lotterà per salvarsi, certi catastrofismi non stanno né in cielo né in terra. Il Torino è una squadra che deve pensare ed essere cinica come impone il rango di “damigella di corte”, ossia chi sta a ridosso delle regine del campionato che si aggiudicheranno i primi tre posti, mentre per le “damigelle” sono a disposizione il quarto e il quinto posto. Se la squadra granata non avrà una mentalità adeguata non tornerà a giocare in Europa League, salvo che chi la precederà in campionato non si veda negare la licenza Uefa, stesso discorso vale per la Coppa Italia non si arriva in finale se non si è dei vincenti.

Al momento il Torino non ha la mentalità del vincente altrimenti non avrebbe giocato per due volte nel giro di dieci giorni male al Bentegodi, primo tempo con l’Hellas Verona e tutta la partita con il Chievo. Chi va in campo per conquistare i tre punti non perde tempo a essere troppo attendista, studia l’avversario per qualche minuto e poi impone il suo gioco, anche se chi ha di fronte chiude tutti gli spazi perché ha la capacità di aggirare l’ostacolo. Si possono ammettere delle difficoltà solo se l’avversario è più forte, ma con squadre alla portata come lo erano Hellas Verona e Chievo e lo sarà il Palermo non ci sono scusanti che tengono, partite ravvicinate, infortuni o giocatori giovani che non hanno accumulato ancora particolare esperienza. La maggior parte dei giovani che sono approdati in estate al Torino conoscono già la serie A e le sue insidie, quindi non possono avere cali mentali tali da condizionarne la prestazione, altrimenti vuol dire che sono stati sopravvalutati. Crescere vuol dire prima di tutto essere capaci di affrontare il quotidiano conoscendo i propri difetti e lavorando sodo per eliminarli e puntando tutto sui pregi per raggiungere il risultato.

Il Chievo mercoledì sera non ha disputato una gara perfetta, ha fatto, però, di più del Torino (sei tiri in porta a due compreso il gol partita, cinque tiri fuori dallo specchio a fronte dei tre e sette occasioni da gol contro quattro) e ha vinto meritatamente. Il Torino non deve speculare e accontentarsi del punticino che muove la classifica, ma serve a ben poco da quando la vittoria vale tre punti. Il Palermo sarà un avversario ostico che deve riscattare le sconfitte con Milan e Sassuolo e magari anche il pareggio con il neo promosso Carpi, ma per quanto possa essere determinato a vincere il Torino dovrà esserlo molto di più, anche se si tratta di una normalissima partita di campionato. Lo spirito del San Mamés dovrà animare i granata, quella sì era mentalità vincente.