Belotti e Zaza "a caccia” dei Wolves di Nuno Espirito Santo
Fonte: Elena Rossin
Rispetto e giusta considerazione: è questo che bisogna avere dell’avversario e il Wolverhampton lo merita, ma il Torino non può temere questi inglesi perché farlo sarebbe l’atteggiamento sbagliato per affrontarli. Così come sarebbe controproducente farsi schiacciare dall’obiettivo di raggiungere la fase a gironi dell’Europa League. Il Wolver e la fase a gironi sono entrambi alla portata del Torino, sarebbe stato meglio se fosse arrivato almeno un rinforzo dal mercato, ma è un altro discorso che nello specifico esula dal ragionamento.
Il Torino ha una sua identità come squadra, un gioco organizzato, un allenatore che con il suo staff studia minuziosamente gli avversari e in relazione prepara la partita e può contare su una difesa solida e su più di un giocatore di qualità, quindi, ci sono tutti i presupposti per i granata di partire alla pari con gli inglesi.
E’ banale dirlo, ma come sempre nel calcio, la differenza la farà chi segnerà un gol in più dell’avversario in entrambe le partite, tenuto conto che le reti in trasferta valgono doppio e di conseguenza i pareggi possono in certe combinazioni rivelarsi fatali e poi chi ha veramente la mentalità vincente punta a vincere e non a speculare sul pareggio. Ecco che, quindi, entrano in ballo Belotti e Zaza che da attaccanti hanno come principale compito quello di segnare e poi possono dare una mano ai compagni o fare qualsiasi altra cosa. Senza avere l’ossessione di fare gol, che spesso diventa un boomerang, ma devono mettersi nella condizione di farlo e pretendere che la squadra li supporti. Non si chiede loro di andare all’attacco all’arma bianca, ma riuscire a tenere alta la squadra e farsi trovare pronti nel posto e al momento giusto per spedire la palla in rete.