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Belotti nella vetrina internazionale: su di lui (rinnovo) Cairo si gioca la faccia

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Belotti e Cairo

Con il Torino Andrea Belotti si è solo affacciato al calcio internazionale disputando i preliminari d’Europa League sul finire dell’estate del 2019, mentre è con l’Italia che si sta facendo conoscere sempre di più e anche ieri sera in Bulgaria ha contribuito con un gol ad avvicinare la nostra Nazionale al Mondiale in Qatar del 2022 e sarà protagonista anche dell’Europeo che inizierà l’11 giugno.

Anche quando a livello del calcio internazionale era quasi un sconosciuto Belotti non era passato inosservato agli osservatori dei club esteri, ma vuoi per la nota clausola da 100 milioni vuoi per la volontà del Torino di trattenerlo nessuna trattativa s è ma concretata. Adesso però che a suon di gol, è il più prolifico attaccante dell’era Roberto Mancini Ct, si sta imponendo sulla scena internazionale, con il Torino che per il secondo anno consecutivo lotta per la salvezza e con il contratto in scadenza il 30 giugno 2022 è facile che chi è interessato a lui si faccia sotto.

Da un punto di vista umano è più che comprensibile che Belotti ascolti eventuali proposte che gli possono arrivare, nell’ottica granata perderlo sarebbe un gran guaio e non c’è neppure da spiegare il perché. Del rinnovo con il Torino si vocifera da un po’, il presidente Cairo e il direttore tecnico Vagnati in più occasioni hanno detto che il club ha la volontà di prolungare il rapporto con Andrea, ma finora su questo fronte non ci sono novità.
Cairo da anni è contestato da un numero in constante crescita di tifosi, alcuni sono arrivati a comprare pagine di giornali chiedendogli di cedere il Torino, seppur finora acquirenti veri non si siano palesati, e hanno fatto girare camion vela anche a Milano, dove vive e lavora il presidente del Torino Fc. Quando le partite erano visibili dal pubblico prima della pandemia la contestazione allo stadio e fuori con cori e striscioni non è mancata e poi è continuata anche dopo la chiusura al pubblico degli impianti. Come non sono mancate le scritte e gli striscioni che apparivano in vari punti di Torino, ma anche a Masio, paese dell’alessandrino dove la famiglia Cairo ha le sue origini, e a Milano. Ed è chiaro che se Belotti andrà via dal Torino sarà un ulteriore motivo di contestazione al presidente.

Con l’eventuale cessione di Belotti il Torino non incasserà di certo cifre che si avvicinano a quelle della clausola da 100 milioni, ma se oggi la valutazione del “Gallo” può oscillare tra i 30 e i 35 mln dopo l’Europeo potrebbe raggiungere e forse anche superare i 50. Una cifra che se investita bene e trovando un degno sostituto di Belotti permetterebbe sicuramente di riallestire una squadra alla quale si può dare l’obiettivo di posizionarsi dal decimo posto al sesto-quinto, sempre che nel frattempo non sia finita in Serie B. Con la permanenza di Belotti (che non avverrebbe in caso di retrocessione, senza il rinnovo) facendo valere il contratto in essere, non ci sarebbe questo gruzzolo e il Torino rischierebbe di perderlo a parametro zero nel 2022. Anche con il rinnovo niente tesoretto per le casse granata, ma potrebbe avvenire solo se Cairo adeguasse lo stipendio di Belotti alle cifre dei giocatori del suo calibro e soprattutto gli desse assolute garanzie di allestire una squadra che ha obiettivi ben diversi dalla salvezza. In ogni caso Cairo sul rinnovo di Belotti si gioca la faccia.


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