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Belotti: “Spero di fare molto meglio dell’anno scorso sia per me sia per il Torino”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it

L’attaccante del Torino Andrea Belotti ha parlato in conferenza stampa soffermandosi sul nuovo modo do giocare di mister Mihajloivc e sulle prospettive per il futuro.

Siete soddisfatti del precampionato e quali differenze ha notato rispetto all’anno passato?

“Sono sempre dell’idea che non bisogna essere mai soddisfatti perché si deve sempre cercare di alzare l’asticella e di conquistare, passo dopo passo, nuovi traguardi che si pongono. Sicuramente è un ritiro molto positivo perché c’è grande partecipazione da parte di tutti e siamo tutti a disposizione dell’allenatore e reciprocamente tra di noi. Abbiamo cambiato un po’ il modo di giocare in base alle idee del mister e stiamo lavorando veramente tanto in modo da cercare di assimilare tutte le cose che ci sono richieste in modo che tutti siano pronti e disponibili”.

Con Ljajic e Iago Falque nuovi compagni di reparto come si trova? A che punto è l’intesa fra voi?

“Stiamo lavorando, secondo me, bene, ma non solo con loro anche con Martinez e Boyè. Sono quattro giocatori completamente diversi fra loro, Ljajic e Falque sono più tecnici e a loro piace di più giocare la palla, mentre Matrinez è più veloce e Boyè è bello forte fisicamente e tutti possono essere adattati in tutte le posizioni, a destra e a sinistra, e possono fare bene anche in base alle loro caratteristiche. Il mister ovviamente ci alterna tutti, è una cosa normale perché essendo ancora a inizio ritiro bisogna conoscere bene le caratteristiche di tutti per far si che quando siamo in campo si sappia sempre ciò che si deve fare”.

L’impressione è che il trio d’attacco titolare sia quello composto da lei, Ljajic e Iago Falque.

“Non so se sia un’idea del mister, che sicuramente ha le sue idee, ma so che se gioco con loro oppure con gli altri due per me non è un problema perché devo farmi trovare pronto e fare ciò che mi chiede il mister e quello che so fare”.

Mihajlovic ha parlato di gerarchie fra i portieri, con voi no?

“No, non l’ha fatto, ma nemmeno con i centrocampisti e con i difensori. Sinceramente, io non ho sentito di una gerarchia fra i portieri e penso che in queste partite giocheranno tutti i portieri. Non avendo sentito questi discorsi penso che le cose possano sempre cambiare come successe al Milan l’anno scorso quando Donnarumma esordì e poi non è stato più tolto. Nel mondo del calcio e soprattutto in una squadra gli allenatori hanno il compito di vedere i giocatori e se qualcuno sta meglio è giusto che giochi”.

Boyè ieri con il Lipsia ha disputato una buona gara ed è fra i giovani che devono ambientarsi, come lo vede? E già pronto per la serie A?

“Io l’anno scorso ero arrivato alla fine del ritiro e avevo perso buona parte della preparazione e quando sono arrivato non sapevo quale fosse l’idea di gioco o altro, quindi sono partito da zero rispetto a Boyè che è nel gruppo fin dall’inizio. Lui è forte fisicamente e bravo tecnicamente e in questa parte di ritiro ha avuto tutto il tempo necessario per ambientarsi anche grazie all’aiuto di tutti i compagni sudamericani che l’hanno aiutato con la lingua, senza dimenticare che la compattezza del gruppo l’ha fatto ambientare meglio e l’ha dimostrato anche lui sul campo. Penso che Boyè sia un giocatore valido e che possa fare bene nel Torino”.

Nella seconda parte dello scorso campionato ha fatto tanti gol, crede che il nuovo modulo l’agevolerà ancora di più e che potrà fare ancora meglio?

“Spero di fare molto meglio sia per me sia per la squadra. Come abbiamo detto è cambiato il modulo e giochiamo con una punta, mentre l’anno scorso con due, e ci sono due attaccanti esterni che possono dare una mano. Sto più vicino alla porta e sono l’attaccante di riferimento, nel caso dovessi giocare io. Ci potranno essere tante occasioni che mi permetteranno di fare gol, quindi, sta a me farmi trovare pronto”.

Se la sente di fissare un obiettivo? L’anno scorso era arrivare in doppia cifra per quest’anno diciamo venti gol?

“No, sinceramente sono sempre stato un po’ calmo su questi argomenti e non dico mai una cifra perché penso di dover segnare in ogni occasione che mi si presenta. Non dico un numero, ma sicuramente spero di fare tantissimi gol per me e per il Torino”.

Nella seconda parte della passata stagione è stato l’attaccante italiano che ha segnato di più, ma questo non è bastato per fare ottenere la convocazione in Nazionale. Secondo lei perché?

“Sono molto autocritico e magari non avevo fatto abbastanza per convincere Conte a convocarmi. All’inizio si spera nella convocazione poi dal momento che non è arrivata si è invogliati a fare ancora molto meglio per raggiungere quest’obiettivo che è sicuramente un sogno”.

Ventura quando allenava il Torino disse che lei era da Nazionale ora che è commissario tecnico la convocherà.

“Ci spero perché, come dicevo, penso che sia il sogno di tutti i calciatori rappresentare la propria Nazione, però ripeto, sta a me dimostrare sul campo se merito la maglia Azzurra oppure no. Se non offro risultati e prestazioni è giusto non essere convocato”.

Il fatto che quest’anno debba condì fermarsi le pesa oppure la stimola?

“Vivo questo in modo tranquillo perché alla fine sono sempre un ragazzo giovane e ho tanta voglia d’imparare e se anche sono uno dei più giovani so che posso dare tanto, quindi, non pesa dovermi confermare perché so che se lavoro come devo e m’impegno i risultati arriveranno”.

Ha un contratto con il Torino fino al 2020, se la sente di caricarsi anno dopo anno la squadra sulle spalle per magari arrivare a esserne il capitano?

“Ho firmato un quinquennale con il Torino perché sapevo che questa era la piazza giusta per me e che qui avrei potuto crescere veramente tanto. Sul capitano sento tante voci, Benassi, Moretti, Vives, sono tanti i nomi. Penso che adesso ci sia una gerarchia: Vives è il capitano fino a quando rimarrà, poi quando l’allenatore farà le sue scelte relative alla formazione ne discuteremo con il mister e con tutta la squadra per decidere chi è il vero leader e chi deve portare la fascia”.