.

Belotti stia sereno, anche Dzeko non ha più segnato

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Diventare il capocannoniere della serie A è un traguardo prestigioso e se si riesce a esserlo a ventitré anni giocando in una squadra che non lotta per lo scudetto e neppure per un posto in Champions o anche solo in Europa League diventa un obiettivo ancora più ambito perché vuol dire che i compagni ti hanno supportato, ma che ci si è messo del proprio e parecchio. E’ comprensibile quindi che Andrea Belotti senta il peso di essere insieme a Dzeco in lotta per il primo posto in solitario della classifica marcatori e l’essere tallonato da Icardi, Higuain e Mertens, rispettivamente a una, due e tre lunghezze, aggiunge ulteriore pressione. Non stupisce ed è umanamente comprensibile che il “Gallo” se non si vede servito dai compagni si stizzisca un po’, com’è accaduto nelle ultime giornate. Si sa gli attaccanti devono essere per natura almeno un po’ egoisti altrimenti non riescono a segnare più di tanto, ma il gioco di squadra deve prevalere altrimenti si finisce per riceverne un danno tutti.

Mihajlovic l’ha detto chiaro e tondo che non gli importa chi dei suoi giocatori segna perché prima di tutto viene il bene della squadra che coincide con portare a casa la vittoria, quindi, se uno tira e segna è perfetto, ma se tira e poi non fa gol e c’è un compagno che è meglio piazzato e non è servito allora non va bene per niente. L’egoismo fine a se stesso va bandito. E’ ovvio che con le clausole inserite nei contratti riuscire a segnare più gol possibili vuole anche dire ottenere bonus che si traducono in più soldi nel portafoglio, ma se questo va a discapito della squadra che crea sì tante, anche tantissime occasioni da gol e poi segna poco diventa un boomerang. Basta pensare alla partita con la Sampdoria, il Torino ha tirato ben venticinque volte verso la porta dei blucerchiati e ha segnato un solo gol. E’ evidente a tutti che il divario sia abnorme e assolutamente non accettabile perché Puggioni ha sì fatto delle parate, ma il più delle volte la palla o è finita murata dalla difesa oppure è andata fuori dallo specchio della porta e in tante occasioni c’era sempre un compagno meglio piazzato di chi provava il tiro. Questo è la dimostrazione lampante che è prevalso l’egoismo che alla fine non ha portato a nulla e si è rivelato controproducente per tutti.

Belotti deve essere più sereno altrimenti anche lui perde di lucidità sotto porta e i compagni devono aiutarlo di più starà poi a lui ricambiarli al momento debito ed essendo un bravo ragazzo lo farà com’è già capitato in passato. Nelle ultime due partite con Chievo e Sampdoria il “Gallo” non ha segnato, però anche Dzeco è rimasto a secco, è vero che si sono fatti sotto Icardi, Higuain e Mertens, però, sono rimasti comunque alle spalle dei due attuali capocannonieri. Questo dovrebbe rendere più sereno Belotti perché mancano ancora quattro partite alla fine del campionato e se da una parte nelle prossime due segnare sarà impresa non facile poiché gli avversari saranno Juventus e Napoli dall’altra, poi, ci saranno ancora le gare con Genoa e Sassuolo dove centrare lo specchio della porta, sulla carta, sarà più facile. La lotta per diventare il bomber della serie A è apertissima e agguerrita più che mai, ma il “Gallo” è lì in cima alla classifica marcatori e se non si fa prendere dall’ansia e riceve il giusto aiuto dai compagni può vincere il titolo. Il motto dei tre Moschettieri, Athos, Porthos e Aramis e di D’Artagnan “tutti per uno e uno per tutti” sia fatto proprio dagli attaccanti del Torino, Falque, Ljajic e a turno Boyè, Iturbe e Maxi Lopez, con Belotti nel ruolo di D’Artagnan e tutti alla fine saranno contenti e soddisfatti altrimenti a ridere alla fine sarà Dzeco oppure Icardi, Higuain o Mertens.


Altre notizie
PUBBLICITÀ