.

Belotti superstar, ma anche gli altri giocatori vanno coccolati

di Marina Beccuti

Il Toro è Belotti dipendente, forse non solo in campo ma anche fuori, perché rappresenta i granata ovunque, tra i tifosi come tra gli avversari, esaltato dai media anche per i suoi gesti sportivi in campo. Consacrato anche dai nemici storici come gli juventini. Bene, per una squadra, soprattutto per il Toro che ha una storia particolare, fatta soprattutto di grandi eroi, c’è bisogno di avere un idolo indiscusso, ma questo può essere pericoloso.

Ad esempio prendiamo Sirigu, che è un grandissimo portiere, se Belotti non segna nessuno lo critica, perché comunque si danna in campo, se il portiere sardo sbaglia qualche parata, viene crocifisso. Questo non è giusto. Izzo ad esempio ha dato dimostrazione di aver sposato la causa granata, è stato vicino alla cessione, ma lui ha saputo rialzarsi e  dimostrare di non essere solo un giocatore importante dal punto di vista tecnico, ma anche come spirito. Per non parlare di Ansaldi, che ha sempre manifestato il suo amore per il Toro, sia nelle frasi social, che non sono certo di piaggeria, ma di realtà e lo dimostra anche in campo. Quindi è giusto esaltare Belotti, lasciando però anche spazio agli altri, e il primo ad esserne contento è proprio il Gallo, perché è un uomo generoso e ci tiene che i suoi compagni siano trattati alla pari.