Berenguer: “Il mio obiettivo è giocare e segnare tanti gol. Il mio modello è Neymar”
Fonte: Elena Rossin
L’attaccante del Torino, Alejandro Berenguer, ha parlato in conferenza stampa. Ecco le sue parole:
Ci racconta com’è avvenuto il suo passaggio al Torino?
“Il Torino è una squadra importante e una società storica. Ho scelto di vestire questa maglia perché pensavo di avere maggiore possibilità di giocare rispetto se fossi andato altrove. Ho anche chiesto referenze a Sirigu che era già stato mio compagno l’anno scorso e lui mi ha parato bene del Torino dicendomi che è una società seria. Il Napoli aveva fatto un’offerta, però, poi ha aspettato e così quando è arrivata anche quella del Torino ho valutato e ho ritenuto che fosse la migliore per me”.
E’ vero che in passato ha ricoperto più ruoli in campo?
“Sì, l’anno scorso nell’Osasuna ho giocato in posizioni diverse: terzino, ala destra e ala sinistra. Soprattutto nel finale di stagione ho dovuto adattarmi vista la situazione e anche la concorrenza di altri giocatori. Ma la mia posizione preferita è quella di esterno sinistro”.
Quali sono le sue prime impressioni sul Torino e su Mihajlovic?
“Mi torvo abbastanza bene e ho ricevuto una buona accoglienza dai nuovi compagni che sono molto simpatici. Con il mister non ho parlato molto, ma è grintoso e pretende tanto da noi. Lavoriamo molto e i compagni mi stanno aiutando molto a inserirmi nel gruppo”.
Quali sono le sue caratteristiche tecniche?
“Il dribbling, l’uno contro uno e la velocità. Mi piacerebbe lavorare di più sulla fase difensiva, avevo già iniziato a farlo lo scorso anno nell’Osasuma e vorrei continuare per migliorare ancora sotto questo aspetto”.
Conosceva già il Torino?
“Sapevo della tragedia di Superga e della storia, sono contento di essere qui”.
Conosce Martin Vazquez?
“No, non lo conosco”.
A quale giocatore spagnolo s’ispira?
“A Neymar, ma anche al mio compagno Iago Falque”.
Ha un modello fra i giocatori in Italia?
“Ci sono molti bravi giocatori in Italia”.
Qualche suo familiare vivrà con lei a Torino?
“Mio padre e mia madre verranno a trovarmi, ma sarà mia sorella a venire a vivere con me a Torino”.
E’ fidanzato?
“No”.
Conosceva già Iago Falque prima di trovarselo come compagno al Torino?
“Sì, ed è uno di quelli che mi stanno aiutando di più”.
Ci spiega la clausola inserita nel suo contratto “anti” Athletic Bilbao? (nel caso il Torino dovesse cederlo al club basco dovrebbe dare un bonus maggiore all’Osasuna, ndr)
“E’ una questione fra i club. Personalmente non posso dire che non vestirò mai la maglia dell’Athletic Bilbao”.
C’è rivalità fra lei e l’Athletic Bilbao?
“No, conosco giocatori del l’Athletic Bilbao. In Spagna c’è una sana rivalità fra club”.
Il derby con la Juventus è una partita molto sentita, come se l’immagina?
“E’ una grande partita e so che c’è grande rivalità. Spero proprio di vincere il derby”.
Che idea ha del campionato italiano?
“Non ho visto patite del campionato italiano l’anno passato. Ci sono grandi squadre e vedremo dove arriveremo partita dopo partita”.
Meglio il campionato italiano o quello spagnolo?
“Sono diversi”.
Che differenze ci sono tra il calcio italiano e quello spagnolo?
“Qui si lavora di più sull’aspetto della forma fisica e sul gioco difensivo, in Spagna si privilegia maggiormente il pallone”.
Oltre al Napoli aveva offerte da altri club?
“Dall’Athletic Bilbao in Spagna e dallo Spartac Mosca in Russia”.
Sarà contento fra un anno se …
“Se sarò riuscito a giocare il più possibile, a segnare molti gole e ad aiutare la squadra a piazzarsi più in alto possibile in classifica”.
Nella scorsa stagione qual è stato il tuo momento migliore?
“Nella gara con l’Alaves, quando in casa loro ho segnato il gol della vittoria con un tiro a giro che ci permise di vincere zero a uno. Quello fu il mio unico gol dello scorso campionato, un altro lo segnai in Copa del Rey. Quest’anno vorrei fare meglio”.
Le è dispiaciuto lasciare l’Osasuna?
“Sarà sempre il mio club perché vi sono entrato all’età di dieci anni. A Pamplona c’è la mia famiglia e ci sono i miei amici ed è scontato che un po’ mi manchino”.
Ha mai corso davanti ai tori a Pamplona?
“Non ho mai partecipato alla Festa di San Firmino, ma ci sono andato parecchie volte stando sempre dietro le barriere protettive”.
Ha scelto il numero 21, perché?
“E’ un numero che sento mio”.