Bertoneri: "Io ripudiato da un calcio malato"
Ieri è scoppiato il nuovo calcio scommesse che ha scosso indubbiamente tutto il mondo pallonaro, anche se ormai non fa quasi più scalpore perchè sono sempre tanti i dubbi sulla regolarità delle partite. Un giocatore che è stato "epurato" dal calcio che conta, nonostante le sue indubbie doti tecniche, è Dante Bertoneri, che vorrebbe tornare a lavorare nel calcio, ma finora nessuno gli ha risposto sì. Per essersi rifiutato, negli anni '80 quando davanti a lui potevano aprirsi le porte del calcio che conta, di piegarsi alle scommesse e a prendere farmaci proibiti. Dante da Massa ci tiene a sottolineare una cosa: "Io sono toscano ed un toscano non entra mai in campo per perdere, ma dà l'anima per vincere". Ti è capitato di vedere "certe cose" in carriera? "Certo mi hanno proposto di accettare certi giochetti per le scommesse, ma io ho sempre rifiutato, così di prendere medicine, di fare flebo. Non so se è per questo motivo che poi sono uscito dal calcio e non sono più rientrato". Dante è cresciuto alla scuola del Filadelfia e lì si insegnava a rispettare il calcio: "Certamente, per me è uno sport e tale deve essere. E' divertimento, mi domando come fanno certi campioni a scendere a simili bassezze con tutto quello che guadagnano. Il calcio si è rovinato quando è entrato il business. Ma sono sempre convinto che alla fine prevarrà il bene". Non sempre però è così in questo mondo: "Io sono supportato dalla fede e Dio non ha gli stessi tempi degli uomini, ma alla fine le persone perbene avranno un risarcimento".
Veniamo al Toro, niente playoff: "In effetti è triste pensare che debba fare un altro anno di B. Qui dalle mie parti ci sono tanti club granata e quando qualche tifoso mi riconosce mi parla sempre del Toro. Io ne discuto sempre volentieri perchè per me è stato un sogno averne fatto parte. Io credo che per ripartire bisogna tornare a far rendere al meglio il settore giovanile, avere sempre pronti dei giovani da far esordire in prima squadra. Mancano gli allenatori che mi insegnarono molto, non solo Vatta, ma anche Rabitti, Naretto, Marchetto, Ussello e tanti altri". Tu hai avuto la "sfortuna" di essere stato silurato da Moggi: "Fino a che c'è stato Pianelli la politica dei giovani era predominante, lui ci stava molto vicino e lo ricordo sempre con tanto affetto. Poi dovette lasciare e quando arrivò Moggi, con Bersellini in panchina scelsero di impostare la squadra più su gente esperta che sui giovani e così mi trovai fuori. Moggi mi vendette al Cesena, all'epoca non c'erano ancora i procuratori, per cui bisognava accettare le scelte societarie. Io mi rifiutati perchè non volevo scendere in B, soprattutto quando un giornalista del Tuttosport mi disse che mi voleva l'Avellino in A. Questi miei rifiuti poi li ho scontati".
Bertoneri non vuole però rassegnarsi e spera ancora che qualche società gli dia delle opportunità: "Non pretendo di allenare una prima squadra, ma delle giovanili sì, mi piacerebbe. Oppure fare l'osservatore, qui nell'alta Toscana abbiamo tati giovani interessanti da proporre, senza contare che potrei coprire anche la Liguria e l'Emilia Romagna. Non chiedo ingaggi alti, solo qualcosa che mi permetta di vivere e poter finalmente sposare la mia compagna (Dante è divorziato da anni dalla prima moglie, dalla quale ha avuto due figli ormai adulti, ndr). Il mio sogno? Ovviamente tornare al Torino". In bocca al lupo Dante, un nome importante per la cultura italiana, un ragazzo che ancora crede che nel mondo alla fine possa prevalere il bene. E nel calcio malato una luce di onestà non è da buttare ma da accarezzare. Perchè devono farla franca sempre i "cattivi"?