.

Buona la prima, il Toro spazza via tutti i timori. E intanto Zaza...

di M. V.

Un successo importante quello di ieri sera per il Torino di Walter Mazzarri, che spezza un pericoloso incantesimo che aleggiava nel mondo granata, cominciato con l'impossibilità di poter giocare la prima ufficiale nello stadio di casa. Si, perché i granata sono molto più forti del Debrecen, lo hanno dimostrato al netto della condizione fisica, lo si sapeva sin dal momento del sorteggio, ma poco prima del fischio iniziale dell'arbitro, si poteva scrutare nell'aria la presenza del timore che qualcosa potesse andare storto. Non è stato così, il Toro ha invece ipotecato il passaggio del turno con una prestazione intelligente ottenendo un risultato che non rispecchia neppure un po' l'andamento in campo, perché avrebbe potuto potuto essere più rotondo, ma tant'è. La stagione parte con il piede giusto, ed anche se è inutile (ma bello, in fondo) lasciarsi andare a facili entusiasmi a cui la piazza del Torino è fortemente portata (così come la rotta inversa, ma è una peculiarità del tifo granata, guai a toccarla), non si possono non sottolineare alcuni aspetti importanti che hanno accompagnato il successo sul Debrecen.

Il primo è il non aver sottovalutato l'impegno, un fattore da non sottovalutare. Il secondo è rappresentato dalla scelta, non si sa quanto consapevole, di non intervenire ancora sul mercato: il gruppo gioca a memoria, si trova facilmente mostrando solidità in ogni reparto, annullando di fatto il divario nella condizione atletica. E proprio in riferimento a ciò, non si è vista assolutamente, anzi nell'ultima mezz'ora, nonostante le gambe pesanti, è stato il Toro ad avvicinarsi ripetutamente al gol, poi giunto con il subentrante Zaza. E arriviamo al terzo, proprio il "pelato" materano: siamo sicuri che non sia davvero lui la sorpresa di questa stagione? Non fraintendetemi, di sciocchezze ne ha commesse molte nell'ultimo anno, così come ieri sera con una spinta galeotta si è andato a cercare un giallo evitabilissimo, ma il riferimento non è solo al gol: dialoga con i compagni, emula i rientri di Belotti recuperando un pallone nei pressi del limite dell'area difensivo dopo una rincorsa frenetica sull'avversario, ci prova in precedenza in altre due occasioni, non lesinando mai l'impegno atteso dal tecnico livornese. Vero, era solo il Debrecen, ma non era neppure la Pro Patria (con tutto il rispetto, ci mancherebbe), e se il buongiorno si vede dal mattino...