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Busca: "Questo è il mio progetto Filadelfia"

di Marina Beccuti

Due sono stati finora i progetti presentati in Comune per la ricostruzione del Filadelfia, quello di cui stiamo parlando in questa intervistata, realizzata in esclusiva per TorinoGranata, è il primo in assoluto arrivato sul tavolo dell'amministrazione pubblica torinese. Realizzato dall'architetto Marco Busca, nato a Torino, tifoso granata, ma che vive da anni a Valencia in Spagna, è supportato da vari tifosi, come il gruppo nato su Facebook "Rivogliamo lo stadio Filadelfia", capitanato da Marina Cismondi e seguito da Paolo Barucco, vice presidente del Torino Fd.

Architetto Busca come nasce il suo progetto riguardo al Filadelfia?
Il progetto nasce dalla volontá di un numeroso gruppo di tifosi di proporre un possibile progetto sul Fila dopo troppi anni di silenzio o di proposte considerate totalmente inadeguate.

Questo è stato il primo presentato in Comune, come è stato accolto?
Io mi occupo quasi exclusivamente della parte técnica, peró so che é stato presentato a tutti i livelli dell’amministrazione con una accoglienza positiva, almeno a parole.

Lo sa che ne è stato presentato un altro denominato Ri-Fila. Cosa ne pensa?
Sono contento che ci siano altri architetti-tifosi come me, disposti a lavorare gratuitamente per cercare di ridare una casa al popolo granata. Come filosofía, peró, non la condivido, la loro scelta é un’opzione che noi abbiamo valutato e scartato nella fase iniziale di progetto. Siamo convinti che Capitan Valentino e compagni, se vivessero oggi, non vorrebbero una brutta copia di un vecchio stadio, per quanto mitico, ma vorrebbero il miglior stadio posssibile, con tutta la tecnología attuale. Il vecchio Fila, in cui andavo a vedere gli allenamenti negli anni ’70, suscita bellissimi ricordi, ma da un punto di vista del confort, della sicurezza e persino dell’estetica é ampiamente migliorabile. Per esempio: davvero nel secolo XXI ci sarebbero tifosi disposti a vedere la partita, dalla tribuna, “schivando” con lo sguardo le numerose (12) colonne che sorreggono la copertura?

Pensa che più progetti verranno presentati più si può accelerare la scelta?
Penso che il nostro sforzo abbia giá dato un risultato evidente: “obbligare” altre persone a muoversi e a proporre alternative. Se le proposte avessero un livello di definizione che le rendesse comparabili, credo che sí, potrebbero accelerare il proceso di scelta.


Lei quando si aspetta una risposta definitiva?
Noi siamo tifosi, gente comune, fosse per noi si farebbe in tempi rapidi, anche perché sono giá 15 anni che aspettiamo, ma siamo abituati a vedere promesse incompiute da parte dei politici. Adesso c’é una nuova amministrazione, che aveva dimostrato molto interesse sul Fila in fase elettorale. Staremo a vedere, non mi sento di fare previsioni

Come si articola il suo progetto?
Il nostro progetto si articola su pochi e fondamentali punti:
- Confort e la sicurezza massimi: tutto lo stadio coperto, con seggiolini in legno in tribuna, vicinissimo al terreno di gioco, con una visuale perfetta, con 12 vie di acceso-fuga amplissime e a livello marciapiede. Percorsi ampli e agibili e una tribuna per i “Tori seduti”. Collegamento diretto parcheggio publico (80 posti) e privato (pullmann e giocatori) tramite 8 ascensori, bar, pub, ristoro e servizi per i tifosi.
- Creare una “Casa Granata” che vada oltre la partita o l’allenamento: nel nostro progetto, oltre agli aspetti legati al campo di gioco, abbiamo la Sede della Societá, con sala stampa, videoteca e uffici, 1000 m2 di Museo Granata, 1300 m2 di locali commerciali granata su via G. Bruno, una Foresteria per 16 allievi, sede Toro Camp, ritrovo per anziani (“Granata Grandi”) e per bambini (“Granata Piccoli”)
- Ritrovare la l’anima del Fila: non cerchiamo di copiare la struttura, sí lo spirito. L’involucro del progetto, internamente, é un enorme sciarpa granata che avvolge il campo, un omagggio al bandierone della maratona degli anni ’80, mentre esternamente puó servire a proiettare immagini della storia granata. Omaggio agli eroi di Superga nei nomi delle porte di acceso e nella “Tribuna Invincibili” (31 seggiolini bianchi, sempre occupati, nella fila piú alta della tribuna centrale). Dietro al portone granata originale, il cortile come luogo di ritrovo del popolo granata e con una enorme scritta “FILADELFIA” con uso illuminazione garage e banco di riposo e discussione.

Quali i costi e la tempistica del progetto?
Fare una vera previsione di costi e tempistica a livello di pre-progetto é sempre un azzardo. Certo é che la nostra proposta si valuta sui 10 milioni ed é appoggiata da un serissimo e rigoroso studio finanziario, che ne garantisce la fattibilitá.

Qualcuno dice che il vostro progetto non ricalca l’originale del Filadelfia, ma sembra un’astronave. Cosa risponde?
Come giá detto ci interessa recuperare lo spirito del Fila non l’edificio, ci piace guardare al futuro, in positivo. Sull’aspetto estético, ovviamente, é una questione di gusto. Mi spiace semmai che ci sia qualcuno, che ha súbito creato un ambiente di “sfida” tra le proposte e si inizino a utilizzare termini dispregiativi nei nostri confronti. Io, per esempio, non direi mai che la proposta dei nostri colleghi ricordi il retro di un centro commerciale.

Chi c’è dentro a questo progetto?
Dentro ci stanno tutti i tifosi granata che vogliono e che non hanno interessi speculativi particolari, ma sopratutto non c’é nessuno “dietro”, noi non vogliamo rifilare niente a nessuno. Abbiamo presentato il progetto pubblicamente ed in un foro perfetto, il proprio Fila, “dando la faccia” davanti a tutti, esponendoci a qualsiasi tipo di giudizio, anche se, a conti fatti, abbiamo ricevuto quasi esclusivamente consensi e complimenti.

Lei non vive a Torino ma a Valencia, come segue il Toro?
Lo seguo con il cuore, ma non solo, infatti, nonostante sia un piemontese doc mi si addice poco il termine “bugianen”, viaggio molto e Torino continua ad essere la mia casa.