Cairo: “Darò a Mazzarri i giocatori che vorrà e del livello adeguato compatibilmente con il mercato”
Fonte: Dall'inviata a Bormio Elena Rossin
Il presidente del Torino, Urbano Cairo, a Bormio ha incontrato i media e parlato della stagione e del mercato in entrata e in uscita, ma anche della scelta di andare a giocare ad Alessandria la prima gara di qualificazione all'Europa League e dei primi giorni di Bava nuovo direttore sportivo. Ecco parola per parola cosa ha detto:
Come ogni anno è giunto a Bormio a trovare la squadra, come l’ha vista?
“ Certo, sono in contatto con il mister quotidianamente, ma l'unico giorno possibile per venire era oggi, anche se sarei voluto venire per una partita quella con la Pro Patria di giovedì, ma non posso, quindi, sono venuto qui oggi facendo una sorpresa alla squadra. Sono arrivato ad allenamento finito e il mister mi ha detto tutto. C'è un bel ambiente, un bel clima giusto, c'è entusiasmo, ma anche concentrazione e questo è importante”.
Baselli ieri ha detto che il gruppo è forte e sembra quasi che lanci un appello affinché rimangano tutti, è così?
“Infatti, io l'appello l'ho raccolto il 4 maggio quando andammo al cimitero Monumentale a Torino in occasione del settantesimo anniversario di Superga e in quell'occasione dissi che per noi era fondamentale di tenere tutti, l'ossatura, perché la squadra è forte e si può diventare ancora più forti perché i giocatori sono stati un anno e mezzo con Mazzarri e questo ha un grande valore. Ripartire nella nuova stagione con lui come allenatore con la stessa rosa è ovviamente un qualche cosa in più proprio perché si hanno gli stessi giocatori. Oggi diventa difficile inserire in questa squadra nuovi giocatori perché si ha già una squadra importante: il portiere, la difesa, gli esterni, il centrocampo e gli attaccanti. Forse ci potrebbe essere la ciliegina come si diceva con il mister ... vediamo se riusciamo a trovare l'opportunità giusta. Tutti i nomi che ho letto sui giornali non è detto che siano quelli giusti, forse sì forse no”.
Magari Verdi?
“Sì, però …”.
Problemi con De Laurentiis?
“No, è un amico. Mi ha chiamato ieri deve parlarmi di altre cose ed è stato affettuosissimo. Abbiamo un bel rapporto, questo però non vuol dire che mi regali i giocatori non me l'aspetto da lui e da nessuno. Non vuol dire che non abbiamo delle alternative, in tutte le cose bisogna avere uno, due o tre obiettivi più o meno di pari livello e poi si sceglie quello che è possibile in relazione alle compatibilità tecniche, economiche, di tempi di realizzazione. Anche la compatibilità economica è importante, la squadra è arrivata al settimo posto e purtroppo non è bastato, ma meno male che avevamo i conti in regola perché avendo i conti in regola ci ha consentito di subentrare al Milan che purtroppo per lui non li aveva e se noi avessimo avuto anche noi in Europa League ci sarebbe andata la Sampdoria a scalare. Bisogna stare attenti anche a questo e fare le cose compatibilmente con quello che si può fare. Noi abbiamo tenuto tutti al momento ed è quello che io voglio fare e speriamo di riuscire a farlo in quanto questo è l'obiettivo. Quando si tengono i giocatori così importanti è come aver comprato dei top player. Ci sono squadre anche importanti che fanno ribaltamenti, che vendono tre-quattro giocatori per motivi legati al Financial Fire Play, fortunatamente noi non abbiamo neanche un euro di debito perché i soldi li ho messi problema e poi fortunatamente li abbiamo imparati a gestire così oggi non abbiamo debiti pur non avendo venduto praticamente nessun giocatore lo scorso anno e quest'anno sono stati venduti i giocatori che erano fuori dal progetto tecnico. Niang, che peraltro considero un giocatore eccellente, da noi non ha dato quello che avrebbe voluto forse anche perché è più bravo in un ruolo da prima punta, ma in quel ruolo c'è Belotti e avrebbe potuto soltanto giocare insieme a Belotti e forse Niang giocare da esterno rende meno e quest'anno ha fatto bene quindi l'hanno riscattato”.
È rientrato dell'investimento?
“Sì, non abbiamo perso soldi e abbiamo pareggiato. Quindi bene. Anche Ljajic era ormai fuori dal progetto e peraltro ha fatto bene al Besiktas e sono contento per lui. Abbiamo soltanto venduto giocatori che non erano con noi l'anno scorso e abbiamo fatto rientrare Lyanco, che è un giocatore importante e che mi hanno chiesto come altri giocatori, tu che ti ha fatto una piccola cosina, ma abbiamo una difesa con giocatori di altissimo livello. Tutta la squadra. Vedremo che cosa riusciremo a combinare e chiaramente siamo pronti a fare le cose, ma che siano logiche e che diano un valore aggiunto perché il mister mi ha sempre detto che prendere per prendere non serve, ma bisogna prendere per avere un valore aggiunto. Ed è questo l'obiettivo”.
Quest'anno ci sono molti impegni in più, compatibilmente con tutto ciò che ha detto però c'è bisogno di giocatori in più perché un infortunio o una squalifica possono sempre capitare ...
“E' vero”
Riuscirà a dare al mister qualche giocatore in più nel più breve tempo possibile?
“Sì, dal punto di vista numerico darò al mister tutti i giocatori che lui mi chiederà e del livello evidentemente adeguato che lui vorrà compatibilmente con le possibilità che ci sono in relazione anche al mercato. Sicuramente facciamo e faremo il meglio senza dimenticare qualche giovane forte che c'è e potrebbe dare una mano. Il tema è anche quello di riuscire a valorizzare tutti i buoni giocatori che si hanno e qualche giovane forte c'è. Noi vogliamo dare al mister tutto quello che a lui serve e nel minor tempo possibile, anche se poi la squadra lui ce l'ha, l'undici ce l'ha e tutto ciò che gli si darà in più, che gli serve come alternativa, prima arriva meglio è, però, non è che stiamo parlando di quando eravamo un ritiro con Ventura agli inizi che mancavano i giocatori che facevano parte dell'undici perché qui si ha l'undici più altri quattro o cinque e si devono avere anche i sette e gli otto e ce li avremmo. Arriveremo ad averli più presto possibile compatibilmente con i tempi del mercato che chiaramente vanno rispettati”.
Per quel che riguarda il secondo portiere?
“Anche su questo stiamo lavorando, ci sono varie possibilità e alternative. Rosati è altro che un secondo portiere, secondo o terzo vediamo. Stiamo lavorando e ci sono varie possibilità e va scelta anche una filosofia”.
Più giovane o meno giovane?
“Esatto e bisogna sempre stare attenti perché il ruolo del portiere è delicato e ti sta dietro come secondo o come terzo deve essere una persona non per bene, ma di più”.
Caratterialmente?
“Certo perché tutti vogliono giocare, ma se ha voglia di giocare e dà fastidio al primo non è mai bello anche se nostro primo non si fa dare fastidio da nessuno”.
Fra i difensori c'è anche Bonifazi che avete contro-riscattato dalla Spal, l'obiettivo è tenere anche lui? Si aspettava che come Lukic anche lui avrebbe accorciato le ferie?
“Sono cose che evidentemente bisogna chiedere se se ne ha bisogno, così come ha fatto il mister con Lukic poiché c'era un problema a centrocampo e il ragazzo ha dato disponibilità. In difesa, invece, prima degli Infortuni eravamo a posto, sono cose che stanno al singolo. Dico che a uno che viene prima lo ringrazio e a uno che non arriva prima non gli metto la croce addosso”.
Mazzarri le ha chiesto la ciliegina sulla torta?
“E' a dieta, quindi, non mangia ciliegie (ride, ndr). Lui è una persona che ha grande senso della società, del team e di tutto, ma chiaramente mi chiede ciò che è opportuno fare, ma anche nei tempi e capendo le logiche. È un uomo intelligente, sa che cosa vuol dire il mercato e comunque ha il 95% di quello che gli serve, non è assillante. Poi se arriva la ciliegina è ben contento, questo è evidente”.
Come procedono i primi giorni di Massimo Bava da direttore sportivo?
“Direi molto bene, è positivo. In questi giorni è oberato di cose da fare come è ovvio che sia quando si assume un nuovo incarico. Peraltro lui era già stato direttore sportivo in altre squadre di serie minori, in Serie C e D, Cuneo, Canavese e prima ancora Volpiano, ma mi sta piacendo per come sta operando in modo molto prudente e sottotraccia, però, è attento, è intelligente e conosce le logiche, conosce le abitudini di certi volponi di mercato e mi sembra molto intelligente, sveglio, veloce. Direi bene, abbiamo appena iniziato, ha bisogno di tempo ì, ma mi sta piacendo per ciò che sta facendo”.
Per giocare la prima gara di qualificazione all’Europa League ad Alessandria ha spinto più lei o Mazzarri?
“Io non ho affatto spinto, anche se è un posto vicino a casa, ma io sono nato a Milano e mi sento milanese, però, mio papà è nato in zona in provincia di Alessandria e mia mamma ci è andata per molto tempo da quelle parti. Io vi andavo da ragazzino in vacanza, i miei nonni abitavano lì e sono molto legato a quelle terre, ci mancherebbe altro, ma questo non vuol dire che abbia spinto per andare a giocare lì poiché io ho spinto per andare in uno stadio da 30000 persone. In Italia in questo momento non c'è uno stadio disponibile, a parte Udine che non è facile raggiungere. Se avessimo scelto Udine con i suoi 25-30000 posti la gente ci sarebbe andata di giovedì? C'era anche Cesena, ma è ugualmente lontana. Abbiamo provato prima con Sassuolo poi con Bergamo, Parma, Genova, Milano, Firenze, l'Olimpico di Roma e Brescia, tutti gli stadi possibili, ma purtroppo o c'era il rifacimento del manto erboso o dei concerti come da noi oppure la rimessa a punto dello stadio. Morale, non abbiamo trovato nulla oltre Udine e Alessandria e alla fine è rimasta Alessandria. Mi fa piacere, ma non ho scelto. Comunque sarà una bella bolgia, abbiamo avuto l'ok per 4000 posti, ma volgiamo mettere i seggiolini per ulteriori 2000 posti in tribuna Nord e speriamo che l'Uefa ci dia l'ok e noi pagheremo il costo dei seggiolini anche se li useremo una volta sola, ma pur di portare allo stadio tutti i granata che vogliono venire, che non sono 6000 ma 30000 e anche di più, faremo di tutto e di più per aggiungere questi 2000 posti. Sono contento di andare ad Alessandria e il presidente Di Masi è stato gentilissimo, come il sindaco, il prefetto e tutti quanti che sono stati disponibilissimi, anche perché per Alessandria è un evento pazzesco, ma avrei voluto andare in un posto con uno stadio da 30000 posti perché ho 25000 tifosi che non potranno entrare e ne sono molto dispiaciuto”.
Quali sono i tempi tecnici dell'Uefa per dare una risposta?
(Interviene il direttore operativo Barile, ndr) “Ieri è stato dato un ok di massima e lunedì prossimo ci sarà la risposta definitiva”. (Prosegue Cairo, ndr) “Anche perché non possono dircelo il 24 sera per il 25. I seggiolini li abbiamo, ma vanno montati”. (Interviene ancora Barile, ndr) “Oggi iniziano a montarli, ma ci vuole tempo per montarli tutti”.
La partita sarà trasmessa in televisione?
“Sì, potrebbe essere trasmessa da Sky”.
Sta pensando d’investire per avere lo stadio di proprietà?
“Mah, diciamo che l’Olimpico Grande Torino è nostro tutto l’anno, ma in questo caso ci sono stati una serie di fattori che hanno congiurato. A Torino quanti stadi ci sono ? Lo Stadium, il Grande Torino e il Filadelfia. Facciamo un altro stadio? Non so, può darsi. Ma mi sembra un po’ … Adesso intanto facciamo il Robaldo, che è molto importante ed è fondamentale farlo bene. La cosa da farsi è avere lo stadio disponibile e fare i concerti in date che non si sovrappongono. Bisogna organizzarsi in modo tale che un concerto non si faccia il 17 luglio, bastava che il concerto si fosse fatto il 10 ed eravamo a posto. Serve una tempistica, d’altra parte il campionato è finito il 26 maggio e fino al 10 luglio c’erano 45 giorni per fare tutti i concerti che si volevano”.
I concerti hanno una programmazione a lungo termine.
“Lo so, ma si deve anche avere un attimino d’attenzione. La città di Torino deve avere riguardo per i suoi cittadini del Toro che magari possono avere bisogno dello stadio. Non dico che non ci debbano essere i concerti, ma che non siano programmati oltre il 10 luglio e non andare avanti fino alle 17. È vero che non eravamo in Europa, però, in realtà non lo sapevano quando hanno stabilito le date dei concerti tu quando credo che le abbiano stabilite molto tempo fa e potevamo essere in Europa, non per niente è difficile che una squadra che arrivi a 63 punti non vada in Europa, infatti, non succedeva da 15 anni e quindi avremmo dovuto essere in Europa e c'era il problema”.
Le ha fatto piacere l'accoglienza dei tifosi?
“Molto, moltissimo. E' sempre una bella cosa quando c'è salvagente del Toro entusiasta che ti saluta con affetto e con grande entusiasmo, è una bellissima cosa”.
E' difficile vedere due giocatori come Belotti e Zaza che si contendono il posto e che sono così amici.
“È una bella cosa”.
Ansaldi ha detto che è una squadra di bravi ragazzi quindi è difficile inserire nuovi giocatori, ad esempio, se Balotelli si offrisse al Torino sarebbe un problema inserirlo.
“Per carità Balotelli è un giocatore di altissimo livello però sei in una squadra, in una società e in ambiente che ha trovato dei suoi equilibri molto buoni e chiaramente quando s'inserisce un giocatore, ma non Balotelli bensì qualsiasi giocatore bisogna stare molto molto attenti a come questo giocatore s'inserirebbe, a come verrebbe accolto, al fatto, come si diceva una volta, se è uno che sta in cesta. Questi sono tutti i ragazzi che, pur nelle loro tipicità e nel loro modo di essere alle volte anche abbastanza simpatico, stanno insieme bene, stanno bene in cesta con un bravo mister che li ha molto bene educati dal punto di vista il lavoro di squadra, quindi, bisogna stare molto attenti. Questo vale per tutte le organizzazioni in una squadra di calcio a maggior ragione”.
Da chi si aspetta quest'anno un salto di qualità? Magari da Meïté?
"Posto che tutta la squadra deve darti un grande apporto, quello che conta veramente tanto essendo uno sport di squadra è il gruppo e non come l'altro ieri nel tennis che c'erano due campionissimi ed erano soli in campo, anche se si trattava persino in quel caso di uno sport di squadra perché che Federer sia resistito 4 ore e 58 minuti a Nadal vuole dire che ha un preparatore eccezionale, così come mi hanno detto. Quindi anche nel tennis conta la squadra anche se in campo ci va uno solo. Nel calcio a maggior ragione conta la squadra al 100% perché l'aiuto dei compagni è fondamentale. Non vorrei parlare di uno o dell'altro l'avevo detto in una recente intervista che mi aspettavo uno come Falque che nell'annata scorsa è stato meno incisivo perché nelle due annate precedenti in ognuna aveva fatto 12 gol e 8 assist, quindi, aveva partecipato a 20 gol, o facendoli oppure facendogli fare oltre a tutto quello che aveva fatto, ma l'anno scorso ho avuto purtroppo una serie d'infortuni che lo hanno un po' fermato. Ecco io ho citato Falque perché so chi è e di conseguenza so che può fare una stagione molto bella e poi adesso che ha la maglia numero 10, che è un numero speciale nel calcio, evidentemente anche questo lo gratifica in maniera particolare. Per il resto, se siamo arrivati al settimo posto con 63 punti vuole dire che abbiamo una squadra che ha reso tantissimo. È chiaro che un giocatore può avere una maturazione ancora migliore lei ha citato Meïté, ma potrei dire Lukic, che è giovane e lo scorso anno ha fatto vedere delle cose belle e importanti e può fare ancora di più. Lo stesso Baselli, per dirne un altro a centrocampo, che è un mio pallino e credo che abbia un potenziale ancora inespresso che è incredibile, ma che sta esprimendo. E dico anche Zaza”.
Zaza è una sua rivincita?
“L'ho acquistato lo scorso anno e l'ho fortissimamente voluto l'ultimissimo giorno di mercato ed è arrivato. Secondo me, purtroppo, lo scorso anno non aveva fatto un grande ritiro e non era in condizioni fisiche come aveva bisogno di essere e come servono a ogni calciatore per cui ha faticato un po'. E poi quando si arriva e si è un calciatore molto importante, un Nazionale e si è avuto un prezzo d'acquisto importante tutti si aspettano da uno così fin da subito grandi cose, ma se non si è fisicamente perfettamente a posto si fa più fatica e questo innesca dei meccanismi magari non positivi. Alla lunga ho però visto che lui ha recuperato e finito il campionato alla grande. Secondo me quest'anno Zazà farà bene. Sull'amicizia con Belotti ho detto che è una cosa molto bella, ma attenzione i due possono giocare anche insieme. Il mister ha la capacità di suonare tanti pianoforti”.
Sta provando anche il 3-4-1-2.
"Zaza lo vedo benissimo, vedo che fa gol e che li fa fare. Ha la testa giusta ed è positivo. Devo dire che vedo tutti bene, ma cito lui perché me lo avete chiesto. Ho visto Belotti in grande spolvero e anche i giovani".
Ha dovuto dire molti no a chi le chiedeva di vendergli suoi giocatori?
“Ci sono interessi per i nostri giocatori e questo mi fa molto piacere, però, come dissi il 4 maggio che il Grande Torino è inarrivabile, ma quella squadra è arrivata ad essere il Grande Torno perché per quattro anni di fila la squadra praticamente ha avuto un unico innesto, se non mi sbaglio Menti, ed era rimasta formata dagli stessi giocatori. Mazzola, Gabetto, Loik, Ossola, Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Castigliano, Rigamonti, Grezar con l'arrivo di Menti come nuovo e Ossola diventò titolare. Dopo essere stato al cimitero mi sono andato a rivedere gli annali e rivedendo sempre la stessa squadra mi sono detto che la continuità, non che voglia rifare il Grande Torino, che mantenere i giocatori forti è fondamentale, è la cosa più importante. Aggiungere un giocatore all'anno: il Grande Torino faceva così. Anche il Torino degli anni settanta, quello di Pulici e Graziani, è un Torino che ha che ha mantenuto l'ossatura l'ossatura per molto. Castellini in porta è rimasto molti anni, piuttosto che altri giocatori come Salvadori o Mozzini o Patrizio Sala, Claudio Sala, Zaccarelli e gli stessi Graziani e Pulici. Pensate a quanti anni sono rimasti per questo dico che la continuità è fondamentale. Tenete un grande giocatore è come prendere un top player. Izzo, Nkoulou, che sono evidentemente apprezzati, il nostro Sirigu, che è anche lui è molto apprezzato, così si fa argine. Mi hanno chiesto almeno sette-otto giocatori. A ben pensarci (ha iniziato a contare e a chi ha detto a iniziare dalla difesa che con il portiere fanno 4 ha risposto di non far nomi e che parte nel contare da non si sa dove e allora gli è stato detto dall’attacco e si èmesso a ridere, ndr) nove. Non è poco”.
E siamo solo al 15 luglio.
“Stiamo iniziando la stagione e a meno che non ci sia qualcuno che mi viene a chiedere in modo esagerato di andare via tengo tutti”.
Qualcuno è venuto a dirle che vuole andare via? Forse uno sì?
“Ma no … sono cose che non si dicono. Sono tutte persone che vogliono il bene del Toro. Se siamo qui e non abbiamo venduto nessuno è perché abbiamo parlato, ragionato e fatto un “moral suasion” (una persuasione morale, ndr) e ci siamo riusciti con facilità”.
Pensa di doversi battere ancora molto per scongiurare la Superchampions?
“La Superchampions che cos’è? Non so che cosa sia (ride, ndr)”.