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Cairo: "Esonerare Colantuono? Neanche per sogno"

di Giulia Borletto

Cairo si confessa e sottolinea di non aver mai avuto nessuna intenzione di esonerare nuovamente Colantuono. Voci riguardanti un suo possibile allontanamento, sono trapelate tra i mass media, il giorno dopo la disfatta di Crotone. Forse più che la voglia di far preparare per la seconda volta nel giro di un campionato, le valigie al tecnico romano è stata l'amarezza a dettare la rabbia del patron granata. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare: questa doveva essere la filosofia del Torino targato finale di stagione hot. Mancano 5 gare alla conclusione dei giochi e a così poco dal traguardo finale, sembra che i remi siano stati messi in barca e che la stanchezza abbia preso, inspiegabilmente, il sopravvento. Anche il patron granata sembra essersene tristemente accorto, ma a chi ha detto che solo grazie alla presenza Petrachi è riuscito a frenare gli istinti "omicidi" verso Cola risponde: "Petrachi non ha dovuto convincere proprio nessuno perché non c’era assolutamente nessuno da convince­re" si legge oggi sul TuttoSport. " Non mi è mai passato nemmeno per l’anticamera del cervello, né la prima né la seconda se di anticamere del cervello ne esistessero due, di esonerare Colantuono. Dopo la sconfitta con il Crotone abbiamo svolto un summit con il tecnico e il ds, come da abitudine al termine di quasi tutte le partite indipendentemente da risultato. Peraltro sono io il primo a cercare di sdrammatizzare e smorzare la tensione inevitabile che si viene a creare dopo una partita, a maggior ragione dopo una sconfitta".

"Sinceramente" continua tra le pagine del quotidiano torinese, "sono rimasto allibito alla lettura di quei giornali che hanno scritto certe cose. Non riesco a capacitarmene. Anche perché riguardo Colantuono ho già sbagliato una volta: l’ho esonerato e mi sono amaramente pentito di averlo fatto. Sono già dispiaciuto per quello, figuriamoci se ricasco nell’errore: ne ho fatti molti, però sono capace di imparare dai miei sbagli. A maggior ragione come posso imputare qualcosa a Colantuono dopo la cavalcata del girone di ritorno? Ha preso la squadra a due punti dai play out e l’ha portata a due punti dai play off. Certo, a tutti dispiace aver perso punti importanti per strada nelle ultime quattro partite, però questo è il cal­cio. A Lecce ci siamo fatti gol da soli, con Piacenza e Cesena siamo stati punti da episodi beffardi, a Crotone abbiamo preso un gol incredibile. Però è comprensibile che si possa tirare un po’ il fiato dopo una rincorsa del genere: io stesso ho parlato con Colantuono tra­smettendogli fiducia e ottimismo. Abbiamo ancora cinque gare: io per primo, l’allenatore, i dirigenti, tutti insieme dobbiamo mettere la squadra nelle condizioni di dare tutto quello che ha e anche quello che non ha. Voglio rivedere quella rabbia, quella cattiveria con cui abbiamo vinto a Modena, in dieci. Siamo come di fronte alla scalata di un ottomila, quando devi tornare indietro per affrontare l’ultima ascesa. Oppure, usando una metafora borsistica, come quando dopo un rialzo hai un periodo di assestamento: ora affrontiamo l’ultima gamba del rialzo".


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