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Cairo: “Innesti giusti e mirati senza fare chissà che cosa”. Ma qualche cosa d’importante va fatto

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

A margine della salita al colle di Superga del settore giovanile il presidente del Torino Urbano Cairo ha detto alcune cose sul mercato senza ovviamente sbilanciarsi su nomi sia in entrata sia in uscita. La cosa più importante sono state le linee guida di questa sessione di mercato. Il mercato, infatti, sarà fatto senza proclami e fin qui nulla da ridire come sono anche condivisibili gli innesti giusti e mirati, ma qualche cosa da puntualizzare, invece, c’è sul “senza fare chissà che cosa come ha detto anche Mazzarri”. Per essere precisi Mazzarri aveva detto al termine della partita con la Spal che: “Il prossimo anno metterò tutti in concorrenza e non voglio una rosa più numerosa di quello che servirà, vorrei che il settore giovanile fosse in contatto continuo con noi e che tre-quattro ragazzi stiano in rosa e rinforzare i primi undici rispetto a quest’anno. Tutti dovranno essere motivati e giocare per la squadra e nessuno per se stesso. Questo m’interessa”.

Una rosa snella e rinforzare gli undici rispetto a quest’anno ha un solo preciso significato: non eccedere nell’aver per ogni ruolo più di due giocatori, ma soprattutto avere dei titolari di qualità che rendano la squadra migliore di quella di questa stagione. Sinceramente parrebbe un po’ più di non fare chissà che cosa. Cairo aveva detto che la rosa dello scorso anno era la migliore degli ultimi venti o trent’anni, ma in campo non si è rivelata proprio così visto l’andamento altalenante sia nel girone d’andata quando l’allenatore era Mihajlovic sia in quello di ritorno quando è stato preso Mazzarri. Si possono fare tutte le considerazioni che si vogliono e arrivare ad addossare tutte le colpe all’allenatore serbo e giustificare Mazzarri che non aveva a disposizione una squadra costruita per la sua concezione di gioco, ma resta il fatto che il nono posto in coabitazione con la Sampdoria e non aver lottato fino alla fine per un posto utile per l’Europa League non possono essere ignorati.

La squadra della prossima stagione ha bisogno di innesti mirati, ma importanti in termini di qualità in tutti i reparti per risultate sul campo migliore di quella che ha da poco terminato il campionato. Servono titolari, quindi, calciatori pronti e finiti che non debbano aver bisogno di tempo per integrarsi, rilanciarsi o conoscere il campionato italiano come ha garbatamente chiesto Mazzarri, non giocatori scommessa e non servono neppure tanti giovani poiché l’allenatore ha detto che vuole maggiore interazione con il settore giovanile in modo che tre-quattro ragazzi si allenino regolarmente con la prima squadra e se ne deduce di conseguenza che vadano ad integrare la rosa. Cairo ha anche detto che bisogna lasciar agire il direttore sportivo Petrachi in tranquillità in modo che sotto traccia possa lavorare. Per carità ci mancherebbe, però, finora i giocatori che sono starti accostati al Torino non sono superiori a quelli che già ci sono e la trasferta in Sud America del direttore sportivo ha riguardato, per quanto si sa, giovani che mai si sono cimentati con il calcio europeo, magari diventeranno dei grandissimi campioni e saranno in grado di adattarsi immediatamente al gioco di Mazzarri e al calcio italiano, ma fino a prova contraria si tratta di ragazzi di belle speranze. Anche i giocatori italiani o che giocano in Italia e altri stranieri che si cimentano nei campionati europei non hanno profili che garantiscano il salto di qualità alla squadra, nulla ovviamente vieta che una volta in granata si rivelino del calibro di N’Koulou e Sirigu grazie anche al sapiente lavoro di Mazzarri o che Petrachi stia agendo così segretamente che le indiscrezioni finora trapelate si rivelino tutte infondate e che, invece, prenderà calciatori che hanno esperienza sufficiente e capacità comprovate per riportare il Torino in Europa. Va da sé che nessuno fra i migliori giocatori dell’attuale rosa, Ljajic, Belotti e Sirigu su tutti, sarà ceduto o che se accadesse sarà sostituito con uno più forte. Il mercato non ha ancora aperto i battenti e c’è tempo per fare tante cose e come sempre sarà il campo a stabilire se in sede di calciomercato si è agito bene o non si è fatto abbastanza.


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