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Cairo: “La solidità della squadra è la cosa più importante. Sono pronto a cogliere le opportunità del mercato”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Urbano Cairo

Il presidente del Torino, Urbano Cairo, alla fine della partita vinta per cinque a zero con lo Shakhtyor Soligorsk, che di fatto proietta la squadra agli spareggi per accedere alla fase a gironi dell’Europa League e rende il ritorno una formalità, si è soffermato nell’antistadio a palare con i giornalisti presenti. Ecco che cosa ha detto:

Questo cinque a zero è la vittoria più larga della sua gestione a livello internazionale?

“Vincemmo cinque a uno con il Copenaghen in Danimarca e un quattro a zero con il Brommapojkarna quindi sì questa è la vittoria più larga a livello internazionale”.

Si è visto Belotti al servizio di Zaza che ha cercato di aiutare il compagno a segnare.

“Ho visto. Devo dire che ha fatto una grande partita e i due si trovano molto bene, stanno facendo benissimo. Anche Berenguer ha fatto cose spettacolari. Era imprendibile e ha procurato il rigore poi realizzato da Belotti, ma in generale ha servito i compagni in maniera splendida. Eccezionale. Devo dire che sono molto contento. Bene anche Bonifazi che è entrato benissimo. Bravo. Sono contento e anche di Bremer”.

Bonfazi è stato il decimo no che ha detto a chi le chiedeva un suo giocatore?

“Decimo, undicesimo, dodicesimo. Numeri alti (ride, ndr) Tutti alla grande, cito un giocatore o l’altro, ma potrei farlo con tutti. Meïté anche lui ha fatto cose eccellenti. Baselli benissimo. Singo è entrato e ha fatto bene anche lui”.

La squadra gioca quasi a memoria.

“Migliorare questa squadra non è facile. Lo dicevo prima della partita quando Sky mi ha intervistato che se oggi si prende un giocatore il mister lo fa giocare subito? No, anche perché non credo che prenderemo Messi. Se si prendesse un giocatore importante, anche dal punto di vista patrimoniale, il mister non lo farebbe giocare subito perché qui c’è una squadra … Chi si può togliere?”.

E’ vero che magari non giocherebbe subito, ma per inserire un nuovo giocatore ci vuole tempo e fra poco ci saranno tre partite nel giro di una settimana, l’andata con i Wolverhampton che ha vinto quattro a zero e passerà il turno, la prima di campionato e il ritorno in Inghilterra, tenuto conto anche degli infortunati, qualcuno in più non servirebbe?

“Con lo Shakhtyor c’erano fuori Aina, Lyanco, Falque e Djidji, quattro giocatori che stanno recuperando (Aina non è infortunato, ma si aggregherà a breve per aver posticipato le vacanze per gli impegni con la Nazionale in Coppa d’Africa, ndr) e credo che saranno a disposizione fra due settimane e comunque sono giocatori importanti. Djidji era titolare l’anno scorso, Aina anche per non parlare di Falque e Lyanco lo è stato nel Bologna ed è un giocatore importantissimo anche lui. Sono già quattro più quelli che erano in panchina e c’erano Lukic e Rincon che fanno sei”.

Ma in lei resta la voglia di pensare alla ciliegina da mettere sulla torta?

“La ciliegina la piazziamo se troviamo la ciliegina vera che piace al mister, che è fattibile, che è giusto prendere et cetera, et cetera. Sono ben lieto di farlo. Il fatto di fare delle operazioni che ci sono utili mi fa sempre piacere, però, si tratta di capire se … “.

Si può fare il nome di Verdi?

“A me non piace parlare di giocatori di altri perché è veramente indelicato e quando l’hanno fatto in relazione ai miei giocatori mi ha dato molto fastidio, quindi, non voglio parlare di giocatori altrui. Dico che in generale alle volte può succedere che un giocatore non si riesce a prenderlo perché l’altra società non ha fatto le cose che doveva fare e prima di liberare un giocatore deve prendere altri giocatori”.

Se al Napoli non arriva Lozano Verdi non può andare via?

“Non lo so, lei continua a parlare di Verdi, ma io stavo facendo un discorso generale. Noi oggi abbiamo una squadra che è stata confermata in tutti i suoi elementi aggiungendo Lyanco che al momento è infortunato, ma che ci sarà e Bonifazi che ha giocato facendo una bella partita e ha anche segnato e dei giovani come Milico che a Debrecen ha fatto gol piuttosto che Rauti. che piace molto al mister, e Singo che è un giovane che promette bene. E’ la stessa rosa dell’anno scorso che considerando il girone di ritorno ha conquistato punti che l’hanno collocata al quarto posto a un punto da Juventus e Milan e un po’ più distaccata dall’Atalanta. Lo Zaza di quest’anno avendo fatto il ritiro con il mister è in questa bellissima forma. E’ apprezzato dal mister anche per l’accettare di stare in panchina, per aver fatto un ritiro allo spasimo, per il dimostrare di avere una grandissima voglia e per avere una grandissima intesa anche con Belotti. Oggi abbiamo Zaza che c’era già l’anno scorso, ma che, secondo me, è un giocatore nuovo. Sono ben lieto di fare tutto ciò che va fatto, ma dobbiamo riuscire a trovare le compatibilità”.

Magari sulle fasce serve un innesto visto che ci sono De Silvestri, Ansaldi e Aina e un quarto non servirebbe secondo lei?

“C’è anche Berenguer”.

Sì, ma non ha il physique du rôle tipico del giocatore di fascia.

“C’è Parigini”.

Ma al momento non è infortunato?

“No, è riaggregato alla squadra e si sta allenando. Non è stato convocato con lo Shakhtyor Soligorsk perché si è appena riaggregato, ma sta benissimo. E’ stato operato è sta benissimo”.

I no che ha detto a chi le chiedeva suoi giocatori hanno contribuito a creare una squadra solida?

“L’ho fatto volentieri, anche se ho rinunciato a molto. L’avevo detto che questa idea mi era venuta il 4 maggio al Cimitero Monumentale quando si commemorava il Grande Torino e ho letto l’età di quei giocatori sulle lapidi ristrutturate, Operto aveva 22 anni, Martelli  23, e allora poi sono andato a rivedermi le formazioni di quegli anni del Grande Torino negli almanacchi e mi ha colpito che alle volte erano le stesse e altre volte era inserito un giocatore. Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano … a un certo punto l’unico nuovo è stato Ossola e poi un altro che è stato inserito è Menti, ma la difesa è rimasta tale per cinque anni di fila Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti e Castigliano. Gabetto non si è mai mosso, Mazzola e Loik neppure, gli unici che sono cambiati i due esterni Ossola e Menti. Punto, in cinque anni”.

All’epoca non c’erano le coppe europee, mentre adesso ci sono.

“Lo dico perché la solidità è la cosa più importante, la più importante di tutte. Abbiamo la stessa squadra che è stata allenata per un anno e mezzo dal mister e che a fatto due ritiri con lui. Zaza che quest’anno ha fatto il ritiro con il mister si vede che è totalmente nuovo, totalmente rinato. Belotti che è tornato quello di un tempo in modo prepotente e fantastico. Baselli che sta maturando e crescendo tantissimo. I difensori, Izzo, Nkoulou e tutti quanti. Pensate alla difesa che abbiamo, Izzo, Nkoulou, Bremer, Lyanco, Bonifazi e Djidji ma ci è che li ha in serie A? Per me non c’è nessuna squadra italiana che ha sei giocatori così neanche la Juventus”.

E c’è anche il portiere della Nazionale.

“Sì, certo”.

L’Inter si è rinforzata bene, ma ne ha quattro.

“Vero, de Vrij, Skriniar e Godin e il quarto chi e?”

Ranocchia.

“Sì, c’è anche lui”.

I no che ha detto sono serviti a far capire alle altre società di non venir più a cercare i giocatori del Torino?

“Non posso promettere il fatto del terzo come direbbe qualcuno in “legalese”, ma i miei no erano molto decisi e molto netti”.

Qual è il no che le ha dato più soddisfazione?

“Io sono un uomo del sì, quindi, non mi dà mai soddisfazione dire no a qualcuno, anche perché il no magari lo si dice a un amico che vuole acquistare un giocatore”.

E’ un editore, qual è il no più giornalistico che ha detto?

“Non potrò mai dirlo (risate di tutti i presenti, ndr)”

Ci fa un commento sul sorteggio che vi vedrà opposti al Wolverhampton?

“Intanto passiamo il turno poiché dobbiamo giocare anche il ritorno con lo Shakhtyor e vincere la partita e se poi arriverà il Wolverhampton, anche loro devono passare il turno hanno vinto quattro a zero e dovranno confermarsi, vediamo. La penso come il mister: pensiamo a una partita per volta”.

Anche loro lo scorso anno sono arrivati settimi come voi.

“Esatto, è una bellissima squadra ed è molto competitiva”.

Ha cambiato anche abbastanza giocatori e ne ha comprati per 97 milioni.

“Adesso vediamo”.

C’è anche da sfatare una tradizione negativa del Torino con le squadre inglesi.

“Sfatiamo, speriamo. Ma cominciamo ad arrivarci”.

Un sorteggio da Toro?

“Anche il Psv non sarebbe stata una squadra facile. Giochiamoci bene il ritorno e poi prepariamo bene l’andata e vediamo. Per me l’importante è essere molto focalizzati e determinati come si è visto con lo Shakhtyor e in altre partite ”.

Per quel che riguarda il vice Sirigu?

“Ci stiamo lavorando, intanto c’è Rosati. Abbiamo un po’ di ipotesi e vediamo da qui al 2 settembre. Ho imparato che le squadre vanno fatte per il ritiro e non avendo toccato nulla la squadra la squadra l’abbiamo dopodiché ci manca la ciliegina se sarò tale perché se invece della ciliegina è una prugna secca non piace”.

Certo che no, magari una bella pesca.

“Le pesche piacciono anche a me”.

La stagione delle ciliegie è ormai finita, ma quella delle pesche no.

Sorride, ndr

La seconda punta e l’esterno sono sempre gli obiettivi di mercato oltre al portiere e al di là delle uscite?

“Vediamo. Noi comunque davanti abbiamo Belotti, Zaza, Falque, Berenguer, Millico, Rauti ed Edera, che è infortunato, ma c’è”.

Non servirebbe qualcuno che scardina e inventa la giocata più che un bomber? Uno che crea gioco, che fa superiorità numerica, che batte le punizioni.

“Sì, però, poi bisogna metterlo in campo. Si gioca in undici e non c’è la possibilità di mettere dentro un giocatore solo per battere la punizione”.

Mazzarri dice sempre che si gioca in quattordici.

“Questo è vero. Vediamo, sono pronto a cogliere le opportunità e intanto il fatto che ho eretto dei muri non è male, anche se i muri non ci piacciono in questo caso ci sono piaciuti”.


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