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Cairo: "Niang? Ci darà grandi soddisfazioni". "Il calcio deve essere rifondato"

di Marina Beccuti

Lunga intervista di Urbano Cairo rilasciata a Radio Rai 1, durante la trasmissione Radio Anch'io Lo Sport. Il presidente granata si è principalmente concentrato ad esprimere il suo pensiero sulla situazione attuale della Lega di serie A e della crisi della Figc, dopo l'esonero di Giampiero Ventura e le dimissioni di Carlo Tavecchio.

"Dobbiamo ragionarci bene e ne parleremo oggi riguardo ad un presidente della Lega secondo il modello inglese. Non ci sono al momento i presupposti per eleggere il presidente oggi, perché verranno presentati i candidati dalla società di ricerca che ha lavorato con noi e poi non voteremo subito ma aspetteremo qualche giorno", ha commentato Cairo.

Sul modello inglese il presidente granata frena un po': "Per quanto riguarda l'ipotesi che il calcio italiano possa fare come in Inghilterra, ovvero uscire dalla Federazione e avere un rapporto organico con la stessa, è una soluzione che va valutata a fondo. Non penso che il calcio, che oggi fornisce fondi importanti allo stato e alle altre leghe, possa subire un danno evidente, anche come vetrina, con l'uscita dal mondiale. Il calcio di Serie A deve avere un peso maggiore, come accade in Premier o nella Liga, che ha molta più incidenza nelle elezioni federali".

Sui fondi del Coni il presidente granata ha aggiunto: "Mi rendo conto che i fondi siano pochi ma tagliare al calcio non credo sia giusto vista la contribuzione fiscale che dà allo stato, non penso neanche che sia lungimirante. Tutto è da tenere in considerazione e da fare nel modo più efficiente possibile, però tutti questi tagli vanno forse ragionati e valutati in modo diverso".

Cairo è anche convinto che ci vuole un taglio radicale: "Le cose devono essere cambiate radicalmente. Non siamo nella direzione giusta. Basta pensare a Belgio e Svizzera che sono ai Mondiali con molta meno popolazione. Noi abbiamo maggiore tradizione e avremmo dovuto fare di più e meglio. Serve un cambiamento radicale anche in Serie A. L'utilizzo delle cariche non manageriali ci ha portato ad avere una Lega Italiana che cinque anni fa era la seconda in Europa per diritti tv e ora ci sono passati avanti la Germania e la Spagna. Abbiamo perso terreno perché abbiamo gestito male tutto. Non è detto che non sia recuperabile, perché il nostro calcio piace, ma ci vogliono interventi diversi, manageriali, che seguano le richieste del pubblico estero".

Cairo preferisce non fare nomi per le presidenze: "Ci sono due commissioni che hanno individuato dei nomi validi che però non posso dire. Ne parleremo in assemblea e vedremo in che tempi riusciremo ad eleggere. Siamo in dirittura d'arrivo. I nomi saranno conosciuti e dovranno uscire a breve".

L'editore milanese non è nemmeno d'accordo al commissariamento, come vorrebbe Giovanni Malagò: "Siamo già commissariati come Lega, forse si riferiva alla FIGC, poi però si è fermato. Io ho stima in Malagò, ma credo che debba essere rifondato tutto lo sport italiano. C'è da ripensare tutto, bisognerà mettere mano anche ad altre cose. Non solo il calcio deve essere rifondato, ma tutto lo sport nostrano. Dobbiamo ragionare e pensare al nostro futuro. Poi se sarà da commissionare lo vedremo, se ci sono le condizioni. Però qui dobbiamo capire che non c'è nessuno che possa fare il primo della classe".

Cairo è poi tornato sul mercato del Toro, parlando anche della cessione di Benassi, che sta facendo bene alla Fiorentina: "E' un ottimo giocatore e mi è dispiaciuto doverlo vendere".

Per quanto riguarda Niang ha sottolineato: "Capisco le critiche, ma ricordo che solo due anni fa ha fatto un campionato strepitoso a Genova. Ancora non ha la condizione giusta per via di una preparazione balbettante, ma ha uno strapotere fisico e una qualità che ci potrà dare una grande mano. Adesso non credo sia neanche al 60%. Ho fiducia nel mio acquisto più costoso, ci potrà dare grandi soddisfazioni.

Per quanto riguarda Belotti, Cairo ha ribadito: "Me lo tengo stretto sicuramente a gennaio, poi in estate dipenderà dalla clausola, ma solo se vorrà andare via lui. Vogliamo che torni al meglio e lui ha tutta l'intenzione di farlo".