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Cairo non può acquistare lo stadio. Ci sono ancora le ipoteche

di Marina Beccuti

Si torna a parlare di stadi di proprietà dopo che ieri, nella lunga intervista che il presidente della Fiorentina Rocco Commisso ha concesso a Lady Radio, si è evidenziata la sua massima volontà di voler costruire un nuovo stadio, a Firenze o dintorni. Il patron viola ha sottolineato di non poter rispondere se, in caso negativo, potrebbe addirittura vendere il club viola. Si sa che molti imprenditori, soprattutto quelli americani, comprano una squadra di calcio per arrivare al business stadio, con tutto quello che ne deriva, negozi, hotel, ristoranti e così via, un modo per autofinanziare il club, come succede già nei club inglesi. Questo permetterebbe di acquistare qualche campione in più, visto che attualmente i grossi nomi preferiscono giocare all’estero.

Urbano Cairo non sembra aver mai manifestato la volontà di costruire un nuovo stadio o acquistare l’Olimpico Grande Torino e sembra strano che al presidente granata non interessi questo business. Essendo comunque un imprenditore illuminato, bisognerebbe capirne il perché. Il Comune di Torino fa spesso pressioni perché il Torino acquisti lo stadio dove gioca, ma al momento l'operazione non si può fare perchè sull’impianto di C. Agnelli non sono ancora state tolte le ipoteche, contratte da Franco Cimminelli.

A questo proposito l'ex assessore scrisse una lettera a Lo Spiffero  spiegando il perché Cairo non può acquistare lo stadio Grande Torino. Sbriglio, noto tifoso granata, si incatenò addirittura davanti al Filadelfia per sensibilizzare sulla sua ricostruzione.   

Sbriglio ha scritto: “Apprendo dal Vostro giornale che il Comune di Torino solleciterebbe il presidente del Torino Fc Urbano Cairo all’acquisto dello Stadio Olimpico a fronte di importanti novità legislative che incentiverebbero le società calcistiche a ottenere (non la proprietà) ma il diritto di superficie degli Stadi parimenti a quanto fatto dalla Juventus. Ricordo che questo è un dibattito ormai antico, da quando la famosa mozione ante 2006 prevedeva due squadre due stadi. Mozione attuata in passato, infatti la Juventus acquisì la Continassa e il Torino Calcio di Cimminelli  prese lo  Stadio Comunale ora Grande Torino. Non voglio tediare i lettori con la storia sfortunata del Toro ma fallendo il Torino Calcio,  la città si trovò sulle aree dello stadio Olimpico (ora Grande Torino) e dello stadio Filadelfia delle belle garanzie reali da parte dell’agenzia delle entrate. Intervenni con successo nel 2010 e 2011  come assessore allo Sport del Comune con trattative estenuanti al fine di poter far ripartire la storia del Filadelfia, cancellando  le ipoteche su quell’area. Terminato il mio mandato di assessore, nei successivi cinque anni da consigliere sono state molte le mie interpellanze indirizzate al Comune affinché si affrontasse anche la questione delle ipoteche sullo Stadio Grande Torino ma senza alcun ascolto. Purtroppo la Giunta Fassino – e parrebbe anche quella Appendino – sono state un pochino silenti su questo tema. Tutto ciò per dire al Comune di Torino che prima di offrire  lo stadio a Cairo conviene fare una visura, magari scopriamo, oltre alle ipoteche, anche che unitamente allo stadio possiamo offrire, come da diritti edificatori già presenti annessi all’impianto sportivo, un centro commerciale attorno allo stadio e un albergo.  Però prima di offrire tutto questo togliamo le ipoteche. Cairo, che è uno dei più grandi imprenditori italiani, potrebbe a quel punto dire anche sì”.