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Cambiano le gerarchie al Torino: per scelta tecnica o strategia di mercato?

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Mazzarri e Cairo

La parola d’ordine al Torino è sfoltire la rosa, lo chiede Mazzarri e lo vuole Cairo che così potrebbe ritrovarsi un gruzzoletto se riuscisse a piazzare bene qualche giocatore e inoltre risparmierebbe sugli ingaggi, soprattutto per alcuni “esuberi”. E così in pole position sulla via d’uscita ci sono Falque, Zaza, Bonifazi, Millico e Parigini. Dai primi tre il Torino spera di ricavare cifre consistenti in caso di addio definitivo o di addio posticipato qualora la formula fosse prestito con obbligo di riscatto con accordo preciso su quanto dovrà essere versato nelle casse del Torino.

Zaza (28 anni compiuti il 25 giugno) era arrivato due estati fa per fare coppia con Belotti e al momento era il giocatore più caro dell’era Cairo (prestito oneroso a 2 milioni con obbligo di riscatto alla prima presenza fissato a 12 mln. Contratto fino al 2023 e stipendio di 1,7* mln annui netti. In totale 15,6 inclusi gli oneri accessori e i contributi di solidarietà), poi non ha mai del tutto ingranato, un po’ per colpa sua e un po’ perché forse non gli è mai stata data piena fiducia, è così adesso sarebbe meglio che andasse via.
Falque (30 anni compiuti 14 giorni fa) nei primi due anni in granata aveva fatto bene ed era risultato dopo Belotti l’attaccante più prolifico per gol e assist, poi dallo scorso anno è incappato prima in qualche acciacco e in seguito in un crescendo di infortuni che ne hanno compromesso il rendimento e l’utilizzo, gli era stato rinnovato il contratto fino al 30 giugno 2022 con stipendio netto di 1,7* mln annui il 19 novembre 2018 e nell’estate scorsa gli era stata data la maglia numero 10 che sembrava un’investitura, però, poi è stato preso Verdi che gioca in un ruolo equiparabile e c’è anche Berenguer (24 anni compiuti il 4 luglio) che viene utilizzato spesso con compiti simili. L’ex Osasuna era stato prelevato dal Torino il 17 luglio 2017 per 5,5 mln più 1 di bonus e guadagna 0,7* mln netti all’anno.
Appunto Verdi (27 anni compiuti il 12 luglio) costato la cifra esorbitante, per il Torino, di 23 mln (3 di prestito oneroso più altri 20 per l’obbligo di riscatto) che potrebbero salite a 25 in caso di bonus legati sia al rendimento del giocatore sia al piazzamento dei granata e che per emolumenti pesa 1,7* mln netti annui. Finora ha reso meno delle aspettative, ma ha per lo più il posto da titolare fisso.
Bonifazi (23 anni compiuti il 19 maggio) arrivato per la Primavera dal Siena nel 2014, da svincolato per il fallimento della società toscana, dopo aver vinto il campionato di categoria guidato da Moreno Longo ha iniziato la trafila dei prestiti per farsi le cosiddette ossa (Benevento, Casertana e Spal) e l’estate scorsa il Torino ha deciso di contro-riscattarlo versando alla Spal 11 mln, a fronte del riscatto degli estensi per 10 e di fatto spendendo 1 mln. Il ragazzo attualmente guadagna 0,6* mln netti annui, dopo il rinnovo del contratto fino al 2022 avvenuto il 13 marzo 2017. In difesa oltre Izzo e Nkoulou ci sono Lyanco, Bremer e Djidji. Mazzarri Kevin lo vede poco e lo dimostra il fatto che nei preliminari d’Europa League, complice anche il rientro dalle vacanze dopo gli impegni con l’Under 21 il 22 luglio, lo ha utilizzato per sostituire Izzo (trauma contusivo) nel secondo tempo della gara d’andata con lo Soligorsk e titolare in quella di ritorno poi sostituito da Singo (38’ st) e in quella di ritorno con il Wolverhampton a seguito dell’ammutinamento di Nkoulou e dell’indisponibilità di Lyanco per infortunio. In campionato nell’intero girone d’andata è stato impiegato per 268 minuti e in Coppa Italia ha giocato 103’ perché Izzo e Nkoulou nella rifinitura avevano accusato un affaticamento e Lyanco non era ancora tornato in gruppo dopo l’ennesimo infortunio. In talune occasioni Bonifazi non è stato disponibile per qualche acciacco, ma mai nulla di grave, però, quando è sceso in campo in generale se l’è cavata, sicuramente qualche errore l’ha commesso, ma meno di altri e comunque si tratta di un giocatore giovane e che non ha continuità di utilizzo. Tenuto conto che Lyanco (23 anni il prossimo 3 febbraio, arrivato al Torino il 29 marzo 2017 per 6 mln più 3 di bonus, ha rinnovato il contratto fino al 2024 il 26 luglio 2019 e percepisce 0,6* mln netti all’anno) purtroppo passa da un infortunio all’altro e che Bremer vista l’età (22 anni compiuti il 18 marzo in granata dal 10 luglio 2018 , costato 5,8 inclusi gli oneri accessori e i contributi di solidarietà e percepisce 0,5* mln netti annui), pur avendo fatto progressi pubblicamente più volte sottolineati da Mazarri, non ha una grandissima esperienza e come Kevin in qualche errore di tanto in tanto incappa e che Djidji, decisamente più esperto (27 anni compiuti il 30 novembre, preso a titolo definitivo il 7 giugno 2019 dopo il prestito del 17 agosto 2018 per 1 mln più 3,5 per il riscatto, guadagna 0,7* mln netti a stagione) dopo l’infortunio dello scorso campionato ha alternato prestazioni buone, non molte, ad altre meno positive il Torino per completare la difesa non ha poi così tante alternative valide eppure Bonifazi è fra coloro che vanno ceduti.
Parigini (23 anni compiuti il 25 marzo, guadagna 0,3* mln netti all’anno e ha il contratto in scadenza il 30 giugno prossimo e finora non ci sono accordi per il rinnovo), prodotto del vivaio, ogni tanto ha qualche problema fisico, ma a prescindere Mazzarri non lo utilizza per scelta tecnica anche quando la squadra è in emergenza e paga l’aver esternato sui social la sua insofferenza per il nullo utilizzo.
Millico (19 anni compiuti il 12 agosto), anche lui proveniente dal vivaio, è un ragazzo di prospettiva che ha assoluto bisogno di giocare per crescere. Il Campo in questa stagione lo ha visto poco nei preliminari d’Europa League con il Debreceni nella gara di ritorno è subentrato a Belotti (31’ st), stesa cosa con lo Soligorsk sempre al ritorno (dal 32’) e con il Wolverhampton, anche in questo caso nella partita di ritorno, ha preso il posto di Zaza (37’ st), in campionato ha giocato per 20’ e in Coppa Italia è nuovamente subentrato a Zaza (91’) e si è distinto per aver segnato il calcio di rigore dimostrando freddezza e buona capacita nel tirarlo. Vincenzo percepisce 0,1* mln netti a stagione e qualche giorno fa il suo procuratore, Gaetano Paolillo, ha esternato fastidio dicendo che “I contratti, i rinnovi, i trasferimenti non si impongono, si discutono: così non va” perché la società prima di darlo in prestito vorrebbe rinnovarli il contratto di un anno (scadrà il 30 giugno 2023), ma nell'utimo giorno di mercato estivo a causa del protrarsi della burocrazia per il passaggio di Verdi al Torino dal Napoli era saltata la possibilità per Millico di andare al Chievo dove avrebbe sicuramente avuto più chance di giocare.

Le gerarchie in casa Torino sono indubbiamente cambiate, soprattutto per Falque e Zaza con l’arrivo di Verdi e il buon momento di Berenguer, ma è anche indicativo che Edera che fino a poco tempo fa era indicato fra i partenti adesso sia nuovamente preso in considerazione e potrebbe, quindi, rimanere. Infatti, Edera (23 anni compiuti il 9 gennaio scorso), altro prodotto del vivaio, dopo l’operazione alla spalla in estate e qualche acciacco più avanti, però, nulla di che, il campo l’ha rivisto per 21’ minuti complessivi nelle gare di campionato con il Genoa (entrato al posto di Verdi all’88 si era poi fatto espellere per doppia ammonizione al 95’) e il Bologna (subentrato a Berenguer all’80’). In Edera, stando a quanto ha riportato due giorni fa da La Gazzetta dello Sport, Mazzarri vede delle caratteristiche ben precise e fin dall'inizio della stagione sta lavorando per trasformarlo in una vera e propria punta, come fece con Cavani ai tempi del Napoli. Il ragazzo è legato al Torino fino al 30 giugno 2023 dopo il rinnovo del 25 giugno 2018 e percepisce 0,4* mln annui.
Ma quanto le gerarchie sono variate per scelta tecnica e quanto per strategia di mercato? La domanda sorge spontanea e a pensare male si fa peccato (nel caso si chiederà perdono), però, spesso ci si azzecca. E non si può non fare anche una doverosa considerazione sul fatto che adesso il Torino sta risalendo la classifica ed è a due soli punti dal sesto posto e con gli alti e bassi che ha avuto, i tanti infortuni e qualche giocatore che ha reso meno delle aspettative quanto giovamento si trarrebbe dal mandare via giocatori che già si conoscono per eventualmente prenderne di nuovi che poi devono adattarsi e che difficilmente saranno elementi di così alta qualità da far compiere il famoso salto di qualità alla squadra? Il tempo come sempre è galantuomo e darà le risposte.

* dato riportato da Panorama il 10 settembre 2019 (https://www.panorama.it/sport/calcio/stipendi-calciatori-serie-a-squadre/)