Cambiare qualcosa per andare avanti
Flavio Bacile
C’è da vincere l’ultima partita per continuare a vivere, e non sarà per niente facile, inutile farsi illusioni, in questo momento, classifica alla mano il Toro è fuori dai playoff, per demeriti propri che non potranno essere ignorati al momento in cui si tireranno le somme. Anche ad Empoli, partita che era da vincere a tutti i costi, sia per mantenere l’esiguo vantaggio in classifica, quindi il sesto posto, ma soprattutto per non essere costretti a sperare nelle disgrazie altrui, con l’incubo di essere buttati fuori ancor prima di Torino-Padova, non è stato vero Toro. Ad Empoli il Toro ha mostrato, ancora una volta e purtroppo, di non essere la squadra che noi tutti ci aspettavamo, e si è invece dimostrata incapace di trarre il massimo profitto nella condizione più favorevole che ci si potesse immaginare. In vantaggio dopo pochissimi minuti, gli uomini di Lerda si sono sfaldati come un cremino al cioccolato sotto il primo sole primaverile, con Rubinho bravo nel salvare capra e cavoli più volte durante il match, con gli avanti del Toro impalpabili, quasi indefinibili. Si è distinto, è vero, Gabionetta, autore di una splendida partita, non nel suo ruolo, ma, da aiuto terzino destro, visto che Rivalta in concreto non l’ha mai vista contro Fabbrini, “campioncino” fatto in casa, proprio come succedeva una volta al Toro. Desolante a mio parere poi, il fatto che dopo il pareggio dell’Empoli, in modo particolare nella terza frazione del match, la squadra di Lerda ha dato l’impressione di “accontentarsi” del pareggio, inverosimile pensarlo poiché il Livorno avrebbe potuto estrometterci dai playoff, ma l’impressione è stata quella. Sottoscrivo quindi le parole di Aglietti tecnico dell’Empoli: “Abbiamo giocato solo noi, dispiace per il gol preso dopo tre minuti, ma noi abbiamo giocato con intensità e velocità, la nostra prestazione è il coronamento di quanto ha fatto la squadra in questa stagione, anche se poi non è riuscita nell'impresa", non senza sottolineare l’imbarazzo che mi costa.
Questo Toro convince pochissimo, sarà colpa di Lerda, sarà colpa dei giocatori, di Petrachi e di Cairo, o magari non è colpa di nessuno, ma pensare oggi come oggi di vincere i playoff, ci dobbiamo comunque arrivare prima, contro squadre che giocano con una intensità ed una velocità che sembra doppia rispetto alla nostra, mi pare pura utopia.
Ci credo e continuo a crederci, voglio crederci oltre la ragione, ma è necessario un cambiamento, qualcosa deve a questo punto scattare, nella mente e nelle gambe dei calciatori, ed anche tatticamente. C’è bisogno di una maggiore velocità di manovra e di pensiero nelle prossime partite, di un cipiglio diverso, non parlo chiaramente dell’impegno che non è mai mancato, ed anche di alcune varianti tattiche. Chiaro che più palloni ricevono Bianchi ed Antenucci maggiore è la possibilità di buttarla dentro, senza rinunciare alle giocate degli esterni, offensivi o difensivi che siano, con l’aggiunta degli inserimenti dei centrocampisti.
Fortunatamente il Padova, e lo abbiamo visto anche contro il Livorno, costruisce molto ma concede altrettanto, dubito quindi che venga a Torino snaturando le proprie caratteristiche, giocando quindi per il pareggio, perciò, il Toro avrà modo di giocarsi le proprie chance, magari sfruttando proprio questa debolezza dei patavini. Inutile nascondere che nell’ambiente c’è tanta malinconia, per un campionato che doveva essere quello del rilancio e che invece è stato solamente la brutta copia, e per certi versi in negativo di quello precedente, con l’ansia di dover affrontare ancora una partita determinate. Insomma ci si aspettava un Toro capace di lottare per i primi due posti e ci ritroviamo ancora, e per fortuna oggi come oggi, a giocarci l’ultima possibilità per accedere ai playoff. L’entusiasmo è ai minimi storici, eppure basterebbe cosi poco per riaccendere quella fiammella ancora non sopita, ma ci tocca vivere alla giornata, partita dopo partita, questa volta per continuare a vivere, si legga pure playoff.
Poi a playoff acquisiti bisognerà anche vincerli, ma questa è tutt’altra storia, abituati, chissà poi perché a non fare voli pindarici (eppure in questo momento servirebbe proprio stravolgere la logica delle cose), o meglio, se volete, costretti a vivere partita dopo partita.