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Cerci e Immobile si ritrovano al Milan? Prendiamola con filosofia

di Diego Fornero

Uno è al Milan in prestito (con opzione sul riscatto) dall'Atletico Madrid, l'altro è al Borussia Dortmund, ma starebbe per ritornare in Italia, e la pista rossonera è una delle più calde. Alessio Cerci e Ciro Immobile, quelli che i tifosi del Toro avevano avuto, non senza ragione, l'onore di poter definire, nella passata stagione, i "nuovi gemelli del goal", potrebbero riunirsi, ma non in maglia granata.

Come si fossero divise le strade dei due "gioielli" dell'annata 2013/2014 e del Torino, ormai è storia... Due club prestigiosi, una valutazione importante del cartellino (circa 12 milioni per la metà da parte del Borussia per Immobile, circa 16 da parte dell'Atletico Madrid per Cerci), un ingaggio superiore ai 2 milioni a stagione per entrambi, e la possibilità di giocare la Champions League. Che poi Cerci la musichetta della Champions l'abbia ascoltata praticamente soltanto dalla panchina, prima di trasferirsi a gennaio in rossonero, e che Immobile sia rimasto a guardare i compagni dallo stesso luogo in occasione della sfida più importante della stagione contro la Juventus... Certo la dice lunga sull'avventura non esaltante vissuta dai due in questa stagione. 

Comunque vadano le cose, i tifosi del Toro dovranno prenderla con filosofia: ai giocatori ci si affeziona, soprattutto quando vestono questa maglia, ma, nel calcio moderno, a parte rare eccezioni, questa è la natura delle cose, e quello del calciatore è diventato un lavoro come un altro, lautamente retribuito ma con le stesse dinamiche "di carriera". I due "nuovi gemelli del goal" hanno deciso lucidamente, e con piena consapevolezza, di prendere altre strade, e piangere sul latte versato, soprattutto con l'ottima stagione che si sta vivendo finora, avrebbe poco senso. Non scomoderemo Fedro a sproposito, ma una considerazione va fatta, e senza rischiare di passare per le volpi che non apprezzano l'uva: forse chi non ha amato così tanto il Toro, alla fine della fiera, non se lo sarebbe neppure così tanto meritato...

Diego Fornero


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