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Cerci: "Prometto che darò il massimo per far divertire i tifosi"

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

A fare gli onori di casa e presentare Cerci c’era il direttore generale Comi: “Siamo qui per presentare Alessio Cerci, un obiettivo che come tutti sanno è stato fortemente voluto e condiviso sia dall’aera tecnica sia dal presidente. E’ un onore perché sono sicuro che è uno di quei giocatori che possono anche far innamorare il tifoso, cosa questa di cui una piazza come Torino aveva bisogno. Devo dire che non è stato facile portarlo a Torino poiché due mesi fa la Fiorentina non lo voleva cedere, ma la caparbietà e l’abilità del nostro presidente ha fatto sì che Alessio è qui con noi”.

Quando ha saputo di essere un giocatore del Torino e quanto è stata complessa la trattativa per il suo passaggio in granata?
“E’ tanto tempo che i dirigenti del Torino trattavano per portarmi qui, la svolta è avvenuta negli ultimi dieci giorni quando il presidente ha fatto un passo in avanti con la Fiorentina e anche per mia volontà si è deciso il trasferimento. In passato ero stato cercato dal Torino, ma non c’erano le condizioni giuste, infatti al momento della mia firma sul contratto ci sono state delle battute. Penso che questo è l’anno e il momento giusto per il mio approdo al Torino”.

Quanto ha influito la sua volontà di voler raggiungere mister Ventura?
“Credo tantissimo perché io molta stima del mister che è come un maestro e mi ha insegnato moltissime cose ed è grazie a lui se sono diventato il giocatore che sono ora. Devo ringraziarlo molto, per me è un punto di riferimento. Ho avuto l’opportunità di lavorare con lui per un anno a Pisa e quest’anno mi ha voluto fortemente come tutti i dirigenti e quindi sono molto contento di essere venuto qui”.

Come mai è stato un idolo quasi mancato a Firenze?
“Odio e amore come dicono a Firenze. Ci sono stati degli episodi non positivi, però comunque sia penso di essermi sempre comportato bene. Sono stati fraintesi alcuni comportamenti e sinceramente mi sento un po’ infangato da certe cose che sono state dette su di me e dall’etichetta che mi è stata messa addosso. Ho degli amici a Firenze che hanno trascorso con me questi due anni e sanno che persona sono, voglio ringraziarli. Sono stato fatto passare per una persona che non sono e questo ci tengo a dirlo.   Sono un ragazzo giovane ed errori posso anche averne commessi, ma niente di particolare. Sono un bravo ragazzo ed anche tranquillo e adesso imparerete a conoscermi e a non giudicare magari da quanto è stato scritto in passato. Io comunque ho un ricordo bellissimo di Firenze, anche se il rapporto è stato così così, però è stato bellissimo”.

All’inizio del ritiro sembrava che lei potesse giocarsi delle opportunità a Firenze, poi come mai Montella ha deciso di lasciarla andar via?
“Penso che questa domanda vada rivolta a lui e non a me, perché io ero a disposizione dei compagni e soprattutto sua e quindi non so, forse ci sono stati anche dei cambiamenti di modulo. Non è che Montella voleva darmi via, le cose sono andate diversamente, ma, ripeto, la domanda va fatta a lui”.

Venire al Torino giungendo dalla Fiorentina per alcuni potrebbe essere un ripiego, lei cosa può dare al Torino e cosa questa squadra può dare a lei?
“Sicuramente il fatto che qui c’è Ventura è contato molto, ma non è solo questo il motivo della mia scelta. Il Torino, anche se è una neo-promossa, ha un passato alle spalle, ha dei buoni giocatori. Avevo seguito lo scorso anno il campionato di B e questa squadra ha molto da dire anche in serie A. Per tanti potrebbe essere come fare un passo indietro, ma io non la penso così: la Fiorentina è un ottimo gruppo e c’è molta qualità, hanno fatto grandi investimenti e ci sono ottimi giocatori, ma non è detto che il Torino sia una squadra che debba lottare per forza per non retrocedere. Io al Torino posso dare tutto perché ho delle qualità per cambiare o decidere delle partite, però devo mettere in campo il massimo impegno e allenarmi bene e cercare di trovare quella serenità e quella mentalità giusta che da un po’ mi manca. Ricordo che a Pisa con mister Ventura ero sereno e tranquillo e riuscivo ad esprimermi al massimo perché lui mi dava la tranquillità giusta per esprimere le mie qualità. Quindi spero di ritrovare tutto ciò”.

Il giorno del suo arrivo a Torino alla Sisport c’erano più di duemila persone ad aspettarla e tutti, in particolare il mister, l’hanno voluta. Come ha ricordato il direttore Comi forse non c’è solo bisogno delle sue qualità in campo, ma anche di un giocatore che sappia trascinare la piazza. Sente la responsabilità di tutto questo?
“Sicuramente è una grande responsabilità, però anche per la società sono stato un investimento importante e non lo nego, ma io sono qui per cercare di dare il massimo e di fare vedere il miglior Cerci, che magari non sempre in questi anni ho potuto dimostrare di essere per vari motivi. E’ giusto che io abbia questa responsabilità perché in una squadra ci sono vari giocatori e io sono uno di quelli che deve prendere la responsabilità per far sì che a fine campionato i numeri parlino a mio favore”.

La Nazionale è un suo obiettivo o un sogno?
“Io con mister Ventura e con questo modulo posso esprimermi al meglio e quindi all’altezza delle mie massime qualità e se ci riesco potrò anche sognare la Nazionale, però, in questo momento, è importante che io ritrovi la fiducia nei miei mezzi e la serenità, se accade poi tutto verrà di conseguenza. Per me l’essere arrivato qui è importante, e negli ultimi giorni da quando è svoltata la trattativa volevo essere allenato da Ventura e poi sono arrivato qui, dove c’è una grande società, e sono felice. In questo momento devo solamente mettermi a testa bassa e lavorare e cercare di esprimermi al meglio. In carriera avrei potuto fare di più, ma mi sono accaduti anche episodi sfortunati come il primo anno a Pisa quando mi sono rotto il ginocchio e sono stato un anno e mezzo fermo o quando prima ancora mi sono rotto il piede, ma non rimpiango niente perché ovunque sono stato in qualche modo ho lasciato il segno. A Firenze in due stagioni sono stato il vice-capocannoniere, quindi non ho fatto così male come alcuni pensano. Per le mie qualità indubbiamente devo pretendere di più, questo lo so anch’io, ma finora il bilancio è stato positivo”.

Lei si è allenato con la Fiorentina quindi atleticamente non dovrebbe avere problemi se già sabato dovesse andare in campo anche perché avendo già avuto Ventura come mister conosce come vuole che la squadra giochi, però essendo appena arrivato non può ancora avere molto feeling con i compagni. Se la sentirebbe di giocare con il Pescara?
“Vedrò in questi giorni allenandomi come mi trovo con i compagni in campo e con il modulo, anche se ricordo come lavora il mister. Ma comunque sia devo trovare la sintonia con i compagni, poi se scenderò in campo o meno questo lo deciderà il mister. La preparazione anche se è stata un po’ diversa l’ho fatta con Montella e se Ventura deciderà di mandarmi in campo mi farò trovare pronto. Darò il massimo in questi giorni che ci separano dalla partita e lavorerò sodo per acquisire fiato e gambe per sabato che ci attende una gara importante. Il Pescara ha cambiato l’allenatore e parecchi giocatori rivoluzionando la squadra, ma non bisogna guardare gli altri perché sta a noi tirare fuori il cento per cento ed eseguire in campo le soluzioni che ci insegna il mister durante gli allenamenti. In questi giorni dobbiamo preparare bene la partita perché il Pescara arriva dalla sconfitta con l’Inter per tre a zero e vorrà rifarsi, probabilmente faranno dei cambi visto che la prima è andata male e saranno ancora più concentrati. Noi dovremo dare il massimo e provare a vincere la partita anche perché è la prima in casa davanti al nostro pubblico e ci teniamo tanto a far bene”.

Dove può arrivare questo Torino?
“Ho fatto un solo allenamento con i compagni e in questi giorni si è lavorato più fisicamente che con la palla quindi non posso valutare la qualità della squadra, ma in quei dieci minuti, un quarto d’ora di partita che ho visto i ragazzi mettono un’intensità incredibile negli allenamenti e una “cattiveria” importante che in ben poche squadre ho visto. Tutti danno il cento per cento e questa è la mentalità giusta di una squadra neo-promossa che già dall’anno scorso ha acquisito questa mentalità. Più avanti saprò rispondere in modo più concreto a questa domanda, però, penso, che questa sia una buona squadra. A Siena il Torino ha dominato la partita avendo sempre il pallino del gioco in mano e creato quattro o cinque palle importanti, quindi, secondo me, ha espresso un ottimo gioco di qualità e meritavamo sicuramente di più. A Siena non è mai facile giocare, c’è un campo piccolo e stretto e loro sono molto compatti e giocano difendendosi. Il Torino ha avuto sempre la palla fra i piedi trovando le soluzioni migliori”.

In campo qual è il suo maggior pregio e di conseguenza, sempre che ci sia, il suo peggior difetto?
“Difetti ne posso avere tanti, sicuramente sono un attaccante, un esterno offensivo, e magari devo migliorare la fase difensiva che non è il mio punto forte, però ci sono ruoli e ruoli. Il mio pregio penso che sia quello di puntare e saltare l’uomo, servire palloni ai compagni e anche fare gol”.

Ha preso il numero 11, un numero impegnativo nel Torino.
Interviene il responsabile del marketing e della comunicazione Barile raccontando che un tifoso appena è arrivato Cerci alla Sisport gli ha detto che l’11 era il numero di Pulici.
“Quando ho scelto il numero sinceramente non ho pensato a questo, mi sono orientato su quel numero perché era quello che avevo a Pisa. L’importante è che sul campo ogni giocatore faccia vedere le proprie qualità, poi i numeri possono essere anche altri”.

C’è un messaggio che vuole far arrivare ai tifosi?
“Posso promettere il massimo impegno, ho ricevuto tanti messaggi nei quali i tifosi vogliono vedere tanto cuore in campo e spero di accontentarli. Farò il massimo in questi giorni per trovare la miglior forma fisica e poi verrà di conseguenza tutto il resto. Ripeto, prometto il massimo impegno e poi speriamo anche di farli divertite, che è importante”.