Cerci un grande valore aggiunto, ma il Torino non è solo lui
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Cinque gol in sei giornate sono un bottino di tutto rispetto e poco importa che due reti siano dovute a calci di rigore, perché anche i penalty contribuiscono a conquistare punti e bisogna saperli battere bene per infilare la palla nella porta avversaria. Con questa cinquina Alessio Cerci è, in coabitazione con Rossi, l’attuale capocannoniere della serie A, e non è cosa da poco. Il Torino in tutto ha segnato otto gol e questo fa venire il sospetto che la squadra in fase realizzativa sia un po’ Cerci-dipendente, anche perché l’esterno trasformato da Ventura in attaccante ha la possibilità di svariare su tutto il fronte offensivo poiché i compagni di reparto e non solo si scarificano ad aprire spazi e a svolgere quei compiti di copertura che impone il mister anche a chi per mestiere avrebbe principalmente altri compiti.
Immobile, principalmente, ma anche Larrondo prima dell’infortunio, Meggiorini e dalla prossima partita con l’Inter Barreto sono i giocatori che insieme a Cerci hanno il compito di segnare e sono stati presi e vengono pagati per questo. Barreto a parte, perché ancora per qualche giorno fermo per squalifica, nessun altro attaccante granata finora è riuscito a realizzare un gol. Sicuramente un po’ perché la mira non è stata perfetta, ma anche per scelte tattiche di farli giocare più vicini alla linea dei mediani che all’area avversaria, soprattutto nel caso di Immobile. Questa scelta tattica ha contribuito a portare e tenere, almeno finora, la squadra nella parte sinistra della classifica, però non ha agevolato gli attaccanti che vivono per segnare.
La domanda che sorge spontanea è: a medio-lungo termine avere attaccanti che rischiano di segnare poco ripagherà? La risposta la darà solo il campo, ma d’acchito verrebbe da dire che forse la squadra non dovrebbe affidarsi in massima parte a Cerci per trovare la via del gol, anche perché se gli avversari lo ingabbiano c’è l’alto rischio che lui riesca a segnare meno spesso e se gli altri attaccanti non sopperiscono il tasso offensivo granata si riduce a poca cosa, con inevitabili ripercussioni sulla classifica.
Ovviamente il gol non è solo appannaggio degli attaccanti, nulla vieta che centrocampisti e anche difensori segnino, infatti le altre tre reti finora realizzate dal Torino portano la firma di un terzino, D’Ambrosio (due centri), e di un centrocampista, Brighi (uno). In sei giornate tre gol realizzati da non attaccanti sono un bottino non male purché questa tendenza continui, però se già le punte fanno fatica a depositare la palla nella rete avversaria che ci riescano con discreta continuità anche centrocampisti e difensori appare un pochino improbabile. Cambiare in parte, chiaramente non molto, l’impostazione della manovra offensiva potrebbe essere la soluzione per mettere oltre a Cerci anche altri giocatori nella condizione di segnare, questo però può avvenire solo se la squadra regge una fase d’attacco dove siano utilizzati più giocatori e di conseguenza chi ha compiti più strettamente di copertura deve aggiungere ulteriore impegno e attenzione. In linea puramente teorica al Torino non mancano i giocatori che possono garantire una solida barriera davanti a Padelli (Glik, Maksimovic, Bovo, Rodriguez, quando avrà superato l’infortunio, Moretti, senza scordare i terzini Darmian, D’Ambrosio, Masiello e Pasquale o i centrocampisti Basha e Gazzi, terminata la squalifica) in modo che Immobile o Meggiorini o Barreto, anche per lui terminata la squalifica, o Larrondo, quando sarà guarito, ma anche El Kaddouri o Farnerud e perché no D’Ambrosio o Brighi o Darmian o Vives o Bellomo o Pasquale possano a turno diminuire i compiti difensivi per concentrarsi maggiormente nel trovare la via del gol.
Non essere Cerci-dipendente nel segnare farà bene a tutti i giocatori e soprattutto alla classifica e i tifosi ringrazierebbero.