Chiosa: “Se resterò, sono pronto a dimostrare gioco e personalità”
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il difensore sarebbe orgoglioso se avesse l’opportunità di essere inserito nella lista per l’Europa League. Ha giocato in difese a tre e a quattro e si trova bene in entrambi i casi. Chiosa tende a giocare d’anticipo sull’avversario e a non essere falloso, ma se capita non si tira indietro.
Lei ha già vissuto dei ritiri estivi con il Torino e con Ventura e ha esperienza maturata con la Nocerina e con il Bari, come si sta trovando quest’anno?
“Buongiorno a tutti, calcisticamente parlando sono “vecchio”, ma mi sento ancora giovane, un ragazzino (è nato il 19 novembre 1993 a Ciriè in provincia di Torino, ndr). Valuto positivamente questa prima parte del ritiro svolta a Bormio e proseguita qua a Riscone di Brunico sia per quel che mi riguarda personalmente sia per la squadra. Ho trovato un gruppo che si sta compattando molto bene, nonostante i problemi linguistici poiché ci sono molti compagni stranieri. Vedo grande qualità e disponibilità del gruppo ad apprendere”.
Ha notato differenze negli allenamenti in ritiro rispetto agli scorsi anni?
“No, ma due anni fa e lo scorso ho patito molto di più dal punto di vista fisico ed essendo più piccolo anche a livello organico. Gli allenamenti erano pensati allora come lo sono adesso, questo vale per tutti. Dal punto di vista tattico è cambiato il modulo in particolare rispetto a due anni fa, ma il lavoro tattico e tecnico è sempre di ottima qualità”.
Per le sue caratteristiche si trova meglio con una difesa con tre centrali o a quattro uomini?
“Ho giocato sia a tre sia a quattro, che sono i due moduli principali, e mi trovo bene con entrambi. In quello a tre con l’aiuto dei due terzini c’è più copertura, in quello a quattro eventuali sbavature potrebbero essere più pericolose, perché c’è un uomo in meno che ti può aiutare in fase difensiva”.
E’ previsto che lei fra qualche giorno sia mandato a continuare la crescita calcistica altrove per aggiungere altra esperienza e poi magari tornare in granata da titolare?
“Sono qui, come tutti gli anni, per apprendere da questi grandi giocatori e se la società valuterà di tenermi sono pronto a dimostrare il mio gioco e la mia personalità, quindi giocarmi le carte. Se, invece, la società decidesse di mandarmi in prestito sarei comunque contento perché sarebbe per me un anno di ulteriore crescita dopo questi due passati prima alla Nocerina e poi al Bari, dove ho disputato due campionati importanti uno in Lega Pro e l’altro in B raggiungendo in entrambi i play-off, anche se poi i risultati purtroppo non sono stati la promozione nella categoria superiore”.
Se rimanesse, sarebbe inserito nella lista per l’Europa League avendo disputato tre anni consecutivi nel settore giovanile granata, che cosa prova nei confronti di questa eventuale opportunità?
“E’ una grande emozione e sicuramente potrebbe essere una grande esperienza perché ci si confronta in campo internazionale e, nel caso in cui ne facessi parte, sarei veramente contento di vivere quest’opportunità. L’Europa League è una competizione che non tutti possono giocare, quindi sarei veramente orgoglioso di farne parte”.
Si sente pronto ad affrontare la serie A dopo l’esperienza che ha maturato in altre categorie?
“A questa domanda non devo rispondere io, ma il mister. Posso dire che mi sento migliorato rispetto agli anni precedenti avendo fatto queste due esperienze, ma ho ancora tanto da imparare allenandomi con questi grandi giocatori e posso migliorare ulteriormente”.
C’è un compagno che l’ha aiutata di più dandole dei consigli?
“Un po’ tutti, da ogni giocatore che c’è in rosa si apprendono qualità differenti. Lavorando io maggiormente nella fase difensiva tutti i componenti della difesa, ma nessuno in particolare, ognuno di loro mi dà un consiglio differente, quindi non posso fare un nome in particolare. Anche da chi gioca negli altri reparti, il centrocampo e l’attacco, ricevo consigli su come difendere o su come attaccare, per questo ringrazio tutti i miei compagni”.
E un allenatore che le ha insegnato di più?
“Ne ho avuti tanti e anche per loro, come per i giocatori, ognuno ha curato un aspetto. Non posso fare un nome in particolare perché ho imparato molto da tutti. Ho avuto tanti allenatori ben preparati e ognuno mi ha fatto migliorare su una specifica qualità”.
A suo giudizio in che cosa deve ancora migliorare?
“Un po’ in tutto, ovviamente. Sia dal punto di vista tattico sia fisico e sia tecnico. Sicuramente l’altezza non mi aiuta e in questo dovrò migliorare abbastanza. Come ho detto in precedenza, non si smette mai di migliorare, quindi sono contento di essere qui”.
L’altezza forse non l’aiuta, ma lei sopperisce giocando d’anticipo. Caratteristica utile?
“Sì, cerco d’anticipare la giocata dell’avversario. Provo a fruttare questa mia caratteristica contro giocatori più strutturati fisicamente”.
E’ anche poco falloso e questo per un difensore è importante. E’ più una questione caratteriale oppure la sua tecnica di base le permette di non ricorrere al fallo se non in particolari frangenti?
“Solitamente cerco di giocare pulito, ma da difensore i falli si devono fare. Nella maggior parte dei casi tento di uscire pulito dall’azione, però nel caso in cui serva ricorrere al fallo sono pronto a tutto”.