Con il Chievo si chiede al Torino un atteggiamento da Grande
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
La settimana con impegni ravvicinati, grazie al calendario, mette il Torino nella condizione di poter conservare il secondo posto, perché questa sera affronterà il Chievo e domenica pomeriggio il Palermo. Avversari che meritano il massimo rispetto e che hanno fin qui avuto un percorso più che discreto, ma che sono alla portata dei granata. Aspettarsi quindi la conquista di punti è legittimo, senza neppure scomodare il primo tempo visto con la Sampdoria, dove il Torino ha convinto per l’approccio e il gioco e, infatti, la naturale conseguenza è stata portarsi in doppio vantaggio e mantenerlo. Neppure la fatica di giocare ogni tre giorni potrebbe giustificare un approccio simile a quello con l’Hellas Verona di dieci giorni fa, sempre al Bentegodi. Se dovesse accadere allora bisognerebbe riconsiderare il valore del Torino, soprattutto la capacità mentale di affrontare il tanto invocato salto di qualità, che non avviene se non si ha la testa per farlo, a prescindere dal potenziale dei singoli giocatori che sarebbe ridimensionato da un gruppo che inglobandoli non ne accresce il valore.
Ventura ha sempre puntato sul collettivo arrivando a imporne il concetto all’interno dello spogliatoio, in società e presso i tifosi. Quando la squadra fa un passo indietro sconfessa il credo del mister e autorizza a pensare che il concetto di singolo dovrebbe trovare maggiore spazio, nella speranza che riesca a fare la differenza visto che il gruppo non è in grado di mantenere un certo livello. Diventano quindi molto importanti l’approccio e l’atteggiamento che avrà il Torino in campo a iniziare dalla gara di questa sera. Solo una Grande Squadra ripete prestazioni che ne confermano il valore senza far dubitare di aver sopravalutato precedenti partite scambiandole per una crescita quando, invece, erano solo exploit dovuti a circostanze favorevoli proprie dove tutto girava per il verso giusto e propiziate da gare non felici degli avversari.
Il Torino con il Chievo e poi domenica con il Palermo e il sabato successivo con il Carpi deve eventualmente temere solo se stesso, non l’avversario, che va rispettato sempre e comunque. Il turnover potrà permettere di avere in campo giocatori atleticamente senza residui di fatica, ma non dovrà far venire il dubbio che sarebbe stato meglio mandare in campo chi aveva giocato in precedenza seppur un po’ stanco, altrimenti inevitabilmente entrerebbero in discussione le mosse fatte in occasione del mercato estivo, oggi considerato positivamente, ma se alcuni giocatori rendessero meno delle attese allora si cercherebbe chi li ha voluti e si pretenderebbero da lui delle spiegazioni. Così come se in panchina finiscono calciatori che quando hanno la possibilità di giocare si rivelano migliori di chi trova maggiormente spazio diventa inevitabile porsi la domanda perché l’allenatore dà fiducia a chi rende meno? Il Torino ha la possibilità di diventare una Grande pensando e agendo da Grande: nove punti nelle prossime tre partite sarebbero un passo avanti molto importante.