Con la A in ballo Toro e Genoa non possono sbagliare
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
All’andata tra Genoa e Torino finì uno a uno con gol di Bianchi (19’) e di Granqvist (29’), questo risultato oggi non sarebbe l’ideale per le due squadre perché per togliersi dalla lotta per la salvezza hanno bisogno dei tre punti e demandare alle ultime due giornate la conquista di ciò che serve aumenterebbe a dismisura le ansie da prestazione e in più dovrebbero contare, e non poco, sulle disgrazie altrui, in special modo quelle del Palermo oltre a quelle del Siena. Quindi è lecito attendersi che Ventura e Ballardini non lasceranno nulla al caso, così come i giocatori granata e quelli rossoblu non potranno concedersi la minima distrazione.
All’andata il risultato rispecchiò l’andamento della partita come dimostrano i numeri elaborati da Panini Digital: percentuale possesso palla 51 (Genoa) a 49 (Torino); supremazia territoriale 9’:04’’ a 8’:10’’; palle giocate 529 a 535; percentuale passaggi riusciti 62,1 a 62; tiri totali 12 a 11 di cui nello specchio della porta 6 a 4; percentuale di attacco alla porta 40 a 39,7; percentuale protezione dell’area 60,3 a 60; percentuale pericolosità 49,6 a 42; angoli 8 a 7; falli commessi 18 a 14. Delneri schierò i suoi con il 3-4-3 (Frey, Moretti, Granqvist, Canini, Antonelli dall’85’ Piscitella, Bertolacci, Seymour, Rossi e dal 73’ Anselmo, Immobile dall’83’ Said Ahmed, Borriello e Vargas) mentre Ventura si affidò a un rivisitato 4-2-4 tendente al 4-3-3 (Gillet, Darmian, Glik, Rodriguez, D’Ambrosio, Birsa dal 57’ Brighi, Gazzi, Vives dal 91’ Masiello, Santana dal 9’ Sgrigna, Cerci, Bianchi).
Ballardini, nella consueta conferenza stampa che precede le partite, ha fatto intendere che la sua squadra questa sera punterà sugli attaccanti, tutti a disposizione e in salute, con Borriello e Floro Flores che si completano, e sul recupero di Kucka, ma è difficile pensare che il Genoa andrà all’assalto all’arma bianca del Torino perché lo stesso mister rossoblu riconosce che i granata sono una “squadra solida, che cura molto la fase difensiva, che si compattano per poi ripartire benissimo e in questo sono maestri. Hanno esterni di grande rapidità e mi riferisco ai vari Cerci, Santana e ancora Birsa, e in generale dispongono di giocatori molto abili”. Quindi anche la fase difensiva sarà molto ben curata da Ballardini che non si farà sorprendere dal contropiede granata. Del Torino invece non si sa nulla perché Ventura ha preferito trincerarsi nel silenzio stampa, che lo abbia fatto per scaramanzia o per poca voglia di affrontare le domande dei giornalisti in un momento così delicato o perché ritiene che le critiche ricevute da lui e dalla squadra nell’ultimo periodo non siano giuste poco importa, poiché è il campo che stabilisce inesorabilmente se la squadra è stata o meno adeguatamente disposta e se ha giocato bene o male e in che misura e il tutto avviene sotto gli occhi sia di chi è allo stadio sia di chi vede la partita in televisione comodamente seduto nel proprio salotto.
Una cosa è quasi scontata sia che Ventura schieri il Torino con il consueto 4-2-4 sia che preferisca il 4-3-3 o che riproponga come ha già fatto con il Milan il 5-3-2, i giovani sui quali il Torino voleva puntare non troveranno posto e non perché i vari Bakic e Menga non si siano allenati con sufficiente impegno, ma perché non hanno abbastanza esperienza e non li si vuole buttare nella mischia in partite delicate come quella con il Genoa, mentre Diop e Stevanovic non sono stati convocati, l’uno per affaticamento ai flessori della coscia sinistra e l’altro per una dorso-lombalgia. Perciò il Torino si affiderà ai giocatori più esperti e si prevede in difesa il ballottaggio fra D’Ambrosio e Masiello, mentre Di Cesare dovrebbe tornare in panchina per lasciare il posto a Glik che ha scontato il turno di squalifica e se la difesa sarà a quattro allora anche Rodriguez si accomoderà a fianco di Di Cesare. A centrocampo molto dipenderà se sarà a due o a tre, Gazzi in entrambi i casi ci sarà, mentre il ballottaggio coinvolgerà gli altri tre: Brighi, Basha e Vives. Ci sono dubbi anche su chi formerà il reparto offensivo: sia sul numero quattro, tre o due sia sugli interpreti. Unico certo del posto è Cerci, come è molto prevedibile che non troveranno spazio dall’inizio sia Birsa sia Jonathas, quindi da uno a tre posti se li giocheranno Bianchi, Barreto, Meggiorini e Santana.
Comunque, a prescindere da chi andrà in campo, la differenza la farà la determinazione e la concentrazione che permette di non commettere errori e di segnare un gol in più degli avversari ed è sulla base di questi parametri che alla fine saranno giudicati i giocatori e non sul loro nome o sul loro maggiore o minore blasone, così come verrà giudicato l’allenatore per le scelte che farà perché è compito suo posizionare la squadra in campo e selezionare i calciatori più in forma fisicamente e con il carattere giusto per affrontare le gare che valgono una stagione.