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Con l’arrivo di Vagnati che Toro sarà?

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Davide Vagnati

La rivoluzione è iniziata. Certo manca l’ufficialità, ma ormai l’arrivo al Torino di Davide Vagnati è cosa certa. Prenderà il posto di Massimo Bava oppure i due conviveranno con compiti specifici per non pestarsi i piedi e se così sarà per quanto tempo? A queste domande possono rispondere solo Cairo e i diretti interessati, che al momento tacciono. Il cambio di direttore sportivo potrebbe segnare anche la fine dell’avventura di Moreno Longo sulla panchina granata e altri cambiamenti a livello di collaboratori che gravitano nella sfera d’influenza del direttore sportivo, un nome su tutti è quello di Gianmario Specchia uomo di fiducia di Vagnati, e di quella dell’allenatore, circolano già voci dell’arrivi si Leonardo Semplici che potrebbe lasciare anche lui la Spal, e di chi si occupa direttamente della squadra.

La promozione di Bava dal settore giovanile alla prima squadra e poi l’arrivo di Moreno Longo per sostituire Mazzarri e l’ingresso di Antonino Asta nel su staff aveva dato un’impronta più autenticamente granata in un periodo in cui la contestazione nei confronti di Cairo era forte. La squadra che progressivamente scivolava verso la parte bassa della classifica non era riuscita ad ottenere più punti nelle sei partite disputate nel girone di ritorno e l’arrivo del Covid-19 ha congelato tutto a partire dal campionato. Le incertezze sulla ripresa del calcio giocato accompagnate da sicure perdite economiche dovute a minori incassi dal botteghino e dagli sponsor e possibili introiti ridotti dai diritti televisivi se il campionato non riprenderà, la  svalutazione dei cartellini dei giocatori e un mercato estivo che si preannuncia difficile hanno probabilmente indotto Cairo a cambiare rotta e ad accelerare sull’inizio di un nuovo corso.

Adesso il nuovo corso è solo abbozzato e si dovrà vedere quanti cambiamenti ci saranno e fino a quale punto, ma, soprattutto, con quale tempistica avverranno. Di non secondaria importanza sarà capire quali obiettivi saranno dati a Vagnati e quale budget e autonomia avrà per poterli conseguire. Su tutto peserà l’incognita che se dovesse riprendere il campionato il Torino riuscirà a rimanere in Serie A? Va da sé che le strategie di mercato sarebbero profondamente differenti se malauguratamente il Torino dovesse retrocedere in B perché diventerebbe difficilissimo trattenere i big e a quel punto le loro cessioni dovrebbero essere capitalizzate al massimo e Vagnati da questo punto di vista ha dimostrato di saperci fare nella Spal, basta pensare alle recenti cessioni di Lazzari e Petagna e relative plusvalenze. Mentre in caso contrario ed auspicabile con un Torino che resta in Serie A dovrà riuscire a blindare qualche attuale big, leggasi Sirigu e Belotti, cedere al meglio chi non rientra nel progetto tecnico, ad esempio Zaza, e portare giocatori validi senza spendere molto, anzi il meno possibile. Auguri e buon lavoro a Vagnati, avrà bisogno anche che la Fortuna gli sia benevola più di quanto non lo è stata con Bava.