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Covid permettendo il campionato del Torino inizia adesso

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Immagine di repertorio

Diciamo che il campionato del Torino inizia adesso, tanto non si può tornare indietro per evitare le due sconfitte della partenza, per cui seppur i granata arrivino alla gara di domani con ben pochi allenamenti collettivi, per gli impegni di alcuni con le rispettive Nazionali, serve che abbiano una mentalità vincente che porta ad affrontare al meglio delle proprie capacità la nuova stagione. In fin dei conti il gruppo è costituito da molti giocatori che devono rilanciarsi dopo il pessimo campionato scorso e da giovani che devono affermarsi. Le premesse ci sono tutte per partire, per la verità ripartire, con il piede giusto. Il Cagliari è avversario alla portata e a parte un giocatore risultato positivo al Covid e il lungodegente Baselli tutti i calciatori sono a disposizione, in più per la prima volta dopo il lockdown ci sarà il pubblico pagante, saranno solo in mille, ma comunque è un passo in avanti nella speranza che si possa tornare alla normalità ed è anche una sorta di “sfida” al Codiv che sta rialzando la testa.

La normalità per il Torino deve essere avere un’identità di squadra al di là dei moduli e degli uomini più o meno adatti ad interpretarli. L’attuale rosa potrà anche non convincere appieno, ma resta comunque di tutto rispetto nel panorama della Serie A. E allora dipende solo da chi va in campo dare il meglio di sé. Via gli alibi della paura, parola che non ha alcun senso per dei professionisti che dovrebbero basare le loro performance sulle proprie capacità e devono pur averne di capacità se sono arrivati a giocare nel massimo campionato italiano. Via gli approcci sbagliati, in fin dei conti ogni partita parte dallo zero a zero. Via il perdere la concentrazione nell’arco dei novanta minuti, non è poi un gran lasso temporale visto che per giunta è diviso in due parti.

Senza scomodare il tremendismo granata o la proverbiale grinta Toro, serve la determinazione a svolgere il lavoro per il quale si è pagati. Giampaolo è definito un allenatore che insegna calcio, a parte che a certi livelli saper giocare a calcio dovrebbe essere del tutto scontato, ma comunque i giocatori granata hanno anche questa opportunità in più di avere un maestro a disposizione per cui non ci sono scuse: scendere in campo e “pedalare” spedendo la palla nella porta degli avversari e evitando che finisca nella propria.


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