Dare continuità alla gara con la Lazio e osare nuove soluzioni
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Una rondine non fa primavera così come una partita giocata bene, in relazione alle proprie qualità e possibilità, con una squadra di caratura superiore come la Lazio e un punto conquistato non cancellano le lacune, ma hanno permesso di fare un passettino in classifica, però per far sì che il tutto assuma un valore maggiore e non sia un episodio bisogna dare continuità sia sul piano del gioco sia su quello dell’approccio mentale. Dare continuità non significa che domenica a Napoli il Torino abbia l’obbligo di vincere o anche solo di pareggiare, se arrivassero punti sarebbe meglio, questo è lapalissiano, ma sfoderare una prestazione come quella che si è vista contro la Lazio è indispensabile. Quindi è meglio mantenere i piedi ben ancorati a terra e non lasciarsi trascinare da un affrettato entusiasmo a fare voli pindarici, anche perché la vera prova di aver acquisito una maggiore maturità il Torino la dovrà dare con il Bologna nella partita successiva alla trasferta di Napoli.
La squadra di Mazzarri gioca con la difesa a tre, quindi è quasi certo che Ventura disporrà sul terreno del San Paolo il Torino con il 4-3-3. In difesa rimane l’incognita sulle condizioni di Ogbonna e sarà stabilito solo all’ultimo se potrà giocare, ma questo non desta grandi apprensioni perché Rodriguez ha dimostrato di sostituirlo degnamente. A centrocampo e in attacco le soluzioni a disposizione sono più di una. Ipotizzare che Gazzi sarà della partita è quasi scontato, al suo fianco Brighi o Basha e per completare la mediana il maggior candidato è Vives, forse il più adatto per il 4-3-3 camuffato che piace tanto al mister. Anche se la pericolosità del Napoli in attacco, a prescindere o meno che Cavani sia della partita, potrebbe consigliare una diga in mezzo al campo formata da Basha, Gazzi e Brighi, se quest’ultimo non è troppo affaticato e possa giocare la terza gara in otto giorni. Oltretutto un tale terzetto, forse, potrebbe permettere un minor ripiego degli attaccanti in fase di copertura risparmiando loro un po’ di fatica e lasciandoli più liberi di concentrarsi nello svolgere il compito per cui sono pagati: segnare. Questa soluzione Basha, Gazzi e Brighi però non sembra essere nei pensieri dell’allenatore.
Se il modulo da opporre al Napoli sarà effettivamente il 4-3-3 le incognite su chi schiererà Ventura in attacco crescono. Sarà Cerci l’esterno preposto ai duelli uno contro uno e a sfornare cross per le punte? Oppure il mister si affiderà a Stevanovic o Birsa o Santana, quest’ultimo difficilmente sarà in campo se in mediana ci sarà Vives, perché si utilizzerebbe un uomo sulla fascia destra poiché Vives in fase offensiva agirebbe quasi da esterno sinistro. Istintivamente verrebbe da pensare che Cerci, Bianchi e Sgrigna siano la soluzione migliore in attacco per trovare il gol, ma nessuno si stupirebbe se invece Ventura al fianco di Bianchi utilizzasse Meggiorini, più improbabile Sansone e ancor di più Diop. Il Torino non ha obblighi di risultato con il Napoli e quindi sarebbe da cogliere al volo l’opportunità di sperimentare soluzioni finora forse neppure ipotizzate, come un attacco con Sansone dietro le punte Bianchi e Sgrigna o anche Meggiorini. Osare o anche azzardare non è un peccato, anche perché se non funziona si può sempre fare marcia indietro.