De Silvestri, tra numeri e futuro: permanenza scontata per Lollo?
Mentre si fa un gran parlare dei nomi nel mirino del Toro come alternativa ad Ansaldi per la fascia sinistra (Mario Rui del Napoli, Thomas Ouwejan dell'AZ Alkmaar, il solito Diego Laxalt del Milan, Mohamed Fares della SPAL, a cui ora sarebbe andato ad aggiungersi anche il blucerchiato, ex-Cagliari, Nicola Murru, per il quale però, al momento, come riscontrato tramite le nostre fonti, non sembra essere stato effettuato alcun sondaggio), si dà per assunto che la corsia destra del campo sia, per dirla in slang, "a posto così". Facendo affidamento, in attesa della formalizzazione del riscatto di Ola Aina dal Chelsea, sullo status di bandiera inamovibile, conferito de facto innanzitutto dai tifosi, a Lorenzo De Silvestri. Ma possiamo davvero dare per scontato che il laterale nativo di Roma, per la precisione dell'elegante quartiere di Villa Pamphili, prosegua il proprio percorso in casacca granata, senza se e senza ma? Per quanto il cuore dica sì, è opportuno ragionare su tutti gli scenari possibili, in merito alla situazione di Lollo. La cui avventura in maglia Toro non era partita esattamente sotto il segno del successo: approdato in granata nell'estate 2016, per volere del nuovo tecnico Sinisa Mihajlovic, di cui si presentava come fedelissimo di lungo corso, De Silvestri arriva con i crismi del titolare, sulla base di una prima annata piuttosto deludente da parte di Davide Zappacosta. L'ex-Atalanta, tuttavia, esplode nella stagione 2016/17, risultando, in termini di rendimento generale, secondo forse solo a Belotti, su livelli analoghi a quelli di Moretti e Iago, rientrando dunque tra i massimi trascinatori della squadra. E relegando così De Silvestri al ruolo di comprimario. L'estate successiva Zappacosta passa al Chelsea, e Lollo, a cui Mihajlovic e i vertici del club rinnovano comunque la fiducia, diventa titolare pressoché indiscutibile. Anche grazie al fatto che, in caso di assetto a quattro dietro, sia fondamentalmente l'unico giocatore autenticamente di ruolo a disposizione di Miha; ma, anche con l'avvento di Mazzarri al timone, esattamente a metà stagione, Obi e Berenguer contrappongono resistenza troppo misera allo strapotere di Lollo nel ruolo di esterno destro; presupposti che gli consentono di chiudere con 35 presenze, 5 reti segnate (record personale in carriera), due assist serviti, e uno status fatto di solidità e affidabilità riacquisito. Magari De Silvestri non sarà un crossatore da sogno, né un finissimo dicitore della corsia laterale, ma i tifosi granata ne riconoscono efficacia, dinamismo, e cuore, eleggendolo, in sintonia con tecnico e vertici del club, punto fermo della squadra. Sulla base di caratteristiche che, in passato, gli hanno consentito di collezionare anche 6 presenze in Nazionale maggiore. E non è ancora detto non ne giungano altro, per quanto l'anagrafe, considerato anche l'indirizzo verde di Mancini, non giochi a suo favore. La storia più recente, poi, si pone essenzialmente sulla medesima scia: nonostante un Ola Aina a tratti esplosivo, DeSi, pur non sempre da titolare (ma al suo minutaggio contribuiscono le frequenti assenze di Ansaldi, con collocazione dell'anglo-nigeriano a sinistra), mantiene un ruolo di primo piano in squadra, risultando il settimo più impiegato da Mazzarri, con un rendimento generale più che sufficiente, e un paio di sondaggi invernali dalla Premier League (Leicester City e Newcastle) rimandati al mittente. Arriviamo così al presente: De Silvestri, fresco di laurea in Economia Aziendale, potrebbe rientrare dalle vacanze, come i suoi compagni di squadra, accolto dalla bella sorpresa legata all'accesso del Toro ai preliminari di Europa League. Tale status, però, potrebbe indurre il club a puntare forte su un uomo di fascia destra, senza nulla togliere a Lollo, di primo piano: quel Manuel Lazzari che sembrava definitivamente perso, e diretto verso una piazza in grado di garantire l'Europa (Atalanta, Inter, Lazio, Napoli), ad esempio, potrebbe tornare di moda. Perfetto per il 3-5-2 di Mazzarri, qualcuno però dovrebbe fargli spazio. E come si può dare per scontato che, di fronte a un'offerta in denaro anche non elevatissima (De Silvestri fu acquistato dalla Samp per 3 milioni e mezzo di euro, tre anni fa, e anche soltanto una proposta pari a 4 milioni, valutazione di Transfermarkt.de, darebbe luogo a una plusvalenza di tutto rispetto), il Toro, che ancora non ha compiuto passi in direzione di un rinnovo, non prenda in considerazione l'ipotesi di una cessione? De Silvestri, d'altra parte, è sì il principale candidato alla posizione in squadra di "Nuovo Moretti", di punto di riferimento dello spogliatoio, ma è ancora giovane per essere relegato al ruolo di "membro della rosa senza aspettative di impiego". E, al di là dell'eventuale ritorno su di lui di Foxes e Magpies, sono numerosi i club di Premier League, piazza con la quale il suo profilo tecnico-tattico ben si sposerebbe, che potrebbero guardare verso il flankman granata: Bournemouth (Nathaniel Clyne è già rientrato al Liverpool), Crystal Palace (la stella Wan-Bissaka è sul mercato, e piace alle big), la neopromossa Norwich (il classe 2000 Max Aarons è nel mirino di United e Tottenham). Con un ingaggio annuo che attualmente ammonta a 900 mila euro, cifra in generale non proibitiva per i club della massima serie d'oltremanica. Peraltro, un approdo nel Regno Unito potrebbe solleticare anche le istanze culturali alla base delle scelte di De Silvestri, che, nella direzione di un futuro profilo dirigenziale, suggerita dalla sua formazione accademica, farebbe tesoro di un periodo su suolo inglese, in un contesto linguistico-culturale anglofono. Ritrovarsi poi tra dodice mesi, qualora dal Toro non giungessero proposte di rinnovo, svincolato, a 32 anni suonati, età non verdissima per un esterno contemporaneo, peraltro con un infortunio grave alle spalle (rottura del legamento crociato, risalente al giugno 2015), e una storia di problemi muscolari e alle ginocchia non trascurabile, rischierebbe di limitarne la desiderabilità sul mercato. La proposta di un nuovo contratto pluriennale, in contrapposizione all'eventuale passo indietro in tal senso del Toro, potrebbe dunque essere presa in seria considerazione. Anche se a malincuore, conoscendo l'attaccamento di Lollo alla maglia. In attesa dunque di una possibile mossa granata in direzione di un prolungamento (risalgono alla primavera i primi abboccamenti, che lasciano però al momento le effettive intenzioni delle parti avvolte nel mistero), a suggerire la possibilità di una partenza ci pensano cabala e numerologia: ogni tre anni, tendenzialmente, lungo la carriera finora vissuta, De Silvestri ha cambiato maglia. Lazio tra 2006 (ingresso in prima squadra) e 2009, Fiorentina tra 2009 e 2012, Sampdoria tra 2012 e 2016, Toro dal 2016 a oggi. Risulta facile obiettare: la sua esperienza alla Samp ha coperto il periodo intercorso tra l'estate 2012 e quella del 2016, lungo dunque un quadriennio. Va però detto, naturalmente tra il serio e il faceto, in questo caso, di una riflessione basata sulla ricorrenze numeriche, che nel 2012/13 Lollo la casacca blucerchiata la indossò da giocatore in prestito: si tratta dunque di una stagione di transizione, in bilico tra due dimensioni, viatico a suggellarne la permanenza in Liguria, e il successivo riscatto a titolo definitivo, lungo l'annata successiva. Il trasferimento al Toro, come già sottolineato, fu invece diretto e a titolo definitivo: situazione che, in termini di ricorrenze numeriche, ne suggerirebbe un addio nel corso dell'estate. Quattro volte 3 dunque, che, fluttuando nello spazio-tempo della fantasia e del gioco, vanno a comporre quell'88 suo anno di nascita. Al di là di questo piccolo divertissement, che ci siamo voluti concedere in calce all'algida analisi dei fatti calcistici, tutto ciò che riguarda il prossimo futuro del giocatore dipenderà dalle intenzioni del club, circa le scelte di mercato da intraprendere. Unite, naturalmente, alla volontà di Lollo, che al momento appare fermamente e solidamente legata a una permanenza al Toro. Volontà che, appare difficilmente opinabile, dall'apparente sviluppo continentale, esperienza che a De Silvestri manca da ormai quasi un decennio (nel tragico preliminare di EL dell'estate 2015, che vide la Samp a guida Zenga eliminata con ignominia dai serbi del Vojvodina, DeSi era fermo per il suddetto infortunio ai legamenti), non uscirebbe che rafforzata.