Difesa e centrocampo non sono optional e il Torino deve potenziarli
Fonte: Elena Rossin
Nel calcio il miglior attacco e la difesa perché chi segna un gol in più vince, quindi avere un reparto offensivo il più forte possibile è una grande cosa, ma non si può pensare che centrocampo e difesa non siano all’altezza altrimenti qualsiasi traguardo, che non sia il vivacchiare a metà classifica, diventa un sogno proibito. Con l’arrivo di Iturbe (si attende l’ufficialità, la tempistica per la burocrazia è sempre al rallentatore) il Torino ha sistemato il reparto avanzato che già annoverava i tre gioielli Falque, Belotti e Ljajic, più le riserve Martinez, Maxi Lopez e Boyé, fra questi uno degli ultimi tre è destinato ad andare via e i maggiori candidati sono i primi due.
In difesa al momento si registra, però, un addio quello di Bovo che si è accasato al Pescara, ma è da questa estate che Mihajlovic auspica l’arrivo di un centrale: alto, dal fisico possente, buon colpitore di testa e rapido. Non può essere sfuggito alla dirigenza granata che la squadra ha subito ventisette gol in diciotto partite, media una rete e mezza a gara, ed è la quindicesima del campionato. Questo dato è negativo e non in linea con il conquistare un posto utile in Europa League. Di mesi per trovare un difensore centrale valido, e non un rincalzo che non aggiunge nulla alla rosa, ce ne sono stati, ma si è ancora alla fase trattative abbozzate o poco più e soprattutto i nomi che circolano, a parte qualcuno che ha mercato a livello internazionale e costi elevati come Vida e Abdennour, sono, chi più chi un po’ meno, giocatori che non hanno caratteristiche così superiori a Rossettini e Castan. Che cosa ha quindi impedito al Torino finora di chiudere per uno fra Silvestre, Tonelli, Izzo, Munoz, Simunovic, Fornasier, Goldaniga? Forse proprio il fatto che il rapporto qualità prezzo sia considerato non adeguato? Ma allora basta virare su altri calciatori, però, occorre farlo con la massima celerità perché fra quattro giorni riprende il campionato e poi fra otto c’è la Coppa Italia, altra strada che conduce all’Europa League.
Discorso molto simile per il centrocampo perché Benassi e Baselli hanno bisogno di alternative valide in quanto il gioco di Mihajlovic è molto dispendioso e, infatti, molto sovente, per essere precisi nella maggior parte delle partite finora disputate, uno dei due o entrambi sono stati sostituiti nella ripresa. Acquah sarà impegnato in Coppa d’Africa e non sarà a disposizione fino almeno al venticinque di questo mese, ma se il Ghana proseguirà nella competizione giungendo alla finale rientrerà il sei febbraio. Obi purtroppo è spesso infortunato. Vives dovrebbe essere ceduto, molto probabilmente andrà con Aramu alla Pro Vercelli, e poi come il giovane Lukic è più un sostituto di Valdifiori che una mezzala. Resta il solo Gustafson, altro giovane considerato ancora troppo acerbo per fare la differenza. Come per i difensori anche per la mediana di giocatori accostati al Torino ce ne sono tanti, Grassi, Castro, Poli, Donsah, Ntcham, Faragò e Marlone, ma se la società granata non ha agito molto molto sottotraccia di trattative in dirittura d’arrivo non ce ne sono. Aspettare e sperare purché alla fine non si riveli un boomerang, sarebbe un vero peccato perché il Torino, grazie anche all’arrivo tempestivo di Iturbe, ha bisogno solo di due altri giocatori, un difensore e una mezzala appunto, per puntare dritto all’Europa League.