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Dopo l’ennesimo flop con la Juve il Toro getti almeno le basi per il futuro

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Ciò che era scontato sulla carta si è puntualmente avverato in campo: la Juventus, pur con qualche seconda linea e non al meglio, ha battuto il Torino. La sconfitta non pesante per il risultato, zero a uno, è comunque difficile da digerire perché il Torino fino al gol di Alex Sandro aveva retto e in generale per tutto l’arco della partita la fase difensiva non è stata negativa, ma sono mancati il carattere e la capacità di provare prima a pareggiare, l’azione di Obi e Belotti, e poi di provare a vincere. L’aggravante per i granata è stata che la Juventus non ha mai spinto veramente sull’acceleratore e di conseguenza il fatto che il Torino non abbia mai provato a sfruttare questa situazione è una colpa grave. E’ vero che nel finale, la squadra di Mazzarri si è presentata dalle parti dell’area bianconera, ma gli attacchi non sono stati sufficientemente efficaci, infatti, non hanno mai impensierito Szczesny.

A tredici giornate dalla fine del campionato il Torino è nono in classifica con trentasei punti ed è distante cinque lunghezze dal sesto posto, quello che garantisce l’ultimo posto sicuro per i preliminari di Europa League. Ad occupare quella posizione ci sono Sampdoria e Milan a quota quarantuno e in mezzo c’è anche l’Atalanta che di punti ne ha trentotto. In teoria nulla è ancora perduto, ma considerando l’andamento dei granata, prima con Mihajlovic e adesso con Mazzarri, è meglio non farsi grandi illusioni perché o già da domenica contro il Verona al Bentegodi il Torino vince con una prestazione senza pecche e poi continua a conquistare punti giocando bene e chi è davanti commetterà passi falsi oppure alla fine l’Europa League resterà un sogno accarezzato e sfumato, come quello di disputare un derby senza il coraggio e la capacità di essere il Toro presentandosi al cospetto della Juventus come una qualunque squadra che sa di partire svantaggiata e non prova neppure a giocarsela veramente e al massimo tiene botta come successo fino al gol di Alex Sandro per poi limitarsi a evitare che la sconfitta risulti più pesante in termini di gol subiti piuttosto che ricercare con ferocia il pareggio.

Ragionando in modo pragmatico forse sarebbe meglio che da ora fino al termine del campionato Mazzarri si concentrasse sul soppesare tutti i giocatori tecnicamente e caratterialmente, Ljajic compreso, su quanto realmente valgono e se sono funzionali alla sua concezione del gioco e ai vari moduli che vorrà adottare in modo da consegnare a fine stagione alla società una lista di chi dovrà essere ceduto. Non pensare più alla possibilità di lottare per l’Europa League potrebbe sembrare una resa, ma tanto fin dal suo arrivo in granata Mazzarri non ha mai detto che questo è un obiettivo che ha o che la società gli ha chiesto di raggiungere, seppur ci fosse davanti l’intero girone di ritorno e la squadra avesse gli stessi cinque punti che ha oggi, dopo sei altre giornate, di distacco dal sesto posto. Allora tanto vale guardare al futuro e porre le basi per la prossima stagione e programmare seriamente la rivoluzione della rosa ponendosi come obiettivo dichiarato pubblicamente di allestire una squadra veramente competitiva per il quinto posto, così da non dover disputare i preliminari che allungano a dismisura la stagione e rischiano di minarla fin dall’inizio. Senza obiettivi precisi e una squadra formata per raggiungere i traguardi prefissati oltre il centro classifica il Torino non andrà mai e Cairo deve essere il primo a voler realizzare questo progetto pianificandolo per tempo e poi ponendone le basi nella sessione di mercato estiva.


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