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Dove va il numero dieci?

di Marina Beccuti

Prandelli e De Biasi, prossimi avversari domenica prossima, seguendo la stessa logica, non amano giocare con il classico trequartista dietro alle punte. Entrambi amano il 4-3-3, De Biasi ci ha provato, poi era troppo rischioso e l’ha abbandonato per tornare al più tradizionale 4-4-2, che inizialmente ha ridato slancio alla squadra granata, ma ultimamente non ha pagato abbastanza. La colpa ovviamente non è nel modulo, ma negli interpreti, De Biasi alla vigilia aveva parlato di cambio di alcune pedine, poi aveva ridato fiducia a Bianchi e Rosina, non ripagata a dovere. Per Rosinaldo il dubbio amletico è sempre la sua collocazione in campo, lui vorrebbe giocare da trequartista, centrale dietro alle punte, il mister granata invece gli ha chiesto un sacrificio, ovvero posizionarsi a sinistra, dove con i suoi cross può aiutare le punte ad andare a rete. Contro il Milan si era vista una bella azione su quest’asse con lancio del numero dieci granata per la testa di Stellone che ha insaccato.

Per quanto riguarda la partita di Siena meglio stendere un velo pietoso, ma vale per tutti. Della serie può succedere una partita storta e i bianconeri toscani sono una bella realtà, dunque non è il caso di fare drammi. Qualcuno si era illuso, questa è spesso la dura realtà granata, esaltazione e poi tremenda delusione che sfocia in pessimismo allo stato puro. Per forza bisogna trovare il capro espiatorio, quando invece basterebbe semplicemente fare i complimenti agli avversari.
La Fiorentina, che arriva anch’essa dalla sconfitta di Roma, con tutt’altro spirito, perché la Viola ha giocato un buon match dove meritava di portare via almeno un punto, vive lo stesso dubbio nella posizione di Jovetic. Prandelli domenica a fine match ha fatto tacere Mauro che voleva sempre in campo il serbo montenegrino. Il mister viola ha detto: “Tu non fai l’allenatore, inoltre Jovetic non è un trequartista come molti credono, ma una seconda punta e al momento di punte ne ho già due, arriveremo anche a giocare con tre, ma ci vuole tempo”. La settimana prima aveva detto la stessa cosa su Santana, che non è il classico numero dieci.


Questo vuol dire far perdere le caratteristiche fantasiose del giocatore che dovrebbe inventare alle spalle delle due punte, orchestrando il gioco d’attacco con spettacolo e divertimento. Chi nasce fantasista oggi è sprecato e deve sempre sacrificarsi in nome della tattica e delle esigenze del calcio veloce e fisico. Si dice che Rosina interessi alla Fiorentina, ma alla luce dei fatti sarebbe un altro doppione sacrificato sempre sulla fascia. Dunque è un’ipotesi non plausibile. Massimo rispetto per De Biasi e Prandelli, ma qualche volta concedeteci ancora quel sacrosanto numero dieci.

 

marina.b@inrete.it


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