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Due allenatori dopo, El Tucu torna nel mirino. Ma c'è un problema

di Claudio Colla

L'esplosione con la maglia dell'Udinese, lungo il primo lustro del decennio 2010, che lo lanciò nel giro della nazionale maggiore argentina. Due stagioni in maglia Juventus, tra l'ultimo anno di Conte e il primo di Allegri; costellati da titoli nazionali (cinque in totali), certo, senza dimenticare la finale di Champions, nell'arco di un'esperienza, però, trascorsa tra campo, molta panchina, e tanta infermeria. Successivamente, quattro Premier League consecutive, in maglia Watford, prima delle quali con Walter Mazzarri al timone. Lo stesso Mazzarri che, nel corso del suo biennio alla guida del Toro, ha tentato di riportarlo ai suoi ordini essenzialmente a ogni finestra di mercato disponibile. Per Roberto Pereyra, ora, dopo una stagione atipica, terminata con una retrocessione, sembra pronto a riabbracciare il campionato italiano.

Ventinove anni compiuti lo scorso 7 gennaio, El Tucu appare nuovamente presente nell'orbita di mercato granata, benché Mazzarri appaia ormai un lontano ricordo, e ora le redini siano saldamente in mano a Marco Giampaolo, tecnico dall'idea di calcio decisamente differente. Nel 4-3-1-2 del giuliese, però, Pereyra potrebbe interpretare con profitto, a seconda delle esigenze, sia il ruolo di trequartista, sia espletare le sue classiche mansioni di mezzala. Ancora un anno di contratto in essere col club londinese, l'attuale stipendio annuo, pari a quasi tre milioni di euro, rappresenterebbe per forza di cose un problema, sia per il Toro, per le altre due candidate a riportare l'argentino in Serie A, Genoa e Sassuolo. È possibile che il giocatore scelga di spalmare su un quadriennale, o che il Watford rinnovi, in vista di un ritorno nella massima serie, e lo presti, anche senza diritto di riscatto, accollandosi metà ingaggio. Buona, in ogni caso, la compatibilità tattica del tucumano col nuovo progetto tecnico granata, i prossimi dieci giorni potrebbero risultare decisivi per determinare il suo futuro.


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