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Due punti dalla meta e dopo 1085 giorni la riscossa granata

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Il tifoso granata che abita a Torino, e non solo, in questi giorni quando si affaccia alla finestra o cammina per strada inevitabilmente vede sventolare le bandiere bianconere, ovviamente fa finta di nulla perché pregusta e già vede quelle granata che sono pronte e attendono con impazienza di essere esposte. Ancora qualche ora di pazienza e le finestre, i balconi e le facciate degli edifici cambieranno aspetto. I colori bianconeri non spariranno, ma in compenso comparirà il granata. Sono passati 1.082 giorni dal fatidico 31 maggio 2009, ultima partita dei granata in serie A (Roma-Torino 3-2 a segno 9’ Vaillatti, 36’ Menez, 74’ Vucinic, 83’ rigore Totti, 88’ Ventola), e domenica saranno 1.085: un’eternità zeppa di tante amarezze e solo di qualche piccola ed effimera gioia, ad eccezione dell’ultima stagione dove la tendenza si è invertita.

Qualcuno penserà che bisogna stare zitti ed attendere di conquistare i due punti che garantiscono aritmeticamente la serie A al Torino prima di pensare di aver voltato pagina. Tenero scaramantico. Certo la prudenza non è mai troppa soprattutto per chi negli ultimi decenni ha subito delusioni a ripetizione e dalla stagione 1989-1990, quella che ha visto per la seconda volta nella storia il Torino piombare nella cadetteria, ha dovuto sopportare undici su ventitre campionati in serie B, ma è giunto il momento di cambiare mentalità e iniziare a pensare da vincenti. Il vincente è conscio dei propri mezzi - ovviamente conosce i propri limiti altrimenti sarebbe solo un presuntuoso - e di conseguenza sa che può ottenere quello che vuole: con tutto il rispetto per il Modena però il Torino ha ventotto punti in più e quindi la vittoria è alla sua portata senza se e senza ma.

Potrebbe anche accadere che domani l’Alta Corte del Coni decida si assegnare al Torino i tre punti della gara d’andata con il Padova quando all’Euganeo si spensero e riaccesero le luci più volte fino a quando tutti rimasero al buio. Se ciò avvenisse sarebbe finalmente ristabilito che la sicurezza degli spettatori è una priorità che va messa in primo piano davanti a tutto e a tutti. Ovviamente una sentenza positiva al Torino sancirebbe anche la serie A, però in fondo il tifoso granata i punti per lasciarsi alle spalle il grigiore degli ultimi anni vuole che arrivino dal campo e non da un’aula di tribunale; quasi quasi sarebbe più carino se l’Alta Corte del Coni rinviasse di qualche giorno la sentenza, visto che oramai questa vicenda si è trascinata per un tempo esagerato e quindi qualche giorno in più non cambierebbe nulla, così la serie A per il Toro arriverebbe prima dal campo.

Al termine della partita con il Sassuolo Ventura ha detto: “Speriamo di tinteggiare al più presto Torino di granata. Alla mia prima conferenza stampa mi era stato detto che non c’era più niente e io ho detto che il vero obiettivo non era andare in serie A, ma riaccendere una cellula granata per poter tornare ad essere orgogliosi di essere tifosi del Toro. Io credo che adesso questa cellula sia viva, dobbiamo solo continuare, ma da solo mi è difficile, a innaffiarla”. Parole sacrosante che però vanno un po’ corrette in quando non era del tutto vero che non c’era più niente, perché i tifosi del Toro c’erano eccome, infatti lo stesso Ventura ha detto che alla prima partita ufficiale della stagione, quella di Coppa Italia con il Lumezzane il tredici agosto, allo stadio si presentarono quindici-sedici mila granata, molti dei quali magari scettici e senza tante speranze, ma comunque presenti a prescindere e nonostante tutto perché Torino è stata e resterà granata. Domenica al termine della gara con il Modena inizierà la festa e dovrà coincidere anche con un nuovo corso, che potrà essere tale solo se il Torino rimarrà stabilmente in serie A: non un traguardo, ma una partenza.