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Due turni di squalifica a Mihajlovic: quando la giustizia è ingiusta

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Era facilmente prevedibile che Mihajlovic sarebbe stato squalificato, dopo che durate la partita con la Juventus - infuriato per la decisione dell’arbitro di ammonire per la seconda volta Acquah, reo di essere entrato in scivolata su Mandzukic prendendo però prima la palla, e di conseguenza di espellerlo - se l’è presa con grande veemenza e parole forti prima con il quarto uomo, poi con il direttore di gara e, infine, con il guardialinee finendo per essere allontanato dal campo anche lui. L’allenatore del Torino, che ha gridato in faccia a tutti che il Toro stava subendo un torto, si è subito reso conto di aver esagerato nei modi e ha chiesto scusa nel dopo partita, ma questo non ha rilevanza, o ce l’ha molto marginalmente, e di conseguenza il giudice sportivo l’ha sanzionato con due giornate e una multa di 10 mila euro. In linea teorica la squalifica e la multa sono ineccepibili, ma ci sono altri episodi analoghi accaduti ad altri allenatori o giocatori che hanno avuto sorti opposte: nessuna squalifica. E che dire dei cori contro Mihajlovic chiamato zingaro che non sono stati sanzionati?

La mancanza di uniformità nel valutare episodi simili, per non dire uguali, sconcerta. Sconcerta a tal punto che è incomprensibile e alimenta sospetti che ci siano due pesi e due misure, che alcuni godano di una sorta d’immunità e altri no. Premesso che è giusto che Mihajlovic sia stato punito per il suo comportamento eccessivo nei modi, non nell’intento di difendere il suo giocatore e la sua squadra, è doveroso che non si ripetano mai più giudizi difformi perché ne va della credibilità del calcio. Troppe volte è già successo che la difformità di giudizio finisce per andare a svantaggio di squadre meno ai vertici e questo rende la giustizia ingiusta. Si fa tanto per avvicinare i bambini e i giovani al calcio e poi avvengono fatti di questo tipo che finiscono per essere diseducativi perché fanno passare il messaggio che i più forti, in alcune circostanze, possono comportarsi come vogliono a prescindere dai regolamenti e non subiscono conseguenze. La certezza della pena e l’uniformità di valutazione in Italia, in tutti i campi non solo nel calcio, sono aleatorie per questo bisogna farsi un esame di coscienza e pretendere che si agisca sempre con lo stesso metro di giudizio facendo rispettare a tutti regolamenti e leggi e in caso di violazione punendo tutti nello stesso modo, tante polemiche e rancori si eviterebbero e il campionato sarebbe più regolare.


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