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E adesso tocca a Giampaolo forgiare il Torino, gestire lo spogliatoio e ottenere risultati

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Marco Giampaolo

Si è preso una bella patata bollente Marco Giampaolo quando ha accettato di guidare il Torino reduce da una stagione molto al di sotto delle aspettative e con una salvezza arrivata a due giornate dal termine del campionato e adesso che il mercato è chiuso il suo compito non è stato molto semplificato. Infatti, gli arrivi di Rodriguez, Linetty, Vojvoda, Murru, Bonazzoli e Gojak hanno solo in parte sistemato la rosa, ma non l’hanno resa conforme al suo concetto di calcio che si basa sul 4-3-1-2 e non solo perché manca il regista di ruolo o perché non sono stati ceduti calciatori che non rientrano nel suo credo tecnico.

La sfida di Giampaolo è riuscire a dare gioco alla squadra in modo da ottenere risultati che se da una parte pubblicamente non gli sono stati richiesti in quando non sono stati fissati obiettivi precisi devono comunque arrivare. E’ scontato che il Torino non debba lottare per la salvezza per cui un cosiddetto campionato tranquillo è il minimo che debba essere centrato.

La rosa che ha a disposizione numericamente è, soprattutto in certi ruoli, abbondante, basta pensare che ci sono sei difensori centrali per due posti: Nkoulou, Bremer, Izzo, Lyanco, Buongiorno e Ferigra. In particolare le mancate cessioni di Izzo e Lyanco renderanno non facile avere una coppia di centrali fissi, come accade di solito in tutte le squadre. Anche perché si fa fatica a pensare che possano stare in panchina fino a gennaio quando ci sarà la finestra di mercato invernale poiché vi arriverebbero troppo svalutati.
E anche in attacco in apparenza non mancano le soluzioni, ma l’unico punto fermo nonché certezza resta Belotti. Gojak e Bonazzoli, i nuovi arrivati, sono giovani, entrambi hanno 23 anni, e il primo arrivando dall’estero deve oltretutto confrontarsi con il calcio e la realtà e la lingua italiana e non solo con una nuova squadra. Ci sono da gestire Millico e Edera, altri due giovani, che parevano destinati ad andare altrove per avere più chance di giocare, ma alla fine non hanno trovato un collocazione in particolare Simone che lo stesso Giampaolo aveva detto che sarebbe andato via. E poi ci sono Zaza e Verdi reduci da stagioni al di sotto delle aspettative e che sono costati parecchio, 15,6 milioni  inclusi gli oneri accessori e i contributi di solidarietà il primo e  23 il secondo, e che non possono essere svalutati ulteriormente, anzi vanno rivalutati. E Verdi così come Edera e Millico essendo esterni d’attacco non hanno neppure un ruolo ad hoc nel 4-3-1-2 di Giampaolo. Verdi sarà in competizione con Gojak per il ruolo di trequartista, con il bosniaco che lo è per caratteristiche tecniche. Bonazzoli, Zaza, Millico e Edera e volendo anche Verdi si contenderanno il posto di partner di Belotti in qualità di seconda punta e Zaza come già nelle stagioni scorse è il candidato ad esserne la riserva.
Del fatto che al Torino manchi un regista di ruolo lo sanno anche le pietre e che a partire da Rincon passando per Baselli, alle prese con il recupero dall’operazione al ginocchio, Lukic e Segre nessuno lo è e tutti loro si adattano a svolgere questo compito. Per il resto in mezzo al campo l’arrivo di Linetty, voluto da Giampaolo, costituisce un tassello importante nell’economia del gioco, ma c’è da capire se basterà a rinforzare un reparto che annovera anche Meïté oltre ai succitati compagni e che da anni è fra i punti deboli della rosa soprattutto per mancanza di qualità.      
Per quel che riguarda i terzini con Rodriguez, Vojvoda, Ansaldi, Murru e Singo il reparto è coperto semmai dovrà essere verificata la resa.

Giampaolo ha un compito arduo e la società dovrà sostenerlo anche di più di quanto lo abbia fatto con il mercato. Oggi riprendono gli allenamenti in vista della ripresa del campionato il 18, dopo la sosta per gli impegni delle Nazionali che priverà l’allenatore di Belotti, Sirigu, Rincon, Gojak, Linetty, Rodriguez, Lukic, Vojvoda e Ferigra cosa che non agevola il forgiare la squadra e integrare i nuovi, e per quella data al cospetto del Cagliari c’è già bisogno di vedere un Torino diverso da quello che ha perso le prime due partite con Fiorentina e Atalanta e che pur avendo la gara da recuperare con il Genoa deve togliere dal fondo della classifica che lo vede con zero punti.


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