E' doveroso il grazie a Quagliarella
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Quagliarella purtroppo ha finito in anticipo la stagione a causa di una lesione muscolo-tendinea di primo grado al muscolo adduttore lungo di sinistra, che gli ha fatto alzare bandiera bianca durante la partita con il Genoa, quando al minuto cinquantuno il Torino era ancora in partita, seppur già sotto di un gol, la cattiva sorte gli ha almeno risparmiato la débâcle finale della sconfitta per cinque a uno. Dall’infortunio Quagliarella guarirà in una ventina di giorni e poi avrà tempo durante le vacanze per dimenticarlo e ripresentarsi tirato a lucido e abbronzatissimo, da fare invidia a chi fa della tintarella un must, per l’inizio del ritiro estivo pronto a dare nuove gioie ai tifosi del Toro. Il suo contratto scadrà a giugno 2017 quindi, a meno di clamorose vicende di mercato, continuerà a essere il fulcro dell’attacco del Torino.
Di gioie Fabio Quagliarella ne ha regalate e se n’è regalate in questa stagione tornando a indossare la maglia granata e anche quella della Nazionale, chiamato una volta dal commissario tecnico Conte. Ha eguagliato in campionato il suo record personale di gol, tredici, ai quali vanno sommati i quattro in Europa League, per un totale di diciassette. A impreziosire questo bottino anche la freddezza nel calciare i rigori: per sei volte, tra campionato e coppa equamente divise, si è presentato davanti al portiere avversario dagli undici metri e ha sempre segnato. Ha accumulato un minutaggio ben oltre il doppio a quello delle precedenti tre stagioni, 2954’ in campionato e 670’ in Europa League, 3624’ in tutto. Con il suo rendimento e il mettersi sempre al servizio della squadra è stato una pedina fondamentale, quante volte lo si è visto arretrare il raggio d’azione per andare a prendersi la palla a centrocampo per poi far ripartire la manovra offensiva o ripiegare per dare una mano ai compagni in fase difensiva.
Il Torino in Quagliarella ha trovato il giocatore che serviva per rifondare il reparto offensivo dopo gli addii di Immobile e Cerci. Ha saputo integrarsi subito, indubbiamente favorito dall’essere cresciuto nelle giovanili granata prima di andare a fare esperienze importanti in parecchie squadre, e non ha patito il passaggio diretto dalla Juventus, ma effettivamente in pochi potevano pensare che sarebbe stato un problema, il dubbio era solo nelle menti di chi non conosce bene Quagliarella e l’ambiente Toro. E’ stato capace di interagire sempre al meglio con qualunque compagno di reparto Ventura gli affiancasse, da Barreto a Larrondo, da Martinez ad Amauri e soprattutto con Maxi Lopez. Qualcuno in estate era scettico perché nelle ultime stagioni Quagliarella aveva giocato poco e raccogliere il testimonial dal capocannoniere della serie A Immobile non era così facile, ma lui ha cancellato ogni dubbio. Non ha avuto grandi problemi ad adattarsi al gioco di Ventura e si è integrato velocemente e bene nel gruppo instaurando anche un normale rapporto con il mister. Se il Torino è arrivato a disputare gli ottavi di Europa League e in campionato attualmente occupa la nona posizione lo deve anche a Quagliarella.
A lui i tifosi non possono che dire: Grazie Fabio!