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E’ sempre Juric a dover battere i pugni e alzare la voce affinché i problemi del Torino trovino una soluzione

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Ivan Juric

Prima il mercato senza quasi rinforzi, adesso i tempi lunghi dei recuperi degli infortunati e in mezzo anche altre cose venute meno alla ribalta. Tocca sempre a mister Juric scoperchiare le magagne di casa Torino affinché dall’immobilismo si passi all’azione e si trovino delle soluzioni. Così dopo che lui in privato non ottiene risposte è costretto a parlare in pubblico e poi ecco che a seguito delle lamentele per la seconda volta (si era alla seconda giornata di campionato nel post partita persa con la Fiorentina però già dopo l’amichevole a Rennes il 31 luglio aveva evidenziato la questione) sui rinforzi promessi e non ancora arrivati a campionato già iniziato il direttore tecnico Vagnati ha preso Pobega (27/8) e in seguito Zima, Praet e Brecalo (31/8).

Ora è la volta degli infortuni e dei tempi di recupero lunghi, ben oltre le previsioni, e incerti sulle tempistiche. E allora di nuovo Juric post derby perso, anche perché avendo in infermeria Belotti, Zaza, Pjaca, Praet, Verdi e Edera ha dovuto far giocare calciatori fuori ruolo, su tutti Lukic, e poi al momento di effettuare i cambi nella ripresa ne ha dovuti fare che possono essere classificati come anomali (Linetty per Lukic (65’), Baselli per Sanabria (76’) e Rincon per Brekalo (84’) utilizzando ancora una volta calciatori fuori ruolo), ha “denunciato” il problema con la conseguenza che oggi c’è stato l’annuncio dell’interruzione consensuale del rapporto di collaborazione professionale con il dottor Paolo Minafra, dopo che nella giornata di ieri sono circolate voci che il medico aveva rassegnato le dimissioni. Di certo il dottor Minafra, che ha sostituito Tavana il 19/8/2020 e che fu portato dalla Spal da Vagnati, è un professionista serio e competente, ma questa interruzione della collaborazione indica che ci sono vedute differenti sul perché dei tanti infortuni e soprattutto sui tempi di recupero e che Juic con le sue parole aveva scoperchiato un altro problema.

Ma la vera questione è: perché Juric deve sempre battere i pugni e alzare la voce affinché i problemi del Torino trovino una soluzione o per meglio dire vengano affrontati? Sono anni che da più parti viene puntato il dito sulla gestione del Torino che è troppo Cairocentrica, sulla dirigenza che numericamente è scarna per una società di Serie A e sul fatto che ci sono carenze a cominciare dal Filadelfia, basti pensare che dall’inaugurazione avvenuta il 25 maggio 2017 la parte sportiva che serve alla prima squadra per allenarsi non è ancora del tutto completata. Ben vengano le “denunce” di Juric, ma è a dir poco bizzarro che al Torino si vada avanti così.

E’ dovere del presidente Urbano Cairo occuparsi di risolvere le “anomalie” che ci sono nella sua società e gestire il Torino come confà a un club di Serie A. Non si adiri se poi le critiche vengono rivolte a lui perché in sedici anni di presidenza un imprenditore di successo com’è lui non può continuare ad avere la macchia di gestire in modo molto carente il Toro con la conseguenza che i risultati sportivi non arrivano e finiscono per annullare anche quel qualche cosa di buono che lui stesso fa. Juric oggi batte i pugni e alza la voce, insomma lotta per il progetto Toro, ma un domani magari sarà stufo e se ne andrà, sempre che prima non finisca per essere cacciato poiché reo di provare a far sì che al Torino si facciano cambiamenti per migliorare. E poi non ci si stupisca se capitan Belotti non rinnova dopo sei anni al Torino, questo sarà il settimo, perché solo il buon Dio sa quante magagne ha visto lui. 


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