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Ed ora c’è la Sampdoria, parola d’ordine per il Torino: uscire dall’incubo

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Prima Moreno Longo e poi anche Antonino Asta e così il Torino ha fatto il pieno di “granatitudine” come non mai e ne aveva bisogno, eccome se ne aveva. Adesso, però, l’aria nuova che si respira va trasformata in risultati. Non è facile lasciarsi alle spalle l’incubo dei tredici gol incassati nelle ultime tre partite che hanno visto il Torino soccombere con Sassuolo, Atalanta e Lecce, senza scordare gli altri quattro subiti dal Milan in Coppa Italia. E la svolta non deve essere solo nello smettere di essere perforati come un colabrodo, serve anche ritrovare la via del gol. L’ultimo in campionato lo ha segnato Berenguer al minuto 11 della partita con il Bologna il 12 gennaio, con il Sassuolo effettivamente c’era stata una rete, ma si è trattato di un autogol, quindi, non conta.

Se il Torino sta attraversando un brutto momento per la Sampdoria la situazione non è migliore, anzi. I blucerchiati in classifica sono messi ben peggio dei granata visto che hanno sette punti in meno e sono invischiati nella lotta per non retrocedere. In più a gol subiti non stanno molto meglio, solo due in meno, 36 a 39, e per quelli fatti sono ancora più in crisi avendone realizzati 22, quattro in meno rispetto al Torino. La Sampdoria nelle ultime tre partite ha conquistato un solo punto, pareggio con il Sassuolo, ed ha perso con la Lazio, 5 a 1, e con il Napoli, 2 a 4. In trasferta ha un trend negativo avendo collezionato finora solo due vittorie (Spal e Genoa) e un pareggio (Milan) e ben sette sconfitte (Sassuolo, Napoli, Fiorentina, Verona, Bologna, Cagliari e Lazio).

Il Torino deve riscattarsi e pensare che nonostante tutto ha un distacco dalle posizioni che sono utili per accedere almeno ai preliminari d’Europa League di cinque punti, ci sono molte formazioni ammassate in pochi punti, ma resta il fatto che finora l’andamento di molte squadre è stato altalenante e per tutte bastano un paio di vittorie per rialzarsi. Il cambio di allenatore di solito serve a dare una scossa positiva e le premesse ci sono tutte, bastava vedere ieri l’allenamento al Filadelfia per capire che il peso dell’ultimo periodo che schiacciava tutti si era alleggerito e che i giocatori erano decisamente più sereni. Ecco è proprio da questo che il Torino deve trarre la forza per voltare pagina andando in campo senza pensare al passato e concentrandosi solo a fare giocate lineari e semplici che portino ad arrivare a tirare nello specchio della porta blucerchiata, con azioni corali in modo che il portatore di palla non si trovi circondato da due o tre avversari e non riesca a mantenerne il possesso o che avanzi e poi non ci siano compagni ai quali passare la sfera e così finisca per sbattere contro il muro difensivo altrui. Stesso discorso vale in fase difensiva, anche qui tutti devono dare una mano e oltre a chiudere gli spazi non vanno più commessi gli errori individuali che finiscono per far perdere palla e favorire gli avversari e vanno bandite le dormite collettive che troppo spesso hanno portato a subire gol.
Per il resto ci penserà Longo coadiuvato dal suo staff a mandare in campo la miglior formazione possibile, al netto degli indisponibili, difficile che riescano a recuperare Ansaldi e Baselli ed è impossibile per Zaza, probabile, invece, che Rincon, ieri messo ko dall’influenza, possa essere fra i convocabili e che sia in condizione di scendere in campo. Ma, soprattutto, penserà a mettere tutti i giocatori nella condizione di rendere al meglio sfruttandone appieno le caratteristiche e cercando di non farli giocare fuori ruolo o gravandoli di compiti che tolgano la lucidità per agire in conformità al compito che devono assolvere. Il Torino non deve strafare o fare chissà che cosa, basta essere concentrati e fare ciò che si sa perché è impossibile che tutti i giocatori abbiano di colpo disimparato a giocare a calcio come era sembrato nelle ultime partite. L’ambiente si è rasserenato con il cambio di allenatore e questo sicuramente aiuterà la squadra, quindi,  uscire dall’incubo si può, basta volerlo.