Ed ora il rischio è che i giocatori vogliano andarsene dal Torino
Fonte: Elena Rossin
La vittoria sul Genoa e le sconfitte della Spal con l’Inter e del Brescia con l’Atalanta hanno allontanato il Torino dalla zona rossa della classifica facendo aumentare per i granata il margine di sicurezza da quattro a sette punti. Al contempo la sconfitta del Napoli con il Bologna, del Parma con il Milan e del Verona con la Roma ha tenuto i partenopei al settimo posto a quota venti ed emiliani e veneti all’ottavo a diciotto punti permettendo ai granata di avvicinarsi di tre punti. Mentre è stato mantenuto invariato il divario dal sesto posto che era ed è occupato dall’Atalanta che di punti ne ha venticinque, otto in più di quelli finora ottenuti dalla squadra di Mazzarri, e per le distanze dalla quinta posizione bisogna attendere che il Cagliari questa sera giochi con la Sampdoria e in caso di vittoria i sardi raggiungeranno la Roma al quarto posto a quota ventotto.
Il Torino si trova, quindi, in quella zona di mezzo dove non ci sono rischi di essere risucchiati nei bassifondi della classifica, ma allo stesso tempo distante dai posti che portano in Europa e che costituiscono un migliorarsi rispetto al settimo posto dello scorso campionato. Ed è proprio la zona di mezzo a non soddisfare perché figlia di prestazioni altalenati e spesso anche deludenti seppur in presenza di punti conquistati come avvenuto con il Genoa sabato. Il vivacchiare rende scontenti tutti. I tifosi contestano e i giocatori difficilmente possono essere soddisfatti ed ecco allora che possono pensare di andare altrove, chi per un motivo e chi per un altro.
I primi a volersene andare sono i giocatori che trovano poco spazio, a nessuno piace fare panchina. E c’è più di un calciatore granata che finora il campo lo ha visto ben poco o mai e che potenzialmente potrebbe volersene andare per avere maggiori opportunità di giocare. Parigini 0 minuti, Edera 7, Millico 20, Bonifazi 268, Berenguer 320, Djidji 325 e Zaza 624. Poi si può disquisire sul motivo per cui Mazzarri li utilizza poco e alcuni di loro hanno anche sprecato male le occasioni che hanno avuto, però, resta il fatto che non è facile giocare almeno a livelli sufficienti se lo si fa a spizzichi e a smozzichi e anche in allenamento si è poco motivati se si sa già che il proprio destino è accomodarsi in panchina. Ma un gioco che non decolla e risultati mediocri possono indurre anche i migliori a volersene andare per giocare in squadre più ambiziose e, non ultimo, in società che pagano stipendi superiori. E’ vero che i migliori al Torino hanno la certezza del posto fisso e che in altre realtà, magari, dovrebbero sgomitare per avere una maglia da titolari, però, è altrettanto vero che possono togliersi soddisfazioni come quella di giocare le coppe internazionali e forse anche di vincere qualche trofeo. Due esempi su tutti, perché Sirigu e Belotti dovrebbero restare al Torino a farsi un mazzo tanto per poi trovarsi a metà classifica? Forse non sarebbero titolari anche in altre squadre che stanno più in alto in graduatoria e che giocano le coppe europee? Loro non lesinano l’impegno né in allenamento né in campo e ci mettono anche la faccia, come accaduto al rientro da Genova quando sono andati a parlare con i tifosi, arrabbiati nonostante la vittoria, che li attendevano per esprimere tutto il loro disappunto per l’ennesima prestazione mediocre della squadra fatta con un avversario che è terzultimo in classifica.
Se il Torino continuerà ad avere un gioco deludente e risultati di conseguenza mediocri non solo continueranno le contestazioni nei confronti di tutti, calciatori, allenatore e dirigenti, ma non ci sarà da stupirsi se i giocatori vorranno andarsene, soprattutto i migliori che ovviamente hanno mercato. Cairo potrà provare a trattenerli e a far valere i contratti in essere finché vuole, ma alla lunga avrà solo giocatori scontenti.