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Effetto Juric: al Torino s’intravede una progettazione a medio termine

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Vagnati e Cairo

L’effetto Juric non si vede solo sulla squadra: difesa diventata solida, gioco votato all’aggressività, carattere del gruppo rafforzato. Ma lo si sta vedendo anche sul mercato soprattutto adesso poiché in estate erano sì arrivati, dopo “proteste” pubbliche del mister, Pobega, Praet e Brekalo per innalzare il tasso qualitativo oltre a Pjaca, ma lo stesso Juric ha detto che non era stato capito dalla società per cui per quanto i suddetti giocatori stiano dando il loro contributo non era stato fatto evidentemente ciò che Juric si aspettava. Mentre ora nel mercato di riparazione, lasciando perdere Fares che purtroppo è subito incappato in un infortunio grave, l’imminente arrivo di Pellegri, oggi le visite mediche e poi la firma, e la trattativa già a buon punto per Ricci, manca il sì del giocatore, e quella avviata per Gatti, l’ostacolo è la richiesta del Frosinone di 10 milioni di euro per il cartellino, sono rinforzi che vanno nella direzione indicata dall’allenatore: giovani di qualità e con ampi margini di crescita. Certo bisogna vedere chi oltre a Pellegri effettivamente arriverà al Torino, ma comunque è già un passettino avanti.

Per quanto fin qui fatto dal Torino e visto il 10° posto in classifica per provare a lottare con la massima convinzione per un posto in Conference League si sarebbe dovuto puntare su giocatori di maggior esperienza, ma se si considera che i granata arrivano da due stagioni con salvezze acciuffate sul fino di lana un campionato di transizione ci sta, anche se resta un po’ di rammarico per non aver dato ulteriore linfa vitale alla possibilità di puntare all’Europa. Non che in teoria non si possa raggiungerla visto che c’è quasi tutto il girone di ritorno da disputare, ma forse sarebbero serviti innesti di giocatori più esperti per tenare l’assalto con maggiori probabilità di riuscita.

Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno se effettivamente arriveranno oltre a Pellegri anche Ricci e Gatti allora vorrà dire che Cairo e Vagnati si stanno avviando sulla strada della progettazione a medio termine. Forse l’unica percorribile (se non si intraprende anche quella di crearsi i buoni giocatori in casa e anche qui qualche tentativo di potenziare il vivaio lo stanno facendo al Torino) per un club che è in difficoltà, come ha detto Juric: “Ci sono molti problemi economici all'interno della società”. Al Torino non si è ancora arrivati a una programmazione da club di prima fascia perché i giovani di qualità e prospettiva devono poi proseguire nel loro percorso di crescita affermandosi e divenendo giocatori di buon livello e la società non deve poi cederli per fare plusvalenze, ma se effettivamente è questa la strada intrapresa è comunque un primo passo, anche nella direzione che da anni chiedono a gran voce i tifosi.    


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