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ESCLUSIVA - Bernardi (Dazn): "Toro sul pezzo, dai 30 punti in giù rischiano tutti"

di Emanuele Pastorella

Ha vissuto il derby della Mole praticamente in campo, a pochi metri dai 22 che si sfidavano e tra le panchine di Davide Nicola e Andrea Pirlo. “Ho visto un Toro sul pezzo, a fine partita c’era un po’ di rammarico tra i granata per non aver battuto la Juventus” commenta Davide Bernardi, bordocampista di Dazn. E se Belotti e compagni non erano pienamente soddisfatti di un punto contro i bianconeri, vuol dire che sono sulla buona strada per la salvezza. Questa sera i granata andranno a Udine: “Dai 30 punti in giù rischiano tutti, sarà una sofferenza fino alla fine”.

Bernardi, come ti è sembrato il Toro che ha fatto 2-2 sabato nella stracittadina?
“Ho visto una squadra sul pezzo, questa è già un’ottima notizia considerando la situazione di classifica che vivono i granata. I granata ci hanno messo grinta e carattere, ma ciò che mi ha impressionato di più è stato il dialogo in campo: gli undici di Nicola si parlavano tanto, è un aspetto fondamentale nel calcio. E non pensavano solo a difendersi, anzi: ad un certo punto, Mandragora è uscito in pressione e Belotti stava andando a coprire il buco in mezzo al campo, ma l’allenatore ha voluto che rimanesse sui difensori bianconeri”.

A proposito di Nicola, quali miglioramenti hai visto nel Toro con il nuovo tecnico?
“Sabato c’era la convinzione di non perdere il derby, a livello mentale è una squadra che è cambiata totalmente. Aveva cominciato male, nei primi 15 minuti la Juve non era solo passata in vantaggio ma aveva anche avuto altre occasioni per segnare. I granata non si sono disuniti, poi hanno anche rischiato di vincerla. Anche nel derby, hanno dimostrato di essere una squadra che sa rimontare”.

Che facce hai visto al 90’?
“C’erano dei sorrisi tirati, ma soprattutto un po’ di rammarico: è un pareggio importante per la corsa salvezza, ma se c’era una Juve battibile era proprio questa. Al gol del 2-2, Ronaldo è tornato verso il centrocampo caricando i compagni per cercare gli assalti finali, ma anche il Toro ha avuto le sue occasioni per il nuovo sorpasso: penso a Sanabria e Baselli, che sono andati molto vicini al gol”.

Sanabria appunto, ma anche Mandragora: il club ha azzeccato le mosse nel mercato di gennaio.
“Il paraguayano lo seguivo già quando giocava in Spagna, è uno che quando conta la butta dentro. Ha tanta qualità, forse si nasconde un po’ troppo ma viene fuori quando c’è bisogno di lui. Nel Toro è molto importante, anche perché toglie un po’ di marcature a Belotti. E Mandragora è un giocatore fondamentale per Nicola: è l’equilibratore della squadra, guida il pressing, mantiene e fa mantenere le distanze. Quando ha la palla tra i piedi fa girare la squadra, ma mi ha colpito per la sua importanza nella fase di non possesso”.

Entriamo nel forcing finale della lotta salvezza: dove collochi il Toro in questa corsa?
“E’ il campionato più incerto degli ultimi anni, anche e soprattutto causa Covid: si parla tanto di lotta Champions, ma anche in coda può succedere di tutto. E difatti, dai 30 punti in giù sarà una sofferenza per tutti. E sono squadre vive, anche il Crotone che viene dato per spacciato ha perso 4-3 a Napoli e il Parma che ha buttato via risultati importanti. Tra l’altro, il calendario dei granata e del Cagliari sarà molto simile: entrambe affronteranno Parma, Udinese, Roma, Napoli, Milan e Benevento, saranno un po’ l’una il termometro dell’altra. Certo è che scendesse sempre in campo il Toro visto nel derby…”.


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