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ESCLUSIVA TG - 14 ottobre 2001, il derby della rimonta secondo Giancarlo Camolese

di Alex Bembi

Prima dell’impresa targata Darmian, Quagliarella e Ventura, l’ultimo derby in cui un tifoso granata ha davvero goduto risale a 14 anni fa, in questo preciso giorno. Il 14 ottobre 2001, la squadra guidata allora da Camolese riuscì in una rimonta epica, recuperando 3 reti di svantaggio in 45 minuti. Un’impresa mai accaduta prima in un derby, che resta negli annuari come un pareggio, ma nella memoria di ogni tifoso del Toro come un incredibile successo.

Tra i protagonisti di quel 14 ottobre ci sono da ricordare un indemoniato Capitan Asta, Cristiano Lucarelli che recupera dalla porta di Buffon il pallone del 3 a 1 e mentre corre verso il centrocampo mostra il pugno chiuso caricando la “Maratona” e Marco Ferrante entrato dalla panchina suonando la riscossa. Su tutti però, un posto in paradiso lo merita Riccardo Maspero, con il suo gol del pari e la tanto chiacchierata buca scavata con aria innocente sul dischetto da cui lo juventino Salas avrebbe di lì a poco calciato un rigore che poteva rovinare tutto, ma che è invece finito alle stelle.

In esclusiva per TorinoGranata, abbiamo sentito il conducador che guidava la squadra dalla panchina in quel pomeriggio d’autunno, Giancarlo Camolese.

 

Camolese, forse una delle partite che ricorda con più piacere alla guida del Toro, quel derby rimontato da 0 a 3 a 3 a 3.

“Insomma, ho ricordato la partita con piacere solo alla fine, perché durante il corso del primo tempo c’era ben poco da ricordare anzi, c’era da dimenticare. Nella ripresa c’era una grande tensione per ciò che stava accadendo, quindi è soltanto al triplice fischio arbitrale che ho realizzato ed in seguito ricordato ciò che era successo. Merito della bravura dei giocatori comunque, molto concentrati nel tentativo di rimettere in piedi una partita che sembrava compromessa”.

 

Cosa disse ai suoi ragazzi nell’intervallo?

“Questo me lo hanno chiesto in molti e ho sempre risposto che in quel momento era importante solo calmare quel gruppo di giocatori troppo eccitati, perché la partita era di quelle che contano e le cose stavano andando molto male. Non volevo si perdessero preziose energie a discutere con arbitro e avversari, ma concentrarsi solo sul tentativo di recupero. L’intervallo mi è servito anche per alcuni cambi fondamentali, non tanto perché qualcuno avesse demeritato particolarmente, ma perché avevo per la prima volta a disposizione un elemento importante come Ferrante e ho potuto metterlo solo allora. Al di là di questo merito ai calciatori che sono riusciti a tornare in campo come fossero sullo zero a zero".

 

Dopo l’impresa che si stava per realizzare, cosa ha provato nel momento in cui il direttore di gara ha fischiato un rigore per gli avversari, a pochi minuti dal 90°?

“In quel momento, come durante tutta la partita, non ho mai pensato a cosa poteva succedere dopo. Non mi sono mai chiesto se forse mi avrebbero esonerato, ho vissuto solo il momento. È chiaro che anche io, come tutti, eravamo solo nei piedi e nella testa di Salas. Per fortuna lui ha sbagliato, ma c’era ancora da giocare e siamo dovuti restare concentrati, io come i giocatori in campo”.

 

Della famosa buca di Maspero, quella che finì su tutti i notiziari come la “furbata” che  costava i tre punti ai bianconeri, si accorse subito?

“No, in realtà no. Anzi, con tutto il trambusto successivo alla gara, non ho avuto modo di parlare con Maspero né con gli altri se non per festeggiare la rimonta. Come tutti, seppi della buca solo il lunedì sera quando la trasmissione di Canale 5 “Striscia la notizia” mandò in onda il servizio sul fatto. Quindi non c’è stato un momento in cui mi sono chiesto 'toh guarda cosa ha fatto Ricky…'".

 

Nei giorni seguenti cosa le ha raccontato Maspero?

“Mah, nulla. Non so cosa avesse in mente in quei momenti, ma nulla di particolarmente strano. Spesso prima di un calcio di rigore si cerca nei modi più disparati di disturbare il tiratore; quella buca non era mica di un metro… Io credo sia stato un rigore semplicemente calciato male. Per nostra fortuna".

 

È contento che da qualche mese quel derby particolare non sia più l’ultimo, lontano, derby felice per i tifosi del Toro?

“Sono contento che oltre quello, ora ve ne sia un altro. Perché il nostro sarà ricordato per sempre, come quello del 3 a 2 di Torrisi, Bonesso e Dossena e tanti altri. Per chi vuol bene al Toro sono belle pagine da ricordare, ma si spera sempre che se ne scrivano altre altrettanto belle. Io ho sempre sostenuto che chi ha la fortuna di giocare o allenare al Toro, ha la possibilità incredibile di scrivere pagine di storia. Qualcuna la scrivemmo noi, adesso la stanno scrivendo e bene altri".

 

A questo proposito, cosa ne pensa del Toro odierno?

“Mi piace molto tutto il progetto partito con Ventura in serie B. Da quando Cairo ha deciso di seguire le idee di un allenatore e di tutta la componente tecnica, dal direttore sportivo in giù. Si è andati nella giusta direzione, seguendo un’idea di gioco e prendendo giocatori giusti per metterla in pratica. Mi sembra che il Toro stia lavorando con oculatezza, capace di sostituire i giocatori che vanno via grazie ad una buona rete di osservatori senza più improvvisare come un tempo".

Alex Bembi