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ESCLUSIVA TG – Berry: “Con Cagliari, Verona e Udinese i giocatori hanno l’opportunità di dimostrare che gli interessa la maglia che indossano. Cairo compri lo stadio e poi venda il Toro”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Marco Berry

Marco Berry è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Berry è un illusionista, comico, autore, conduttore televisivo ed è grande tifoso del Toro. Con lui abbiamo parlato del momento della squadra granata che sta provando a risollevarsi dopo un periodo difficoltoso.

Ci sono stati il ritorno di Petrachi e due partite consecutive vinte dal Torino, risultati non scontati. Come vede adesso la squadra?
“Nessun risultato di nessuna partita in Serie A oggi è scontato. Il problema è che quando l’avversario è più forte il Toro ci mette l'anima, mentre nelle altre partite, quelle che potrebbero avere all’apparenza un risultato scontato, quasi sempre vediamo che la squadra entra in campo col piede sinistro e se va bene alla fine pareggia, ma più spesso perde. Noi non abbiamo una squadra per ambire a disputare una coppa europea e al massimo ambiamo a tenere la faccia nella parte sinistra della classifica però dall'inizio del campionato non siamo mai riusciti ad arrivare da quella parte. La squadra deve trovare la voglia di conoscere che cosa voleva dire essere granata, indossare questa maglia. Il giocatore da Toro è quello che morde la terra, morde l'erba e ci mette l'anima. Probabilmente con il precedente direttore sportivo Vagnati un po' l'abbiamo perso. Petrachi invece ha quella cattiveria e sa cosa vuol dire stare in campo. Petrachi, secondo me, non è un direttore sportivo per una squadra di altissima classifica, ma lo è un grandissimo direttore sportivo per una squadra che deve lottare, come il Toro. E’ arrivato ed è entrato nello spogliatoio e ha fatto quello che dovrebbe fare qualsiasi direttore sportivo: si è incavolato o comunque ha spiegato alla squadra che cosa vuole dire indossare la maglia granata. Vuol dire dover soffrire, lottare e quando vinci 1-0 la partita non è finita, anzi, è appena iniziata.  Ecco così abbiamo vinto due partite. Le abbiamo vinte forse per 4 a 0? No, solo per 1-0 e la seconda grazie a un calcio di rigore, però in entrambe, dopo aver segnato sbloccando il risultato, abbiamo continuato a lottare. Se guardiamo le statistiche il Toro ha lottato, ha tirato in generale e in porta più degli avversari. Insomma ha fatto la sua partita. Ecco il Toro deve fare questo”.

Che ci siano problemi e che non bastino due vittorie è certo, ma per aggiustare davvero le cose servirebbe l’intervento della società e in particolare della proprietà nella persona di Cairo che è inviso ai tifosi da tempo.
“Entro fine anno bisogna chiudere la questione dello stadio Grande Torino. Quindi io mi auguro che Cairo lo compri così avrà la possibilità di avere un pacchetto in grado di essere venduto. Il Toro oggi è una scatola vuota e senza lo stadio non può essere venduto, ma con lo stadio diventa una cosa che può fare gola. Probabilmente con la Red Bull non andò in porto nulla perché nel pacchetto non c'era ancora la cosa più preziosa: lo stadio. Oggi mettere in vendita il Toro cosa vorrebbe dire? Ha venduto tutti i giocatori migliori, non ha un settore giovanile che valga qualche cosa, pensiamo a come sta andando male la Primavera, e non ha neppure proprietà immobiliari quindi di fatto non c'è niente di appetibile. Ma se entro fine anno, e deve fatto per legge, lo stadio viene comprato da Cairo allora poi si forma un pacchetto con la squadra e il settore giovanile che può essere venduto. Altrimenti bisognerà vedere cosa accadrà con lo stadio. Ma chi potrebbe comprare la squadra con lo stadio? Un gruppo che è interessato a investire, a fare business. Oggi lo stadio non c'è, la squadra non esiste, non c'è niente. La nostra forza a livello di squadra, se ci pensiamo bene, sta nel riporre la fiducia su due trentenni, Zapata e Simeone, uno che è appena rientrato da un infortunio importante, che lo ha tenuto fuori un anno, e un altro che in campo dà tutto quello che ha, ma tutto questo basta a fare la differenza perché per il resto non c'è niente, è uno zero. Certo ci sono Vlasic, Ilic che sono bravi ragazzi, ma non sono nomi di giocatori che fanno la differenza. Una squadra che lotta per degli obiettivi ha venti giocatori su ventidue che fanno la differenza, mentre noi ne abbiamo tre, forse quattro. Ma cosa vogliamo fare con quattro giocatori? Se anche solo uno di questi prende l’influenza o peggio si fa male siamo rovinati. Il problema è questo”.

Speriamo che non venga l'influenza a nessuno e in particolare a Tameze, perché se dovesse mancare lui, che è un centrocampista adattato a fare il braccetto a destra, in difesa ci sarebbe un grande problema visto che Coco e Masina sono andati a disputare la Coppa d’Africa.
“La difesa? Di cosa stiamo parlando visto che il Torino ne ha una fra le peggiori della Serie A? Io sono grato a Cairo perché ha raccolto una squadra che arrivava dal fallimento e l’ha presa per due lire, ha tirato su dei giocatori prendendoli in due settimane e ha salvato il Toro riuscendo a riportarlo in A, ma con questo ha fatto la sua fortuna. Non possiamo dimenticarci che quando prende uno o due giocatori che fanno bene per un anno e mezzo o due e che diventano appetiti da molti non batte ciglio a rivenderli perché fa grandi plusvalenze.
Riconosco a Cairo di aver ripulito la società, però il tifoso vuole vincere anche solo un derby. Noi granata non chiediamo tanto, ma mannaggia dopo vent'anni, non venti mesi, devi capire che continuare così non si può e che è ora di andartene. Non mi si dica che non c'è nessuno che voglia comprare il Toro, non ci credo neanche morto. Oltretutto senza stadio vendi una scatola vuota, per cui qualsiasi cosa ti diano è tutto buono, in vent'anni ne ha fatti di soldi col Toro con tutte le plusvalenze fatte. Speriamo che si metta d'accordo col Comune di Torino. Adesso ha una settimana di tempo per riuscire a chiudere per lo stadio. Sarebbe incredibile se dicesse che non compra lo stadio perché non potrebbe andare avanti e lo stadio lo comprerebbe qualcun altro. Per prendere lo stadio deve tirare fuori soldi, ma poi quando rivende il pacchetto ha un valore, mentre oggi è zero non avendo né stadio né centro sportivo per la prima squadra e per le giovanili perché anche del Filadelfia e del Robaldo ne usufruisce da affittuario”.

Tornando alle cose di campo, Petrachi ha fatto una dichiarazione per certi versi rivoluzionaria per il Torino, infatti ha detto: “Non voglio giocatori di passaggio”. Cosa pensa di questa affermazione?
“Petrachi a me piace perché ha la cattiveria giusta, non guarda in faccia a nessuno e ha fatto delle dichiarazioni bellissime. Ma di cosa stiamo parlando? Ma se me lo trovassi davanti gli direi che ha fatto delle dichiarazioni che ogni tifoso vorrebbe sentir dire. Fighissimo. Hai fatto bene. Ma se domani ci sono due giocatori che tutti vogliono Cairo te li vende e tu cosa puoi fare se non stare zitto? Petrachi fa il suo mestiere, è bravissimo e ha la forza di far sentire la voce della società con l’allenatore e la squadra e infatti entra nello spogliatoio e dice: così non giochi, se in allenamento e in campo hai questo atteggiamento  puoi anche andartene via, in questa squadra devi lottare dall'inizio alla fine, non esistono avversari forti o deboli perché sono tutti uguali e dobbiamo fare punti con tutte. E infatti prima che arrivasse lui, due partite fa, eravamo a quattro punti dalla retrocessione e dopo abbiamo vinto due gare.
Adesso per prima cosa non dobbiamo sederci perché se lo facciamo è finita. Ma Petrachi non è uno che ti fa sedere, è uno che ti mette la grinta. Ma non può dire che vuole solo giocatori che restano perché questo vale se non sono appetibili per altre squadre e se non hanno offerte altrimenti, come dicevo, se hanno offerte Cairo poi li vende. Ha sempre venduto i due o tre più forti dell'anno. Se negli ultimi sei-sette anni non fossero stati mai venduti i giocatori più forti il Torino sarebbe una squadra della madonna, basta guardare quello che c'è in giro. Ma Cairo deve fare plusvalenze e non gli importa di null’altro.
Vorrei dare a Cairo un consiglio dicendogli: “Presidente, ti voglio bene, ti ringrazio perché ci hai salvato, ma in vent’anni non hai vinto niente quindi adesso puoi anche salutarci e noi ti abbracceremo forte”.
All’inizio di questa stagione aveva detto di aver fatto una delle migliori campagne acquisti della sua presidenza. Ma mi pigli per il … per i fondelli? Le cose sono due: o non capisce una mazza di calcio oppure mi sta prendendo in giro, comunque in tutti e due i casi sarebbe stato meglio tacere perché ha venduto Ricci e Milinkovic-Savic e ha preso giocatori, a parte Simeone, che non stanno rendendo, ma così non si arriva da nessuna parte e si fanno solo incavolare ancora di più i tifosi”.

I suoi pensieri e le sue parole sono quelli della maggior parte dei tifosi ai quali sta dando un ulteriore voce.
“Ma se sei tifoso del Toro non puoi pensarla diversamente perché non si devono vendere i giocatori migliori, ma tenerli aggiungendone altri e costruire una squadra che possa ambire non solo a salvarsi o ad arrivare a metà classifica. E invece Cairo non costruisce. Vogliamo parlare del settore giovanile? Di come è stato distrutto perché non si è investito, altra cosa di cui a lui non gli interessa. E le ripercussioni si hanno anche sulla prima squadra infatti il Torino nella lista dei 25 ha solo 21 slot perché non ha giocatori provenienti dal vivaio, l’ultimo che aveva è stato Buongiorno venduto per fare plusvalenza. Una volta invece il vivaio del Torino forniva giocatori non solo alla prima squadra, ma anche a tutte quelle di Serie A. Sergio Vatta ha insegnato a tutti cosa vuol dire avere un settore giovanile di alto livello. Cairo invece non l’ha capito. Io non sono un imprenditore, non capisco una mazza, ma se guardo cosa avviene in altre società dico che nel settore giovanile si deve investire perché poi raccogli. Certo non si raccoglie dopo sei mesi e ci vogliono tre o quattro anni, forse anche di più, ma i risultati dopo si vedono eccome”.

Nel 2015 il Torino Primavera aveva vinto lo scudetto e nel 2018 la Coppa Italia Primavera e la Supercoppa Primavera e lo scorso anno gli scudetti con gli Under 17 e 18 quindi qualche trofeo è arrivato dal settore giovanile.
“E’ vero, ma quanti di quei giocatori oggi sono in prima squadra? Nessuno. E quanti di quelli di quelle Under 17 e 18 ci arriveranno? Questa è la riprova che nel settore giovanile bisogna investire. Ci vogliono dieci anni per costruire un settore giovanile di buon livello che poi ti permetta di raccogliere frutti. Ma se si mandano via quelli che ci lavoravano con competenza e grande passione ti ritrovi poi a dover rinunciare agli slot nella lista dei 25 della prima squadra. A Cairo non interessa il medio-lungo termine perché gli importa solo il guadagno spicciolo e immediato”. 

Tornando al campionato, il 27 ci sarà la partita con Cagliari e a seguire quelle con Verona e Udinese. Lei cosa si aspetta da queste tre gare?
“Sono tre partite da vincere, punto. Devi entrare in campo e “massacrare” sportivamente l’avversario con la rabbia, la cattiveria e la fame, sapendo che dopo all’inizio del girone di ritorno avrai partite dove perderai una valanga di punti perché affronterai l’Atalanta e la Roma, non conta averle battute all’andata così come il Napoli. Le tre partite con Cagliari, Verona e Udinese sono fondamentali e non puoi sbagliarle. Con il Sassuolo abbiamo vinto 1-0 su rigore. E’ vero che le statistiche dicono che abbiamo tirato tante volte in porta, però la realtà è che abbiamo fatto solo un gol e su rigore. Bisogna sapere che nelle prossime tre partite incontreremo squadre agguerrite. Gli avversari non pensano che il Toro ha bisogno di punti, ma che ne hanno bisogno loro e di certo non ci regaleranno niente. Ecco perché quelle sono partite in cui devi vincere. L'atteggiamento è fondamentale: entro in campo e lotto come un pazzo perché ho 90 minuti per dimostrare che quella maglia che indosso mi interessa. Altrimenti che cambino squadra perché non sono giocatori da Toro.
Ti dico sono tutti ragazzi di vent'anni, ventitré o ventiquattro più qualcuno che ha qualche anno in più e quando non c'è la società, quando non senti il peso della società, ed accadeva fino a ieri prima dell’arrivo di Petracchi, non vai in campo e dai tutto. Anche il settore giovanile è fondamentale per avere risposte dai giocatori della prima squadra che entrano in campo perché è dalla percezione  che hanno di quanto la società sia interessata al vivaio che si forma l’idea di quanto sia interessata alla costruzione della squadra. Se tu senti che il settore giovanile non c'è più, che è stato distrutto, che non interessa percepisci che anche l’interesse verso la prima squadra finisce per essere quello. E quindi poi in campo fai il minimo indispensabile”. 

Sarebbe quindi deluso se nelle prossime tre partite il Torino facesse gare come quelle viste con il Parma o il Lecce?
“Non esiste che facciano altre partite così, devono lottare. Non voglio guardare queste tre partite, ma leggere le statistiche e vedere che i dati dalla parte del Toro sono tutti rossi: tiri in generale, tiri in porta. Anche solo leggere che i corner sono superiori a quelli degli avversari perché quando il numero è alto vuol dire che hai tirato tanto e gli altri hanno dovuto difendersi e se poi la palla esce pazienza, capita, ma tu ci devi provare. Voglio un Torino che lotti e se non lo fa allora che vada a c… a farsi friggere. Devi sentire la maglia, il peso che rappresenta questa maglia, sennò è finita”.

Oggi è Natale, nella famosa letterina che cosa ha chiesto per il Toro a Babbo Natale?
“Voglio che al Toro ridiano la forza della maglia, la consapevolezza di quanto è importante questa maglia, che i giocatori capiscano cosa vuol dire giocare nel Toro. Questo io voglio, solo questo”.

Neanche che cambi proprietà?
“Prima di Natale non è accaduto e mi sembra difficile che succederà oggi o domani oppure nei prossimi giorni. Prima ho detto che il cambio di proprietà avverrà quando il Torino avrà la proprietà dello stadio e solo allora sarà vendibile perché oggi è una scatola vuota e nessuno compra una scatola che non contiene niente”.

Parlando di lei, in questo periodo si esibisce da qualche parte?
“No, sto scrivendo perché a fine gennaio inizieranno le riprese della quarta edizione di “Questo strano mondo” programma che andrà in onda penso a febbraio-marzo su Dmax, canale 52 del digitale terrestre e canale 28 di Tivù Sat. Buon Natale a tutti”.


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